Vaccini e dati aperti
Ottimo il piano vaccini di Figliuolo. Efficienza, numeri rassicuranti, tempi rapidi.
Ma c’è un ma.
O sono io che non ne ho trovato traccia, oppure di dati aperti si continua a non parlare.
E sì che l’ha detto anche Harari in questi giorni, caso mai ci fosse bisogno di una rinfrescata. La sorveglianza, ha detto Harari, deve sempre andare in entrambe le direzioni: ogni volta che aumenta la sorveglianza sugli individui deve aumentare anche quella sui governi. Non si tratta di sfiducia ma al contrario di accountability, della capacità di render conto ai cittadini della ratio delle decisioni e della qualità delle implementazioni, a maggior ragione nel momento in cui a quei cittadini si chiedono ulteriori sacrifici.
E non venite a dirmi che in questi momenti la priorità sono i fatti perché avere dati aperti, completi e non aggregati, serve esattamente a questo: a garantire che la priorità siano i fatti.
Il digitale non serve solo per realizzare l’ennesima piattaforma di prenotazione (infologistica è la nuova parola d’ordine), ma a garantire scambio di informazioni tra le parti sociali, trasparenza, democrazia.