Hearthstone, una settimana con Sussurri degli Dei Antichi

Pietro Ranieri
Ready Player One
Published in
6 min readOct 27, 2016

Ho un rapporto strano con Blizzard e con Hearthstone. Fin dai tempi di Warcraft I ho sempre adorato quel modo di costruire storie e mondi così meravigliosamente reali, palpabili. Un lore profondissimo che parte — per Azeroth — da decine di millenni prima i fatti narrati nella trilogia di RTS prima e nel famoso e giocatissimo World Of Warcraft poicon tutte le relative espansioni (Legion, prevista per agosto 2016, sarà la sesta. Una longevità rara nel mondo videoludico).

Rapporto strano, dicevo. Perché in realtà è, come per tutte le cose che nella nostra vita sono davvero importanti, amore-odio. L’amore, come detto, viene da tutte quelle splendide avventure che ho vissuto sia in single player che per le lande di Azeroth con il mio fedelissimo e ormai decennale mago umano. Momenti e gioie che porto nel cuore e mi hanno fatto incontrare persone con cui ancora oggi, IRL, sono in contatto e sento più che volentieri. Odio perché tutto questo viene puntualmente rovinato da un’idea di marketing totalizzante e “ciucciasoldi” ben più invasiva che in altri brand: nonostante Activision, ad esempio, non goda certo di fama migliore, Blizzard è riuscita a costruire una costellazione di prodotti tanto belli quanto assuefacenti, irretendo il giocatore in un meccanismo di spremitura che non solo porta via tempo a non finire, ma anche soldi se non si ha il giusto autocontrollo (sul tema, vi rimando qui: Hearthstone esiste anche in versione mobile e rientra perfettamente nel discorso).

Il punto è che anche essendone consapevoli non ce ne si disintossica mai davvero fino in fondo. O se lo si fa, si resta con una malcelata amarezza, un retrogusto di “ma perché è andata così, era così bello”, quasi come si fosse chiuso un rapporto al quale si teneva davvero tantissimo ma che si è rivelato essere alla lunga molto dannoso. Ma la verità è che il rischio di ricaderci resta sempre, e pure grosso. Dev’essere per questo che nonostante il mio allontanamento ciclico fisiologico da WoW ho già preacquistato Legion e che, quando Mamma Blizzy annunciò a inizio anno una nuova espansione per Hearthstone a tema Dei Antichi — una delle mie sezioni preferite del lore di Warcraft — e l’introduzione dei Formati per rendere il gioco più accessibile avevo già la mano sulla carta di credito.

C’thun è ottenibile gratuitamente, assieme a tre bustine, si dal login

Hearthstone è, attualmente, il gioco di punta di Blizzard. C’è un’attenzione enorme in tutto il globo tra social, live stream di giocatori pro e occasionali, video su YouTube, intere comunità dedicate al theorycraft; c’è un sistema di transazioni in-game genera utili che WoW non è più in grado di raggiungere (neanche con il tentativo parzialmente fallito di introdurre un market anche lì); e c’è un’accessibilità incredibile grazie alla sua natura multipiattaforma — si diceva, anche su mobile — che lo rende soprattutto dannatamente facile da imparare — ma non semplice, affatto — e divertente. Ben consapevoli di dover rimanere ancorati il più possibile a questi principi, Ben Brode e il team di sviluppo con Wisper of the Old Gods ci hanno rimesso in mano un gioco che rischiava di diventare fin troppo standardizzato e monocorde. In costructed ranked non c’era molto altro da fare che craftarsi carte per montare determinati archetipi che per loro natura restavano un gradino più in alto della teppaglia, e se si voleva salire a rank dignitosi c’era solo da adeguarsi. Introdurre il formato Standard per anno (ovvero carte del set base, classiche e delle ultime due espansioni uscite) e relegare questo stile di gioco poco malleabile al Selvaggio (dove si può invece giocare tutto) non può essere che un bene, soprattutto per ciò che riguarda l’incentivare il deckbuilding e sempre nuove soluzioni di gioco — ed è un bene anche per l’azienda, che vedrà aumentare i propri introiti costringendo per regolamento i giocatori a ruotare la propria collezione ogni anno e quindi, per restare a livelli competitivi, shoppare.

