Prossima Genova / Popolazione attiva

Genova che osa
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Published in
3 min readJul 23, 2016

È uguale alla somma dell’indice di dipendenza giovanile e dell’indice di dipendenza senile; detto altrimenti, è il rapporto percentuale tra il numero dei giovani fino ai 14 anni e degli anziani dai 65 anni in su, da un lato, e il numero degli adulti dai 15 ai 64 anni, dall’altro. Rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva su quella attiva. Fornisce una misura indiretta della sostenibilità della struttura della popolazione: valori superiori a 50 indicano una situazione di squilibrio generazionale. L’indice tende a essere molto più alto nei quartieri coll’indice di vecchiaia più elevato: in particolare, con indice superiore a 70, la gran parte dei quartieri benestanti lungo la costa orientale della città (Quinto detiene il record: 84,9), fino a San Nicola, più Pegli; si aggiungono San Giovanni Battista, Oregina, Marassi, San Fruttuoso e San Martino. Gli unici quartieri con un indice sostenibile sono i tre del Centro storico. Si avvicinano a un indice sostenibile i quartieri meno anziani della Val Polcevera, sia quelli che ricevono migranti, sia San Quirico e Morego, Lagaccio e San Eusebio.

Nel contesto genovese è soprattutto un diverso indicatore dei quartieri con il minor numero di giovani fino ai 14 anni oppure che hanno un migliore rapporto tra giovani e 15–64enni (come è il caso di Begato e San Eusebio). A Quartara l’indice è negativo per la concorrenza di un alto tasso di ragazzi fino a 14 anni (13%) e un basso numero di 15–64enni (56%).

L’indice individua i quartieri più vecchi, ricalcando abbastanza bene l’indice di vecchiaia.

È il rapporto percentuale tra il numero delle persone in età lavorativa dai 40 ai 64 anni e il numero di quelle dai 15 ai 39 anni. Rappresenta il grado d’invecchiamento della popolazione attiva rapportando le generazioni più vecchie ancora attive a quelle più giovani destinate a sostituirle. Valori più alti indicano una struttura più anziana della popolazione potenzialmente attiva e, quindi, minori possibilità di dinamismo e adattamento al lavoro.

È il rapporto percentuale tra il numero degli adulti dai 55 ai 64 anni e il numero dei giovani dai 15 ai 24 anni. Rappresenta il grado di ricambio della popolazione attiva, tra adulti potenzialmente in uscita dal mondo del lavoro e giovani potenzialmente in entrata. Valori molto inferiori a 100 possono indicare minori opportunità per i giovani in cerca di prima occupazione, mentre valori molto superiori a 100 implicano una difficoltà a mantenere costante la capacità lavorativa della popolazione. Oltre Crevari, che si conferma un quartiere molto anziano sotto ogni punto di vista, si notano all’opposto per apparire in questa mappa con un indice tra 100 e 150 alcuni quartieri benestanti della costa est: Quartara, Sturla, Lido, Albaro, Manin, Castelletto.

Segue uno schema che individua la demarcazione dei quartieri più benestanti, lungo la stessa linea di distribuzione del reddito e del tasso di scolarizzazione. Crevari ha un tasso del 5%. A Ca’ Nuova il tasso è del 20%, a Bolzaneto del 12,5%. Tra gli altri quartieri con un tasso superiore al 9%, vari sono quartieri d’immigrazione.

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Il tasso di disoccupazione tende anche a essere più alto dove è più basso il tasso di scolarizzazione. Dei quindici quartieri con un tasso di disoccupazione inferiore al 6%, solo Crevari ha una scolarizzazione totale minore del 60%, otto hanno una scolarizzazione superiore all’80% e tre superiore al 70%. Dei quartieri con un tasso di disoccupazione inferiore a 5%, sette hanno una scolarizzazione superiore all’80% e solo Quinto si colloca al 69%. Dei tredici quartieri con un tasso d’istruzione superiore al 70%, solo San Nicola e Maddalena hanno una disoccupazione superiore al 6% (6,1% e 8,8% rispettivamente).

Il tasso di occupazione è inversamente proporzionale al numero di disoccupati come al numero di persone non in età di lavoro (a Genova, quindi, perlopiù anziani). Questo spiega i valori del Centro storico superiori al 50%. A Ca’ Nuova è occupato appena il 34,7% dei residenti. Nella quasi totalità dei quartieri della Val Polcevera, pure abbastanza giovani, è occupato meno del 45% dei residenti.

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Lo studio di “Prossima Genova” consiste in elaborazioni sui dati dell’Ufficio di statistica del Comune di Genova (calcolo 2014, salvo la pubblicazione sulle dichiarazioni del redditi 2011) e dell’ISTAT (censimento 2011).

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