WhatsApp è morto, e neanche io mi sento tanto bene

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Se io ti chiedessi di affidare tutti i tuoi contatti, tutte le tue interazioni, in mano mia, sapendo che io potrei farne ciò che voglio, e che tutto dovrebbe passare attraverso di me, per cui basterebbe una mia piccola mancanza per rovinarti le tue comunicazioni, tu cosa mi risponderesti? E’ proprio ciò che stiamo facendo con un’App che si chiama WhatsApp.

Attraverso WhatsApp dichiari amore eterno al tuo partner, e vi sentite più vicini.

Organizzi gli incontri con i tuoi amici, mantieni legami famigliari distanti e quindi altrimenti non possibili, coordini importanti progetti con i tuoi colleghi.

Ogni tanto pubblichi anche pezzetti della tua Vita e li rendi pubblici a tutti i tuoi conoscenti, li condividi con loro.

Tutto questo con un’unica App, un unico nodo che gestisce una delle parti più importanti della tua Vita: le tue interazioni, che sarebbero anche le tue amicizie, i tuoi affetti, i tuoi amori.

E tutto questo lo metti nelle mani di un gruppetto di pochissime persone che neanche conosci.

Meglio ancora: affidi tutto questo ad un algoritmo, ad un fascio di elettricità e silicio.

Lasci che il flusso dei tuoi pensieri e delle tue esperienze quotidiane passi attraverso un gruppo di computer dei quali non conosci neanche la loro ubicazione, e se anche la conoscessi non potresti comunque accedervi.

A questa Entità indefinita affidi una delle parti della tua Vita che ti rendono Umano: le tue interazioni.

E allora può capitare che ad un certo punto questa meravigliosa App crolli, che non ce la faccia, non riesca a reggere il carico di tutta questa Umanità che, attraverso di lei, è desiderosa di condividere la propria Vita.

E tutto si blocca, la tua Vita si blocca: niente più amici, niente più affetti, i progetti professionali si devono fermare a tempo indeterminato, solitamente poche ore, ma sempre molto importanti.

Esattamente come le tue emergenze, come è accaduto al sottoscritto, che proprio mentre stava comunicando con un ragazzo e si stava coordinando con i Colleghi per gestire l’emergenza, si è visto bloccare tutto quanto.

Ognuno è rimasto con le sue sofferenze non più esprimibili, ognuno con i propri dubbi, le proprie riflessioni, le proprie proposte operative.

Tutto sospeso nell’aria.

Tutto dopo le 10 di sera, e buonanotte: si riprende domani mattina.

Forse. Speriamo.

E nel frattempo leggo gente terrorizzata che si chiede come fare.

E lo chiede anche nei Social, dal momento che ormai non siamo più in grado di decidere nulla senza prima avere ottenuto l’approvazione sociale.

Eppure le alternative non mancano: esistono numerose altre App di messaggistica istantanea, anche più affidabili di WhatsApp.

Ad esempio Telegram, oppure Signal, o anche il vecchio Hangout (ve lo ricordate ancora?).

Perché allora affidare una parte così importante della propria Vita ad un unico nodo per di più gestito da estranei?

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