Triplice alleanza contro i migranti: dietro gli slogan il nulla.

Lorenzo Azzolini
genovacheosa
Published in
5 min readSep 13, 2016
Nel frattempo… sui muri di Genova.

Toti, Zaia e Maroni hanno firmato una triplice alleanza contro i migranti. Un documento striminzito, nove punti raccolti in meno di una pagina e corredati da tre slide di dati, generici quanto noti. Possibile che tre governatori di regione in un intero pomeriggio producano così poco?

Sì.

Soprattutto se il vero obiettivo del loro incontro è tutto diverso. L’operazione, in realtà, è tutta politicista e serve a siglare l’alleanza tra Toti e la Lega Nord per conquistare la leadership del centrodestra. Dietro all’incontro quindi non c’è nessuna necessità, tantomeno la voglia di arrivare a qualche risultato, perché lo scopo è di rompere le uova nel paniere all’altro ipotetico leader del centrodestra, Parisi.

Avremmo bisogno di politiche serie e di proposte nuove, non della solita retorica. Per affrontare un problema bisogna prima di tutto conoscerlo, senza ipocrisie e senza pensare di trovare facili scorciatoie.

Il Comune di Genova, ad esempio, sta sperimentando un percorso di integrazione interessante che raccontiamo qui.

Un bel lavoro di spiegazione e racconto del modello di accoglienza genovese è stato realizzato dai ragazzi di Left Lab Genova.

Abbiamo scaricato il documento dei tre presidenti dal sito della Regione Liguria. Si tratta di una serie di brevissime dichiarazioni di concetto, quasi sempre vuote o non spiegate.

1) Dichiarazione stato di emergenza. Con tale dichiarazione viene correttamente inquadrato il fenomeno immigrazione che non deve essere gestito come evento ordinario ma come evento emergenziale destinato ad azzerarsi.

Il fenomeno delle migrazioni non è certamente destinato ad azzerarsi, anche se assumerà forme diverse. Mesi fa abbiamo raccontato alcune storie di migranti italiani che si sovrappongono a distanza di tanti anni a quelle attuali. Sembra che quelle storie non ci abbiano ancora insegnato nulla.

Queste cartoline le abbiamo pubblicate sulla pagina della Rete a Sinistra nel settembre 2015.

2) Bloccare i flussi degli immigrati alla partenza, anche mediante la creazione di centri di prima accoglienza nei paesi del Nord Africa per provvedere in quei luoghi all’esame delle richieste di asilo. Deve essere chiaro che sulle nostre coste è fatto divieto di sbarcare.

Il documento non aggiunge altro. Non si capisce chi dovrebbe istituire questi centri e come. Il fatto poi che si debba chiarire che “è fatto divieto di sbarcare” in Italia assume tratti davvero grotteschi.

Ad esempio, come pensano di istituire questi centri in Libia, paese che ha a malapena un governo funzionante?

3) Promuovere accordi bilaterali con i paesi di origine per i rimpatri.

4) Richiesta all’Unione Europea di predisposizione di Piani di miglioramento delle condizioni di vita nei luoghi di origine dei cosiddetti immigrati economici che ad oggi non hanno titolo ad entrare nell’UE.

I tre presidenti di nuovo non spiegano cosa hanno in testa, cosa si aspetterebbero oppure quali e quante risorse si potrebbero investire e prendendole da dove.

Nel 2011, anno in cui Maroni era Ministro dell’Interno, l’Italia ha deciso di tagliare le risorse per la cooperazione internazionale. Da allora la cifra è rimasta quasi immutata: oscillando dallo 0,12% allo 0,16% del PIL.

Volendo fare alcuni conti è interessante questo dato, a dimostrazione che tutto è un po’ più complesso della retorica leghista. Già nel 2013 gli stranieri che lavoravano in Italia pagavano più di 10 miliardi di contributi garantendo la pensione a 620 mila anziani.

5) Conferma del reato di immigrazione clandestina, reato presente in numerosi paesi europei, di natura contravvenzionale e potenziamento del contrasto al traffico di esseri umani.

Questa mappa mostra chiaramente l’inasprimento delle politiche sui migranti negli ultimi anni. Nonostante questo la situazione degli arrivi in Europa non è cambiata, segno che criminalizzare chi fugge dalla miseria non funziona. Oltre a non essere umano.

6) Possibilità di istituire nuovi Centri di identificazione ed espulsione solo tramite accordi bilaterali con le Regioni che diano il loro assenso.

7) Soluzioni ad hoc per le regioni di confine onde evitare tensioni sociali: prevedere una diminuzione delle quote dei richiedenti asilo assegnate in fase di ripartizione, tenendo conto che il numero effettivo di migranti presenti in tali regioni eccede la quota prevista, a causa del numero di irregolari non censiti.

La quota di migranti assegnata alla Liguria è davvero bassa, secondo il Ministero dell’Interno il 3% del totale. In Veneto, regione amministrata da Zaia, sono il 7%. La Lombardia, guidata da Maroni, accoglie il maggior numero di migranti, il 13%. Parliamo di circa 13mila migranti in una regione popolata da più di 10 milioni di persone.

In ogni caso, come pensano di rimodulare queste quote e con quali criteri?

8) Ripristinare il sistema relativo all’immigrazione regolare disciplinato dal sistema dei flussi e dal permesso di soggiorno ottenuto in presenza di un contratto di lavoro, anche valutando la selezione dei flussi solo a favore di chi condivide pienamente la Carta dei valori di cittadinanza e di integrazione del 2007 del Ministero dell’Interno.

Di fatto si tratta della famosa “Bossi-Fini”, la legge sull’immigrazione approvata più di 10 anni fa dal governo Berlusconi. Un fallimento a detta di (quasi) tutti.

9) sanità internazionale: rivedere le regole e le dotazioni finanziarie.

L’ultimo punto è talmente ermetico da essere quasi totalmente non commentabile. Rivedere come? E le dotazioni finanziarie ad esempio, sono da aumentare o diminuire? Nemmeno questo si capisce.

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