Genova che osa. La proposta dei giovani alla Rete a Sinistra

Lorenzo Azzolini
genovacheosa
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2 min readMar 26, 2017

Questa è la lettera che abbiamo condiviso con altri giovani che si sono impegnati in questi anni nel percorso della Rete a Sinistra.

Una foto dell’incontro di sabato sera

Genova è a un bivio. Da una parte un lento declino, dall’altra nuove opportunità, una nuova identità e un futuro. La prima volta che l’abbiamo detto era dicembre. Era l’inizio di un percorso che ha coinvolto un centinaio di giovani tra i 20 e 30 anni. Ci siamo messi a studiare come mai la nostra generazione sta sparendo da Genova.

I dati sono impietosi. Chi se lo può permettere se ne va, la gran maggioranza di quelli che restano finiscono per restare disoccupati oppure peggio, NEET, cioè non studiano e nemmeno cercano lavoro. Un limbo in cui si perdono 43mila giovani liguri. Sono i sintomi di una crisi profonda che colpisce la nostra città che vede crollare la sua popolazione, disgregarsi le periferie mentre la nostra economia si impoverisce sempre di più.

Da qui è nata la necessità di lanciare alla città alcune proposte, che dopo qualche mese di lavoro sono finite nel manifesto di idee “Genova che osa”, sono diventate le proposte della Rete a Sinistra, il nostro laboratorio politico. Uno spazio a cui abbiamo dato vita quasi tre anni fa insieme a tanti, iscritti ai partiti o no, giovani e meno giovani e che ha tenuto insieme i “pezzi” della sinistra fino ad oggi, quando le decisioni dei partitini nazionali, divisi a prescindere sul rapporto con il PD, hanno compromesso la tenuta della Rete a Sinistra.

Ieri sera ci siamo reincontrati con questi ragazzi e abbiamo deciso che non vogliamo mollare, perché la vita non aspetta e vogliamo essere protagonisti di un cambiamento che sentiamo sempre più urgente. Speravamo che il nostro spazio sarebbe stato quello della Rete a Sinistra, che avrebbe scelto le possibili alleanze rispetto alla disponibilità a dialogare sulle nostre proposte delle altre forze politiche. Una decisione di campo che era da assumere nel merito delle idee e non in base alle tattiche nazionali.

Non ci fermiamo. Invitiamo tutti quelli che hanno condiviso quello sforzo di elaborazione a stare con noi. Perché la nostra proposta alla fine ha coinvolto tutti e perché pensiamo che non sia l’età il discrimine per stare insieme ma la condivisione di metodi innovativi, l’essere curiosi e non scontati, la voglia di determinare un cambiamento a Genova.

Sappiamo che il centrosinistra è disponibile a un confronto pubblico per discutere le nostre proposte. Non vogliamo rinunciare al confronto.

Noi ci siamo e non vogliamo disperdere le energie e le proposte per la città costruite fino ad ora, siamo pronti a presentare una nostra lista aperta a chi vuole portare queste idee in consiglio comunale. La sfida è complessa ma noi siamo la Genova che osa, non abbiamo paura e non abbiamo niente da perdere.

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