Un piano per garantire la libera circolazione in Ue: “Sì a una guardia comune di frontiera”

Valigia Blu
Rassegna Blu
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4 min readMar 4, 2016

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Un piano per garantire la libera circolazione in Ue: “Sì a una guardia comune di frontiera”
La Commissione europea ha presentato un piano per salvare l’area Schengen. Innanzitutto, entro il prossimo dicembre, dovranno essere rimossi gli attuali controlli ai confini interni tra i Paesi membri. Per garantire la piena libertà di circolazione interna, continua la Commissione Europea, entro l’estate dovrà essere attivata una guardia comune di frontiera. Un’ulteriore richiesta ai Paesi membri prevede di sostenere il piano di aiuto alla Grecia da 700 milioni di euro per la gestione del grande flusso migranti sul territorio ellenico. Infine, scrive Redattore sociale, la Commissione insiste perché si torni ad applicare il Regolamento di Dublino, anche se verrà presenteta una proposta per modificarlo tra poche settimane.

Turchia, condannati per traffico di esseri umani i due scafisti del naufragio in cui morì Aylan Kurdi
Il tribunale turco di Bodrum ha condannato per traffico di esseri umani a quattro anni e due mesi i due scafisti siriani Mufawaka Alabash e Asem Alfrhad, assolvendoli invece dall’accusa di aver causato la morte del bambino di tre anni Aylan Kurdi e altre quattro persone.

Nestlè ammette possibili casi di schiavitù nelle piantagioni di caffè in Brasile
Nestlé e Jacobs Douwe Egberts, due dei principali produttori di caffè al mondo, hanno ammesso possibili casi di schiavitù nelle proprie piantagioni in Brasile. Secondo il centro di ricerca DanWatch, le due compagnie possono aver fatto ricorso a persone sottopagate e costrette a vivere sotto cumuli di spazzatura e a bere tra gli animali. Entrambe le compagnie — il cui brand include Nescafé, Nespresso, Dolce Gusto e Senso — si sono dette molto preoccupate dei risultati della ricerca di DanWatch e, mentre sono certe di non acquistare chicchi di caffè provenienti da piantagioni in cui gli abusi dei diritti umani sono riconosciuti, hanno ammesso di non poter escludere casi di schiavitù nella loro filiera.

Brasile, ex presidente Lula obbligato a deporre su scandalo mazzette
L’ex presidente del Brasile Luiz Lula da Silva è stato accompagnato in modo coatto davanti al giudice. Attualmente l’ex presidente non è in stato di fermo, né di arresto. Il provvedimento infatti è stato disposto perché Lula si era rifiutato di andare a deporre nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo Petrobras, che prende il nome dal colosso petrolifero statale che, scrive Repubblica, «ha distribuito oltre 2 miliardi di dollari in mazzette a politici del Partito dei Lavoratori, di cui Lula è stato leader. Il nome di Lula, indagato per riciclaggio di denaro, corruzione e sospetto occultamento di beni, è stato fatto da alcuni accusati che hanno deciso di collaborare in cambio di una riduzione di pena».

Turchia, commissariato giornale anti-Erdogan: “Questa è la fine della libertà di stampa”
Per i legami con il magnate e imam Fethullah Gulen, nemico del presidente turco Erdogan, un tribunale di Istanbul ha posto sotto amministrazione controllata il gruppo editoriale proprietario del quotidiano Zaman, il più diffuso in Turchia. La decisione ha scatenato proteste per la libertà di stampa in Turchia. Lo scorso ottobre, ricorda Rainews, alla vigilia delle elezioni politiche, «è stata commissariata la holding Koza Ipek, anch’essa legata a Gulen, e sono stati nominati nuovi amministratori per i media del suo gruppo, i quotidiani Bugun e Millet e le emittenti Bugun tv e Kanalturk. Le quattro testate sono state prima censurate e poi hanno riaperto con una nuova linea pro-Erdogan».

Apple-FBI, Onu: “Sbloccare la protezione di un iPhone sarebbe come aprire un vaso di Pandora”
«Con l’obiettivo di regolare un problema di sicurezza con la decrittazione di dati in un caso ben preciso, le autorità rischiano di aprire un vaso di Pandora con implicazioni che potrebbero essere estremamente dannose per i diritti dell’Uomo di milioni di persone, compresi quelli psichici e finanziari». Con questo comunicato, l’Alto Commissario Onu per i Diritti dell’Uomo, Zeid Ràad Al Hussein è intervenuto nello scontro in atto tra Fbi e Apple, dopo la richiesta degli agenti americani di poter aver accesso ai dati conservati nell’iPhone del killer di san Bernardino e il rifiuto posto dalla compagnia californiana. «Il dibattito intorno alla cifratura e alla sicurezza è troppo concentrato sul lato della medaglia del suo potenziale uso criminale in tempi di terrorismo — ha proseguito l’Alto Commissario –. Indebolendo le protezioni della cifratura si potrebbero esporre la sicurezza nazionale e internazionale a rischi ancora maggiori». L’Onu ha anche pubblicato un sondaggio (che resterà on line una settimana) su Twitter, chiedendo agli utenti di esprimere la propria posizione.

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