A casa del Re
La prima cosa che mi ha attratto di Govone è il suo Castello, scoperto per caso su Instagram. Ho una vera e propria passione per i castelli, mi affascinano (sono sicura che avrete letto del Castello di Andraz): se ne stanno lì, fermi nel tempo ad aspettare che torni a casa il Re.
Non c’è più un re né una regina.
Ma a ben vedere ognuno di noi è un po’ più regale quando si aggira nelle sale ricche di colori pastello e oro le cui pareti sono coperte da tappezzerie pregiate. È stata una serendipity, quella cosa per cui cerchi un’informazione e piombi in un’altra.
Ecco io cercavo un ristorante e sono finita a casa del re.
A Govone c’è un castello, il Castello, che in questo periodo di sospensione ha mantenuto il suo charme (tecnicamente tone of voice), ha continuato a parlare in prima persona raccontandosi e cercando i suoi affezionati visitatori di tanto in tanto, senza invadere troppo il loro spazio digitale. È importante, ce ne siamo accorti tutti: in questi mesi siamo stati bombardati da dirette, webinar, corsi online e digital talk.
Questa invasione ha un nome e si chiama information overload ed è proprio la pandemia ad averci aperto gli occhi: quante notizie ci paiono fondamentali e poi non lo sono? Quante dirette abbiamo seguito, convinti che avrebbero svoltato la nostra smart-carriera e siamo sempre qui?
Improvvisamente è diventato importante vedersi, pazienza se la webcam posizionata male rendeva le facce simili a quelle dei Muppets.
Avevamo bisogno di gente. Non solo noi, ma anche le realtà culturali: musei, biblioteche e sì anche il nostro Castello. Ma #Thetellingcastle si è distinto dagli altri perché si è comportato come sempre: ha raccontato di sé, di Govone e di quanto desiderasse accogliere nuovi visitatori. Ha mantenuto il suo savoir-faire.
E io mi sono innamorata sempre di più di questa lussuosa dimora in cima a una collina, raggiungibile percorrendo una strada stretta, ripida e piena di curve. I suoi interni raccontano leggende che si fondono con la storia, i giochi prospettici ingannano il visitatore distratto e le volte affrescate catturano l’occhio curioso.