Si, è inutile girarci attorno. Potete dirmi quanto volete che conta la skill, e io sono d’accordo con voi; ma non venitemi a dire che si può non acquistare, mai, nemmeno una volta una bustina di carte e arrivare tranquillamente a grado Leggenda. Ci sono e ci sono stati sicuramente fior fior di mazzi budget (uno su tutti il famigerato Patron Warrior, oggetto di uno dei più clamorosi nerf della storia di Hearthstone) ma magari viene richiesta per completare la lista una carta chiave presente solo in un’avventura da acquistare. Avventure che, tra l’altro, vengono con WotOG completamente escluse dallo sviluppo futuro per privilegiare quanto più possibile le meccaniche PvP. L’uscita dallo Standard de La Maledizione di Naxxramas e Goblin vs Gnomi e la conseguente perdita di carte come Scienziato Pazzo, la metà dei segreti del Paladino, i robot, Dottor Boom ha portato decisamente a una grande ventata di novità. Per questo, prima di ogni altra cosa, Sussurri degli Dei Antichi è finora la mia espansione preferita: a partire dalla tematica fino alla tanto discussa questione dell’eccesso di RNG (ovvero, di effetti casuali) che secondo alcuni farebbe di questo gioco il regno dei giocatori brainless ma baciati dalla fortuna. Rispettosamente, non sono d’accordo. L’RNG considerato eccessivo è in realtà pienamente arginabile con un deckbuilding serio e pensato, e anche se così non fosse bisogna ammettere che calare uno Yogg-Saron al momento giusto e vedere la follia dilagare sul campo di gioco è davvero e senza dubbio divertentissimo. Poi, si può anche perdere: ma di base se non ci si diverte cosa si gioca a fare?

Il body di C’thun aumenta grazie agli effetti dei suoi servitori

Carte notevoli si sono aggiunte al nostro arsenale e hanno sviluppato archetipi totalmente nuovi. Lo Sciamano è sicuramente una delle classi che ha avuto maggiori benefici: basta pensare all’incredibile Senzavolto Ardente, un 7/7 a costo 4 con Sovraccarico 2 — malus facilmente aggirabile grazie alla Sentinella Eterna, nuova creatura che a costo 2 sblocca tutti i Cristalli di Mana in sovraccarico. Una vera bomba, sia giocato nel Faceshaman che nel nuovo Darwin Shaman (così detto dalla meccanica Evoluzione, in grado di trasformare i nostri Servitori in campo in altri che costano 1 in più). Cacciatore e Ladro hanno trovato nuova linfa nella meccanica Rantolo di Morte con Principessa Huhuran, Xaril e N’zoth — forti ma non fortissime: Rexxar soprattutto può infatti contare con quella che forse è la migliore spell dell’espansione ovvero Richiamo della Selva. A costo 8, mette in gioco tre minion che singolarmente costerebbero 4 ciascuno e dei quali uno ha Provocazione e l’altro Carica: davvero un game changer. C’thun, poi, ottenibile gratuitamente assieme alla doppia copia di Invocatrice del Male se si logga in game in questi giorni, ha visto nascere attorno a sé un nuovo archetipo tematico che trova spazio soprattutto con Guerriero, Sacerdote e Druido. La meccanica di “devozione” che consente di aumentare la potenza del Dio Antico con determinate combinazioni di carte per poi scatenarla sui nostri avversari ben si combina con lo stile di gioco dei primi due, più orientato al controllo, e di Malfurion che dopo il pesante nerf a Custode del Bosco, Forza della Natura e Antico del Sapere ha dovuto reinventarsi in altro modo anche grazie a Fandral Elmocervo, ottima leggendaria razziale. Senza contare che giocare C’thun obbliga quasi a tenere nel mazzo una delle creature migliori dell’espansione, Imperatore Vek’lor: se C’thun ha almeno 10 in attacco — e se avete giocato qualche partita sapete benissimo quant’è facile — il simpaticone si porta dietro anche il gemello: due Provocazioni dal body interessante (4/6) a costo 7 sono davvero oro colato. Anche Mago e Paladino hanno trovato valide aggiunte: Tomo del Cabalista, Servo di Yogg-Saron ed Evocatore Senzavolto sono immediatamente entrate nel mio nuovo Tempo Mage, accanto a Yogg-Saron che ritengo sia una delle carte più divertenti e inarrestabili dell’espansione, potenzialmente in grado di cambiare le sorti di una partita persa. Uther con Lama dell’Adunata, Custode di Borgoscuro e Campionessa Altruista sta vedendo invece l’ascesa di un interessante archetipo basato sulla meccanica Scudo Divino e le interazioni con carte classiche come Cavaliere del Sangue.

E a proposito di carte classiche, è interessante notare come siano tornate in auge diverse leggendarie ultimamente un po’ snobbate come Sylvanas Ventolesto e Cairne, che in questo meta ricco di Provocazioni difficili da rimuovere (qualcuno ha detto bye-bye mazzi face? Non ne sarei così sicuro… vedere Faceshaman e poi parlare) ed RNG possono davvero ribaltare la partita. Chi pensava che Hearthstone fosse solo un passatempo e una moda passeggera avrà di che ricredersi. Gli Dei Antichi sono qui, e i loro sussurri ci terranno svegli la notte, incollati al nostro smarthphone per salire di rank.

8

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Pietro Ranieri
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