La ri-nascita di Venere (intro)

Sara Di Cerbo
Rinascimento_2.0
Published in
3 min readMay 7, 2020
La nascita di Venere, Sandro Botticelli 1485–1486, Galleria degli Uffizi, Firenze

Rinascimento 2.0 nasce in un periodo molto particolare della nostra storia, in un 2020 che, volenti o nolenti, ricorderemo per tutta la vita. Eppure la Storia insegna che è nei momenti di crisi che si scorgono le seconde possibilità, quelle che ci permettono di ricostruire un mondo migliore sulle macerie del vecchio, perché il futuro sta nell’andare avanti, non nel guardarsi continuamente alle spalle.

Il nostro obiettivo è proprio questo: dare una seconda opportunità a quello che per noi è il paese più bello del mondo, permettendogli di raccontarsi con tutte le sue sfumature, che sono infinite e lo sappiamo.

Ci servono racconti semplici, di gente che sa fare il pane e riconoscere il vento (Franco Arminio), di chi di crisi non ne parla ma la vive ogni giorno, di quei buoni vecchio stampo che credono ancora nei gesti di gentilezza a casaccio e nella forza dei piccoli. Abbiamo bisogno di chi non vede l’ora di mettersi in macchina e vagare on the road dalle Alpi alla Sicilia, per dare nuova forza alla propria terra e a quella del suo vicino.

Si parla tanto di turismo di prossimità, come se fosse una seconda scelta, un qualcosa a cui dobbiamo adeguarci a malincuore, quando quei borghi dimenticati, spesso abbandonati a loro stessi e fermi in un limbo temporale indefinito, nascondono esattamente quella ricchezza che stiamo cercando e di cui abbiamo bisogno.

Basti pensare alla musicalità del porto di Sciacca, dove al mattino i pescatori rientrano con il loro bottino, oppure alle vie del paese in cui alle 12.00 senti al tempo stesso odore di pasta al forno e di bucato steso al sole. Pensate al budello di Spotorno, in Liguria, quando nel tardo pomeriggio le viuzze si popolano di ragazzini con il gelato in un mano e le dita della nonna nell’altra. Potrei anche raccontarvi delle vie silenziose di Pienza (SI) nel primo pomeriggio, quando la calura imperversa e i pochi turisti cercano ristoro al pozzo davanti palazzo Piccolomini, e lo farò molto presto, ma non sarebbe mai abbastanza.

Abbiamo un paese frammentato, diversificato, così diverso da nord a sud e che ha sempre visto in questa frammentazione e diversità un punto debole senza riconoscerne il potenziale.

Ed è per questo che abbiamo bisogno che ciascuno racconti il proprio posto nel mondo, quello a cui vorremmo tornare, quello che non abbiamo potuto dimenticare.

Siamo fatti per il 60% di acqua, e l’acqua è inesorabile, irriducibile, pronta a cambiare per adattarsi ad ogni contenitore. Esattamente come l’amore, esattamente come Venere. Nasciamo dall’acqua come la dea della bellezza e della passione, quella dea che ha sempre guardato con un occhio di riguardo il paese dei suoi discendenti, quella dea nata dalla spuma del mare, mutevole e sempre fedele a sé stesso.

Il coronavirus ci ha costretti a cambiare, ad adattarci, ma abbiamo ancora la nostra seconda possibilità, la possibilità di rinascere una seconda volta: sta a noi decidere di coglierla.

Confinati tra le mura domestiche possiamo ricordare il passato e sognare di renderlo presto il nostro presente, ma racconteremo quei luoghi perché in futuro non vengano più dimenticati. Perché se vogliamo ripartire dobbiamo cominciare da ciò che ci è vicino.

Partiamo in quattro, ma Rinascimento 2.0 è per settanta milioni di persone, o quanto meno per chiunque voglia raccontare il paese più bello del mondo.

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Sara Di Cerbo
Rinascimento_2.0

Studentessa della @ScuolaHolden e del Master in progettazione, comunicazione del turismo culturale @UNITO. Appassionata di parole, pensieri e storie.