Il coraggio delle scelte, l’esempio della giovane Veronica Antal
23/09/2018 — I santi proclamati dalla chiesa cattolica sono davvero persone “speciali” tanto da essere indicate come esempio, cui guardare e trarre spunto per la propria santificazione. Tuttavia, anche in base al periodo storico, vi sono alcuni santi che davvero dicono molto. Un esempio in tal senso è quello di Veronica Antal, beatificata ieri (22 settembre 2018) a Nisiporeşti, in Romania, fedele laica dell’Ordine Francescano Secolare, uccisa in odium fidei nel 1958 mentre ritornava a casa da una funzione religiosa. Aveva solo a 23 anni d’età. Mercoledì scorso, all’udienza generale, questa ragazza è stata ricordata anche da papa Francesco: «Rendiamo grazie a Dio per questa donna coraggiosa che, donando la propria vita, testimoniò il vero amore per Dio e per i fratelli».
La celebrazione è stata presieduta dal cardinale Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi (per il video della celebrazione clicca QUI), il quale durante l’omelia ha spiegato che
Veronica Antal è una giovane figlia della Romania che viene additata come modello nella testimonianza eroica del Vangelo. Essa ha consacrato la sua vita a Gesù e a Lui è stata fedele fino al martirio, avvenuto in un contesto tragico di grandi sofferenze e di persecuzione per i cristiani di questa terra. In quel triste periodo, ortodossi, cattolici e protestanti venivano incarcerati non solo perché si opponevano al regime, ma anche perché erano pronti a testimoniare la loro fede in Gesù, un aspetto che agli occhi dei persecutori appariva la “colpa” maggiore da punire. La vita della comunità cattolica era particolarmente messa a dura prova dalla dottrina comunista: tutti i vescovi della Chiesa Greco-Cattolica in Romania, e quelli della Chiesa Cattolica di Rito Latino furono perseguitati e incarcerati; e con essi molti sacerdoti, religiosi e le religiose. L’educazione leninista-marxista, fu dannosa per l’intera società romena, poiché escludeva Dio e i valori cristiani dall’orizzonte di vita della gente, nel tentativo di distruggere le anime.
L’omicidio è sempre da condannare, non c’è dubbio. Ma oltre la vicenda umana, cosa può insegnare la storia di Veronica? Certamente. Su tutto, il coraggio delle scelte e della coerenza di vita con queste, specie nei momenti più duri, accollandosi anche i grave rischi con l’avvento della dittatura comunista. E cosa c’è di più duro quando la propria vita viene messa in pericolo, quello più estremo. Non importa che le proprie idee riguardino la fede religiosa, la dimensione spirituale personale. Veronica Antal, da donna, non è indietreggiata di fronte al suo aggressore, si è difesa. In quel contesto sociale e politico di allora, se voleva stare tranquilla, bastava non andare in chiesa, non parlare del suo amore più grande, Gesù Cristo, non farsi vedere “suora”. Invece, no. Questa ragazza sin da giovinetta ha avuto molto chiaro il suo percorso di vita in Cristo e nella Chiesa e lo ha testimoniato nella sua vita quotidiana fatta di relazioni sociali illuminate dalla fede. Per coerenza, appunto.
Lei, a sua volta, sempre stando ai resoconti, ha avuto il grande esempio di santa Maria Goretti, la ragazzina che nel 1902 a Le Ferriere, oggi frazione rurale di Latina, fu aggredita per essere violentata ma per la sua difesa fu uccisa. Sembra che Veronica Antal abbia sempre dichiarato che se fosse capitato a lei si sarebbe comportata come “Marietta”, la santa pontina.
Chissà quanta percezione del pericolo avesse Veronica Antal. Di sicuro, nonostante la giovane età, doveva aver ben presente il concetto della morte. La sua biografia dice che all’età di 15 anni entrò nell’allora Terzo Ordine Francescano, oggi si chiama Ordine Francescano Secolare, in una delle fraternità assistite dai Frati minori conventuali, e da questo mondo ha conosciuto e frequentato la Milizia dell’Immacolata, l’associazione fondata da Massimiliano Kolbe, frate conventuale, oggi santo e ucciso dai nazisti in un campo di concentramento. Questa profonda cultura francescana le avrà posto davanti l’incontro con sorella morte così come lo vedeva Francesco di Assisi (dal suo Cantico delle creature):
Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali;
beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Insomma, la vita continua e Veronica Antal ci crede profondamente perché sa che c’è il suo Gesù accanto a lei, ad accompagnarla e aspettarla. Il cardinale Becciu ha rimarcato con chiarezza che:
Il messaggio che lascia […] la giovane Veronica è un messaggio di luce e di speranza: l’essere umano ha in sé qualcosa che lo spinge a rischiare con coraggio la propria vita in nome della dignità umana, della libertà e della fede religiosa. Essa è capace di resistere a ogni attacco di odio e di violenza, senza rinunciare alla verità e all’amore.
Ora starà a ciascuno riflettere su questo esempio.