L’ ESP: Utente Esperto in Supporto tra Pari
Autore: Deborah Rancati
In questi anni in cui nei servizi di salute mentale si sta diffondendo sempre più la cultura della recovery, comincia ad essere all’ordine del giorno parlare di ESP; ma chi è questa nuova figura nel panorama dei servizi?
In Trentino lo chiamano UFE, ma, in realtà, è qualcosa di ancora differente dalla versione proposta a Trento. In Lombardia l’ESP è quell’utente dei servizi che, dopo un percorso di consapevolezza e di lavoro su se stesso, decide di fare un corso specifico e di mettere il suo “sapere esperienziale” in gioco per facilitare i percorsi di recovery anche degli altri pazienti. Durante il corso l’utente impara a migliorare le sue capacità relazionali, a gestire meglio la propria emotività e quindi anche a non caricarsi troppo del problema dell’altro. Impara a gestire meglio i propri tempi e a conoscere meglio i disturbi ed anche i servizi. Tutto questo gli serve poi nella pratica di tutti i giorni quando poi comincia a tradurre in azioni tutto quello che ha imparato.
Cosa fa l’ESP? L’ESP può avere diverse mansioni: è molto importante che queste siano in sintonia col suo percorso e soprattutto con le sue risorse:
- affianca i pazienti in momenti molto delicati e critici in una sorta di tutoraggio
- affianca gli operatori nella progettazione, costruzione e realizzazione di corsi ed attività
- raccontano la propria esperienza all’interno dei servizi per facilitare l’integrazione dei nuovi arrivati
- accolgono la necessità degli altri pazienti di avere un confronto diretto e specifico su qualunque tematica interessi la loro vita (disturbo o no)
- diffondono la filosofia della recovery e della coproduzione in altri servizi, nei convegni e in mezzo ad altri pazienti.
Questo significa che, ovviamente, l’ ESP non va a sostituire nessun altro operatore anzi…Uno dei compiti più importanti che ha l’ESP è sicuramente quello di fare da ponte con gli operatori e di confrontarsi con loro per trovare le strategie migliori per affrontare le eventuali difficoltà che si possono presentare durante lo svolgimento del suo ruolo. Questo ovviamente rende anche necessaria una supervisione continua del proprio percorso e una consapevolezza di se stessi abbastanza solida da poter permettere di riconoscere i propri limiti e le proprie risorse, quando è il caso di accettare e quando invece è meglio rifiutare.
Per saperne di più sul panorama bresciano: http://www.menteserena.it