nicola castello
Riflessioni in bianco e nero
3 min readMay 16, 2019

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… ed oggi pare che ci siamo davvero.

C’è voluto un anno per arrivare a questo punto. Dodici mesi di riflessioni ed entusiasmi, pentimenti ed esaltazioni, fino al momento della risoluzione definitiva, convinta, anche se condita da un giusto grado inquietudine. Anche perché, all’atto della decisione, ero da solo. Io e quei cinquecento chilometri di polvere, fatica e sudore che si estendevano a perdita d’occhio davanti a me.

Certo, avevo condiviso quell’idea con tutti i miei colleghi, più per correttezza che per la convinzione che qualcuno davvero pensasse di seguirmi, ma ero certo che nessuno fosse tanto incosciente da scegliere di imbarcarsi in una avventura così folle, almeno per come la vedevo (e tutt’ora la vedo!) io.

Mi ero pertanto già preparato mentalmente a condividere il tutto con altri tizi provenienti da ogni angolo del continente che, oltre ad essere folli come me, correvo il rischio di non riuscire a comprendere, immaginando già di perdermi in un mix di inglese e spagnolo, tedesco e italiano e chissà quale altro idioma sconosciuto ed incomprensibile. Ma tanto, alla fine, non ci si sarebbe persi in chiacchiere più di tanto; il fiato sarebbe servito ad altro.

Invece, prima sorpresa, alcuni amici, Pino e Giuseppe, si dimostrarono da subito interessati all’idea, vogliosi di condividerla. In realtà, nemmeno allora la mia trepidazione si ridusse più di tanto perché ero certo che, alla fine, al momento di mettere fine alla chiacchiere e passare alla pratica, si sarebbero tirati indietro adducendo una qualunque scusa più o meno plausibile.

Al contrario, col tempo, non solo i primi amici confermarono la loro decisione ma addirittura se ne aggiunsero di nuovi, Giuseppe, Natalia e Giovanni; nuovi coraggiosi e un po incoscienti amici che, sulla scorta dell’entusiasmo trasmesso dai primi, decisero di aggregarsi sposando l’idea.

Pochi incontri per definire le modalità, qualche discussione su tempi e modi, qualche perplessità nata dalla volontà, soprattutto dei nuovi, di aumentare le difficoltà dell’impresa, subito fugata dall’entusiasmo contagioso che ci pervadeva e finalmente la decisione finale.

Ed oggi, come dicevo, pare che ci siamo davvero. Prenotati i voli, gli alberghi, le attrezzature e tra qualche mese si va. Tra qualche mese inizieremo quella meravigliosa avventura, quel mitico percorso che risponde al nome di “Cammino di Santiago”, da percorrere in bicicletta, da Burgos a Santiago di Compostela, lungo la via Francese. Un percorso che sappiamo già essere duro e faticoso ma altrettanto bello ed affascinante.

Ognuno di noi sarà spinto da una motivazione diversa: chi lo farà con spirito religioso, chi per ritrovare se stesso, chi perché innamorato della Spagna e voglioso di conoscerne angoli remoti e caratteristici, chi perché desideroso di confrontarsi col mito. Ognuno troverà dentro di se la forza per percorrere quei bellissimi ed infiniti 500 km.

E se qualcuno ad un certo punto dovesse pensare di riuscire a farcela, avrà accanto a se un gruppo di amici che lo aiuteranno ad andare avanti, un metro dopo l’altro, una pedalata dietro l’altra, fino alla fine del mondo, fino alla fine del sogno.

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