La passione di Artemisia

La pittrice controcorrente raccontata da Susan Vreeland

Giordano
Recensioni in italiano.
3 min readAug 28, 2013

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Libro vivace dai tratti pittorici, viene reso piacevole dal contesto storico e artistico, dagli odori, dai sapori, dalle percezioni e dalle sensazioni, dai colori che Artemisia usa per dipingere le sue donne.

All’inizio il tema che appare fortemente è il contrasto tra Orazio Gentileschi e la figlia, Artemisia appunto, e i toni sono piuttosto aspri.

“Quando tutto ciò che una donna possiede è il proprio nome, allora importa”

Sono le parole della pittrice diciottenne in risposta al padre, il quale ritiene che le accuse rivolte alla figlia col tempo non importeranno più. Artemisia dice che le rimane solo il nome, perché tutta la sua intimità è stata rivelata in pubblico senza alcun ritegno. La tortura della sibilla le hanno impresso segni indelebili: oltre alle cicatrici alla base delle dita, le resterà per sempre scolpita nella mente l’impassibilità di suo padre, incapace di sottrarla a quel dolore immane.

Nella sua affermazione chiama in causa il tema della donna, anch’esso fondamentale in questo libro. La donna del 1600 viene sottomessa dall’uomo e nel corso della sua vita Artemisia ne rivendica i diritti. A partire dal diritto alla cultura della bellezza, alla pittura. La donna non ha occasione di mostrare che nutre particolari sentimenti e che da questi deriva una visione del mondo diversa da quella dell’uomo.

Emerge poi la forte individualità di Artemisia, capace di abbandonare più volte le proprie abitudini per seguire i suo sogni e i sui interessi. Quando la tintora Umiliana improvvisata modella le chiede

“E allora come si fa a cominciare a fare qualcosa di diverso?” le risponde “Quando si è una persona di tipo diverso. Quando non ci si riconosce in quella cosa. Quando si ha una passione tutta propria”

La forza di questa donna sta proprio nei sui sogni e nelle sue ambizioni. Il coraggio è indispensabile perché si avverino e ad Artemisia non manca di certo.

Questa forza non risiede solo dentro di sé, ma anche in tutte le persone che lasciano un segno positivo nella sua vita. Prima tra tutte suor Graziella con la sua vita travagliata e i suoi consigli da amica, ma anche suor Paola. La figlia Palmira che insegue il vero amore e forse alla fine lo trova. Poi Renata, la serva capace di grande impegno e perseveranza.

Più e più volte la pittrice si trova a che fare con i pregiudizi dell’epoca. La donna non viene ritenuta capace di avere idee proprie, ad esempio quando interviene nel dibattito con Galileo alla corte dei Medici, i presenti uomini mostrano una grande meraviglia.

La figura maschile che lascia il segno è sicuramente quella di Galileo Galilei, che la invita a guardare oltre ciò che pensa la gente e a far valere la propria opinione, costi quel che costi.

Spesso l’aspetto razionale e individualista di Artemisia stride con i suoi legami affettivi. Affetto che prova verso Graziella, Galileo, Palmira, Pietro, Renata, Cosimo, Bianca, Cesare e a volte per suo padre. Quando si reca a Greenwich per riconciliarsi al padre ormai morente, la situazione si fa critica. La morte è una cosa strana. Sembra che Artemisia si senta in dovere di donare il suo affetto dimenticando per un po’ le asperità e che Orazio si senta in dovere di chiedere perdono donandole quel ciondolo di bronzo.

“Non ho mai avuto un dono tanto importante”

dice al padre. Penso che queste parole sanciscano un po’ l’inizio di una breve nuova vita insieme che dura pochi giorni, il tempo di dipingere quattro pannelli.

Una nuova vita fatta ancora di pittura, ovviamente.

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Giordano
Recensioni in italiano.

Bergamasco, non amo né il verde né la secessione. Pallavolista. Leggo, penso e scrivo. Sociologia in UniTn. 20 primavere alle spalle. Ignoro chi non rispetta