Non fate il Cammino di Santiago

nicola castello
Riflessioni in bianco e nero
3 min readNov 5, 2019

Un consiglio, di cuore, a tutti quelli che non hanno mai fatto il Cammino di Santiago, ma che hanno in programma di percorrere quel sentiero che, dai confini tra Francia e Spagna, conduce fino ai confini del mondo: lasciate perdere finché siete ancora in tempo, non fatelo!
Ci sono mille altri percorsi da seguire in giro per il mondo.
Fate il Cammino degli Angeli, 200 km da Roma ad Assisi, già percorso da San Francesco; dalla città eterna a quella del poverello, attraversando scenari incantevoli e sereni.
O La Romita, il cammino che va da Assisi a Bagnara Nocera Umbra, dove San Francesco si è recato per giovarsi delle cure delle acque di Nocera Umbra presso la località Bagni.
Oppure la Via Lauretana, 150 Km, da Assisi fino a Loreto, lungo sette tappe: Assisi, Spello, Colfiorito, Muccia, Belforte di Chieti, Tolentino, Macerata e Loreto se andate a piedi quattro se andate in bicicletta: Assisi, Colfiorito, Tolentino, Montelupone e Loreto.
O magari, se avete tempo e gambe, Il Cammino di Michael che collega sette santuari, dall’Irlanda fino in Israele, uniti da una linea retta immaginaria, denominata Linea Sacra di San Michele, che per oltre 2.000 km taglia l’Europa riunendo i luoghi sacri dedicati all’Arcangelo Michele.
O se preferite il tratto Canterbury-Roma, il tragitto più importante fra quelli che componevano la via Francigena.
Ma non fate il Cammino di Santiago.
Volete davvero affrontare, il primo giorno, appena partiti, la terribile traversata dei Pirenei? Sfidare il freddo, la nebbia, il vento che toglie il respiro di quella catena montuosa infame?
Siete sicuri di voler camminare, o pedalare, cambia poco, per le centinaia di chilometri piatti, aridi, infiniti che compongono le meseta della Castiglia y Leon?
Dove troverete il coraggio di affrontare i nove chilometri dell’infinita salita necessaria per raggiungere O’Cebreiro?
Pensateci bene, riflettete a lungo prima di affrontare questa avventura che vi provocherà stanchezza e dolori, che porterà il vostro fisico al limite della sopportazione.
Pensateci bene perché alla fine, se sarete proprio decisi a cimentarvi in questa impresa, quando la porterete a termine, perché qualunque cosa accada riuscirete a portarla a termine, dovrete affrontare l’ostacolo più insormontabile, l’inconveniente più grande, la difficoltà che non riuscirete mai a sconfiggere: la nostalgia del Cammino, alla quale hanno pure trovato un nome, “Santiaghite”.
Non riuscirete più a smettere di pensare a quei posti; non riuscirete a mettere in un angolo la voglia di affrontare la traversata dei Pirenei sfidando il freddo, la nebbia e il vento; vorrete di nuovo camminare, o pedalare, cambia poco, per le centinaia di chilometri piatti, aridi, infiniti delle meseta; desidererete ancora una volta affrontare i chilometri della salita di O’Cebreiro.
Perché il Cammino vi sarà entrato dentro, nel cuore e nell’anima e non riuscirete più a toglierlo da lì.
E da quel momento nessun altro posto al mondo vi sembrerà lontanamente paragonabile a quel posto; nessun altro viaggio vi sembrerà minimamente confrontabile a quello; nessuna alba avrà mai la luce di quelle albe; nessun fiume avrà mai la limpidezza di quei fiumi; nessun alito di vento avrà mai la freschezza di quegli aliti di vento.
E se vi sarà possibile, ci tornerete, e poi ci tornerete di nuovo, e poi ancora. O farete di tutto perché questo accada.
Perché in ogni angolo di mondo che visiterete, nel corso dei vostri viaggi, lascerete un pezzetto del vostro cuore, ma lungo il Cammino, lì, lascerete tutto il vostro cuore.

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