Nomine e incarichi, questioni di opportunità

Lorenzo Azzolini
genovacheosa
Published in
3 min readJan 24, 2017

E’ notizia di qualche giorno fa che Luigi Merlo, già presidente dell’Autorità Portuale di Genova ed ex consulente del Ministro delle Infrastrutture proprio per i temi della portualità, è stato assunto dal colosso MSC per occuparsi dei rapporti istituzionali con l’Italia. Insomma, Merlo salta dall’altra parte della barricata, o meglio della scrivania, passando dal politico al tecnico.

Abbiamo presentato una proposta di legge per istituire il registro del lobbysti -> https://goo.gl/J2auYc

Un caso simile, al netto delle differenze, quello che ha visto coinvolto Lorenzo Forcieri, ex presidente dell’Autorità Portuale della Spezia, quando si è auto-confermato alla guida della società, da lui costituita solo poco tempo prima, che si occupa delle crociere nel porto spezzino. Una storia ancor più complessa, visto che su quella società la magistratura ha aperto un’indagine che coinvolge oltre a Forcieri altri dirigenti dell’AP spezzina.

Due casi molto diversi, eppure ricorrenti nelle cronache italiane: politici che si riciclano diventando dirigenti di aziende con cui hanno trattato quando si occupavano dell’interesse pubblico. E proprio questo aspetto crea perplessità. Non tanto da un punto di vista legale, anche se non mancano i casi in cui viene coinvolta la magistratura, ma banalmente di opportunità.

E’ corretto che interesse pubblico e interesse privato finiscano per mescolarsi, in assoluta continuità, nelle mani delle stesse persone? Noi pensiamo di no.

In Europa e in America esistono legislazioni molto rigorose per evitare questo tipo di situazioni. Come Rete a Sinistra tra le prime proposte che abbiamo presentato in consiglio regionale ce n’è una per istituire il registro dei lobbisti e disciplinare come gli interessi privati vengono portati all’attenzione degli amministratori pubblici.

Non è la prima volta che parliamo di lobby…

Tra i temi che poneva anche la necessità di lasciar passare tre anni prima di consentire a un politico di assumere un ruolo di lobbying.

Negli ultimi anni nella nostra regione abbiamo visto gli effetti dell’intreccio di interessi opachi, uno dei casi più eclatanti è quello della Tirreno Power di Vado Ligure. Caso nel quale la magistratura è intervenuta indagando tutta la precedente giunta regionale.

Il punto non sono le eventuali responsabilità penali ma molto di più quell’area grigia che, anche quando non costituisce reato, rappresenta un modo poco trasparente e corretto di gestione della cosa pubblica.

Crediamo che la politica debba essere trasparente e rigorosa e per questo servono norme adeguate. I cittadini hanno sempre meno fiducia nelle istituzioni, per ricostruirla abbiamo bisogno che i palazzi del potere diventino invece dei palazzi di vetro.

Articolo pubblicato su Il Secolo XIX.

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