Avengers: Endgame, la recensione senza spoiler

Pietro Ranieri
Ready Player One
Published in
2 min readMay 2, 2019
immagine: Marvel

Avengers: Endgame non è solo l’ultimo kolossal sui supereroi Marvel uscito al cinema, è una dichiarazione d’amore al genere, un’opera magna che compie undici anni di storie in maniera difficilmente discutibile.

Endgame si propone fin da subito come la chiusura di un cerchio iniziato ben 11 anni fa con il primo film del Marvel Cinematic Universe, Iron Man, e come conclusione della storia iniziata l’anno scorso con Infinity War. Gli eroi della Terra devono vedersela con le conseguenze dello ‘schiocco’ di Thanos, che ha ucciso metà delle creature viventi dell’universo cambiandone per sempre le sorti.

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Andare avanti non è mai facile, rinascere dalle ceneri a volte sembra impossibile, ma è esattamente questo il tema principale del film, che si declina in diversi modi: principale resta il racconto supereroico, con tutte le sue qualità e i suoi demeriti. I cliché del genere ci sono tutti, anzi, in Endgame vengono ampliati e sviluppati in una maniera così profonda da essere impensabile appena qualche anno fa. Botte da orbi, intrecci cosmici, soluzioni narrative efficaci ma forse non sempre eleganti e che aprono il fianco a qualche buco di trama — uno, a mio parere, grosso come una casa — ma che non sminuiscono la carica emotiva e filmica di questo prodotto, una gioia per gli occhi e per il cuore di ogni Marvel-fan sia fumettistico che cinematografico. L’attesa di un decennio per vedere alcune scene iconiche è stata decisamente ripagata fino in fondo.

È anche un film che chiude il cerchio sui personaggi più iconici di questo universo: Thor, Iron Man e Capitan America. Ciascuno di loro troverà la sua strada e compirà il suo cammino, completando il proprio percorso eroico e umano e lasciando più di un occhio umido in sala. Meno lusinghiera la figura di Thanos, che dalla presenza tragica, shakespeariana di Infinity War qui viene relegato a ‘semplice’ minaccia cosmica, con una presenza scenica meno ficcante e per certi versi banalizzata. Ma questo non gli impedisce di rimanere, comunque, uno dei migliori villain del MCU e anche uno dei suoi personaggi meglio caratterizzati.

Uscire dal cinema dopo la visione di Endgame lascia una sensazione di giustizia e appagamento. Ogni pezzo è andato al suo posto, e se c’è stata qualche stortura o forzatura, la si può perdonare. Un film che è il trionfo sano di una cultura intera (quella nerd e geek), il cinecomic definitivo, che ha fatto e sta facendo respirare, emozionare, sussultare e commuovere all’unisono milioni di sconosciuti seduti nelle sale di tutto il pianeta. E già questo è qualcosa che non tutti sono in grado di rivendicare.

8

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Pietro Ranieri
Ready Player One

Lawful Good doesn’t necessarly mean Lawful Nice. I write for The Shelter Network