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5 min readJun 15, 2016

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#opportunitàscuola è il titolo della nostra campagna per dare gratis i libri di scuola agli studenti liguri tagliando i costi della politica, scopri di più su reteasinistra.it/opportunitascuola

Ogni anno tra la fine di agosto e l’inizio di settembre quasi tutte le famiglie italiane che hanno dei figli che frequentano le medie o le superiori si trovano a pagare una “tassa” molto salata. Una “tassa” che, nella sola Liguria, va dai 180€ delle medie sino ai 230€ del triennio delle superiori per

una spesa complessiva che raggiunge i venti milioni di euro.

La Liguria ai tempi della crisi, appunti sulla condizione giovanile nella nostra regione.

Ovviamente stiamo parlando dell’acquisto dei libri di testo. Un meccanismo infernale che grava sui bilanci e che, quando si hanno più figli in quella fascia di età, diventa quasi insostenibile, soprattutto in una Regione in cui una famiglia su cinque dichiara di essere in “grave difficoltà” economica. Quando come #reteasinistra ci siamo insediati in Consiglio lo scorso giugno una delle prime domande è stata, quindi: Come può la politica rimanere in silenzio davanti a un fenomeno simile? Come agire?

La tabella evidenzia la correlazione tra dispersione scolatisca e le difficoltà economiche delle famiglie. I dati vengono da una ricerca sulla dispersione scolastica in Liguria commissionata dalla Regione nel 2012.

È così che, valutando anche un contesto anagrafico che, oltre a tutto ciò, vede la Liguria come la regione più anziana del Paese, abbiamo presentato la nostra prima proposta di legge, la prima di tutta la legislatura: Opportunità Scuola.

Una proposta molto semplice e facilmente attuabile perché basata sul principio fondamentale che sia proprio la politica a fare da esempio sulla strada della condivisione e dell’investimento sul futuro di tutti noi. Nei fatti un taglio ai costi degli stipendi dei consiglieri regionali per attivare un programma di comodato d’uso che, negli anni, diventi sistemico andando a coprire una fetta sempre più corposa di studenti liguri. Semplice no?

Il fulcro di tutto sta quindi proprio nel comodato d’uso, una buona pratica di condivisione che, nella nostra Regione esiste da più di quindici anni. Lo sanno bene alla Don Milani, scuola media statale genovese che a lungo ha avuto lo status di “scuola sperimentale”: orari prolungati sino a un sostanziale tempo pieno, laboratori interdisciplinari ma anche, e soprattutto, pratiche di condivisione interna all’istituto come il comodato. Lì ogni alunno riceve i libri di testo gratuitamente all’inizio dell’anno e li riconsegna cercando di mantenerne invariato lo stato prima dell’estate. I genitori sono soggetti sì a pagare un contributo volontario annuale ma, in ogni caso, questo si attesta ben al di sotto delle medie relative ai soli libri di testo e comprende in sé anche l’acquisto di tutto il materiale necessario per le attività didattiche e di laboratorio. Ecco, la nostra idea, con “Opportunità Scuola” era recuperare dei fondi dai costi della politica e applicare un modello simile a tutta la Regione. Con un taglio agli stipendi dei consiglieri che oggi percepiscono 150mila euro all’anno e che noi avremmo portato a livello di stipendio paragonabile a quello dei sindaci delle grandi città, intorno ai 3000€ al mese, infatti, si sarebbero potuti recuperare tre milioni di euro all’anno. Con quella cifra, in aggiunta ai quasi due milioni e mezzo di euro già devoluti dallo stato per rimborsare dei costi le famiglie meno abbienti (che è quello che poi prevede la nostra costituzione agli articoli 33 e 24 a la dichiarazione dei diritti dell’uomo all’articolo 26 per tutti gli articoli sono da aggiungere iperlink che rimandano ad articolo), nel 2016/17 avremmo coperto i costi per i comodati di 25mila studenti che sarebbero diventati più di 50mila nel 2018. Che poi starebbe a significare che nel giro di due anni uno studente su due all’interno del nostro sistema scolastico avrebbe potuto beneficiare di questa norma.

Non è stato possibile perché, un po’ come per la salvaguardia del territorio, la Giunta Toti ha bloccato sul nascere ogni iniziativa.

La destra ha impedito, con un cavillo, di votare la nostra proposta. Di fronte a un simile atto di arroganza è insorta tutta l’opposizione che ha scritto al prefetto per protestare contro un’azione palesemente antidemocratica.

“Siamo di fronte a un disegno ben orchestrato per imbavagliare l’opposizione e per evitare imbarazzi a quella parte di maggioranza che, almeno pubblicamente, brandisce i tagli ai costi della politica come arma di consenso elettorale.”

ha detto Gianni Pastorino, consigliere regionale della #reteasinistra, commentando l’accaduto.

Però non ci siamo limitati a protestare. Già pochi giorni dopo questi fatti abbiamo pubblicato altre tre soluzioni possibili per reperire le stesse risorse. 3 milioni di euro si possono reperire senza troppa difficoltà nel bilancio regionale, tagliando sprechi e spese eccessive.

La nostra prima ipotesi recuperava 3 milioni di euro dal taglio dei costi della politica, riducendo stipendi e abolendo l’assegno di fine mandato e i rimborsi per i gruppi consiliari.
Attualmente il compenso annuo di un singolo consigliere regionale si aggira sui 150mila euro. Una cifra che secondo noi è giusto ridurre.
La seconda ipotesi di finanziamento viene dalla riduzione delle spese generali del consiglio regionale.
Il consiglio regionale delle Marche, regione simili alla nostra per dimensioni, costa meno della metà di quello della Liguria. (15 milioni contro i nostri 36)
La terza ipotesi reperisce risorse tagliando il costo dei dirigenti.
Sempre prendendo ad esempio le Marche, per dimensioni simili alla Liguria, è evidente l’enorme sproporzione del numero dei dirigenti e dei direttori generali. (In rosso i numeri della Liguria, in bianco i numeri delle Marche)
3 milioni di possono recuperare anche tagliando semplicemente di 1/5 alcune spese generali di funzionamento della Regione.
780 milioni di euro è la spesa annua per il semplice funzionamento dell’ente. Di questi 11 milioni sono impegnati per “spese varie”.

Proposte concrete che si inseriscono in un discorso di riavvicinamento della politica alle necessità dei cittadini liguri e che, contemporaneamente, portano avanti una certa idea di scuola, vero fulcro dello sviluppo della nostra Regione. Perché comodato d’uso non vuol dire semplicemente risparmio ma anche condivisione e mutamento di un sistema educativo che, ogni anno di più, deve imparare ad adattarsi a nuove sfide e a rinnovarsi. Il libro di testo cartaceo come base solida di un’approccio didattico innovativo, capace di utilizzare i nuovi media e di capire i bisogni e gli strumenti utilizzati dai ragazzi.

Quello che fanno alla Don Milani da molti anni e che noi di #reteasinistra vorremmo fare in tutta la Regione. Servono soltanto 3 milioni.

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