… che dire di Ryanair?!

nicola castello
Riflessioni in bianco e nero
4 min readSep 19, 2017

sparlare della Ryanair è troppo facile, è come sparare sulla Croce Rossa o rubare le caramelle ad un bambino, quasi non c’è gusto…

Fino ad un paio di anni fa, ad esempio, non avevi il posto assegnato sul volo e quindi, sul bus che dal Terminal ti accompagnava all’aereo, assistevi a lotte senza esclusione di colpi (pestoni, ginocchiate alle palle, gomitate allo sterno) tra placide mamme e sereni pensionati, pronti a qualunque bassezza pur di assicurarsi un angolino di spazio vicino alle porte, pronti a scattare verso le scale dalle quali si sale sull’aereo. Lotte che proseguivano nei cento metri separano il bus dalla scaletta dell’aereo che venivano percorsi in meno di dieci secondi dai più giovani (che pure Usain Bolt avrebbe dovuto spremersi un po’ per star loro davanti) e che vedeva tutti gli altri, meno atletici, pronti a sgambettare alle spalle senza vergogna il vecchio semiparalitico che ti precede che manco Claudio Gentile ai Mondiali dell’ ’82 a Maradona. Adesso è cambiato tutto, certo, i posti sono numerati e quindi puoi prendertela con calma però… si c’è un però, anzi due:

1) se, ad esempio, prenoti tre posti, il sistema ti assegna gratuitamente due posti vicini, ma se vuoi anche il terzo nella stessa fila devi pagarlo a parte; cosa che sei obbligato a fare, per evitare di litigare con tua moglie prima ancora di essere partiti;

2) i posti sono assegnati è vero, ma su 180 posti a sedere c’è posto solo per 90 bagagli a mano e quindi, per evitare di dover aspettare i bagagli all’aeroporto di arrivo (sempre che non lo abbiano spedito a Katmandu) ti metti in fila al Gate molto prima dell’orario di imbarco previsto, con il rischio che, o ti becchi un ‘colpo della strega’ che ti lascerà monco per i successivi tre giorni o arrivi talmente presto al Gate che ti imbarchi sul volo precedente al tuo e quindi, all’atterraggio, dovrai subire gli sguardi impietositi degli altri passeggeri che ti vedono in bermuda e camicia hawaiana perché sei atterrato a Mosca e non a Miami come tu pensavi.

Che dire poi del servizio a bordo? In volo ti fanno pagare anche l’acqua e quindi, o ti fai due ore di viaggio con la bocca talmente asciutta che senti la lingua come rivestita da velluto a coste oppure ti prepari a sborsare cinque euro per mezza bottiglietta d’acqua della quale, ad ogni buon conto, non guardi la data di scadenza perché non si sa mai. E ti è andata anche bene perché, qualche tempo fa, avevano anche fatto la proposta di far pagare l’accesso ai bagni; proposta ritirata subito forse per evitare di correre il rischio che, qualche passeggero pur di non pagare, si sarebbe scompisciato addosso.

Ovviamente su un aereo Ryanair non puoi dormire, manco se sei reduce da una notte nella più incasinata discoteca di Ibizia e ti sei scolato un paio di litri di birra perché, impietoso e puntuale, arriva il momento del gratta e vinci, seguito dal momento “profumo duty free a prezzi stracciati” e dal momento “orologi a prezzo di favore” quindi dal momento “miniatura del Boeing 737 quasi regalato” per finire col momento “album da colorare per fare stare buono il pupo”.

E tu sei li, con gli occhi spiritati e spalancati che sembri la controfigura di Jack Nicholson in Shining che cerchi di sopravvivere a tutto questo senza riuscire a dormire un solo minuto fino all’atterraggio, scandito, a sua volta, da un assolo di tromba sparato a tutto volume, simile a quello che accompagnò la presa di Porta Pia.

E si potrebbe continuare ancora a lungo a criticare la Ryanair, certo, ma sarebbe, come dicevo all’inizio, troppo facile.

Ma allora perché, potrebbe chiedersi qualcuno, da quindici anni mi ostino a viaggiare con Ryanair?! Sono forse un masochista? Un emulo di Tafazzi?

Forse, chissà un poco è anche questo; ma in realtà il motivo principale è molto più semplice e banale, ed è che sono disposto a stare mezz’ora in piedi al Gate, a viaggiare su posti non necessariamente vicini, a pagare l’acqua il doppio (triplo?!) del suo prezzo di mercato. Tutto questo perché Ryanair mi ha consentito, negli ultimi quindici anni, di andare in giro per mezza Europa e per tutta Italia a prezzi stracciati, lontani anni luce dai prezzi di qualunque altra compagni aerea. E se mia figlia, a dieci anni, ha visitato più capitali europee di quante ne avessi visitate io a trenta, per questo, non posso dire che “Nonostante tutto, grazie, Ryanair”.

Adesso vi lascio perché tra poco parte il mio aereo per Berlino (andata e ritorno a meno di cento euro) e devo mettermi in coda al Gate.

Sempre che non abbiano cancellato il volo…

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