Smart toys, tra pericolo e opportunità

Remigio Russo
remigioblog
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3 min readAug 30, 2018
Photo by Louis Reed on Unsplash

Smart toys, un divertimento o un pericolo? Una questione che da poco tempo sta diventando oggetto di discussione anche per il grande pubblico. Un giocattolo elettronico, comprendendo anche i dispositivi ad alta tecnologia, è senz’altro un divertimento, un modo per stare al passo con i tempi, all’occorrenza anche per fare una bella figura da genitore verso i propri figli. Tuttavia, come per ogni medaglia c’è sempre l’altra faccia che invece mostra le insidie: televisori sempre collegati in rete tramite il wi-fi per i video on demand o per la pay per view; telecamere digitali per la sorveglianza ambientale della casa gestibili a distanza dal cellulare; elettrodomestici e apparati per la domotica; senza dimenticare anche i giocattoli per i bambini.

È vero, nessun dispositivo del genere è immune da un attacco di hacker. Cioè, possono rubare i nostri soldi e le nostre identità (da utilizzare per le truffe), i dati di lavoro, i momenti della nostra vita privata che fermiamo nel tempo con foto e video… e magari anche ricattati. «Forse sarebbe meglio tornare all’età della pietra», è la prima risposta istintiva per difendersi dalla paura di finire in chissà in quale guaio.

Per una panoramica su questi aspetti val la pena leggere questo recente articolo su Repubblica.it

Come al solito, la risposta giusta sta nel mezzo. Cioè, essere prudenti ed evitare di «attaccare» il dispositivo e farlo funzionare con le impostazioni di fabbrica. Almeno cambiare subito la password con una di nostra scelta, e che non sia facilmente individuabile per il fatto di aver usato lettere maiuscole, numeri e caratteri speciali. Quel che oggi manca è la capacità delle persone di fermarsi a riflettere, ponderare le proprie scelte e le conseguenze che ne derivano.

Il piacere e la comodità di usare gli smart toys si può senz’altro unire al desiderio e al diritto alla sicurezza. In tal senso vi è un grande sforzo formativo da parte dell’Autorità Garante per la Privacy per aiutare gli utenti a determinare da loro stessi un soddisfacente livello di protezione dei loro dati vitali. Da consigliare la lettura di quanto è spiegato nel sito del Garante su questo tema.

Da mettere in conto anche la probabilità di essere presi per matti o visionari a fare questi discorsi. Invece, l’argomento degli oggetti di uso quotidiano che possono trasmettere ed elaborare i dati della vita quotidiano è ampiamente dibattuto già da tempo. Il mondo di Internet non è solo quello dei social network, dello streaming di film e musica, del web e tutto quello conosciuto fino ad oggi. Vi è un lato della Rete che da tempo interessa gli esperti del settore, si chiama «Internet of Things» (IoT) che in italiano sta come «Internet delle cose». Dove per “cose” si intendono proprio gli smart toys.

Interessante la definizione di Internet of Things offerta dalla Treccani:

Rete di oggetti dotati di tecnologie di identificazione, collegati fra di loro, in grado di comunicare sia reciprocamente sia verso punti nodali del sistema, ma soprattutto in grado di costituire un enorme network di cose dove ognuna di esse è rintracciabile per nome e in riferimento alla posizione.

Per leggere l’intera definizione clicca QUI mentre per una panoramica più ampia sul mondo IoT QUI.

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Remigio Russo
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Giornalista professionista. Digital Content Manager. Direttore Ufficio per le Comunicazioni sociali Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno. Professo OFS