Un clash culturale: il caso della co-produzione nella salute mentale in UK

Autore: Paola Pierri

Recovery Colab
Recovery CO–LAB
2 min readMay 22, 2017

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Il settore della salute mentale è probabilmente quello in cui una genuina co-produzione può avere l’impatto maggiore, sicuramente sul fronte della recovery, ed anche in altri ambiti, come evidenziato nella ricerca “Co-production in Mental Health”:

Stigma: con effetti diretti di riduzione dello stigma nello staff dei servizi di salute mentale coinvolto nella co-produzione; ma anche nel miglioramento di altri servizi, e più in generale nella riduzione dello stigma delle comunità locali;

Relazioni e partecipazione: nel partecipare gli utenti riacquisiscono una dimensione sociale e di cittadinanza e apprendono nuove competenze per la partecipazione e maggiore confidenza nelle loro capacità;

Well-being & Recovery: le persone coinvolte, magari semplicemente confrontandosi con altri che hanno una simile esperienza, sviluppano metodi per stare meglio e riducono il loro accesso ai servizi di salute mentale.

Eppure almeno in UK, dove mi sono occupata negli ultimi 5 anni di trasformazione dei servizi in questo ambito, molto di più potrebbe essere fatto nell’ambito della salute mentale, soprattutto se compariamo questo con altri settori di politiche sociali e dei servizi pubblici. Le difficoltà nascono probabilmente anche da un clash culturale. Infatti, lí, dove la co-produzione richiede una ridistribuzione dei poteri e l’affermazione di diversi saperi, basati sull’esperienza personale; in UK la cultura professionale nella salute mentale si basa ancora sulla predominanza del ruolo medico e su attitudini al rischio, a volte, troppo conservative.

Anche come risposta a queste sfide, e per creare strumenti e condizioni per l’affermarsi di pratiche alternative e di co-produzione, insieme ad altri a Mind ho lavorato per sviluppare una metodologia che usa il service design per coinvolgere gli utenti dei servizi in maniera trasformativa. Service Design in Mind è un programma che facilita l’uso del design per persone con esperienza diretta di salute mentale al fine di immaginare un sistema diverso di servizi e supporto.

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