La vita al servizio di Dio

Sii, o uomo, sii sacrificio e sacerdote di Dio

A.M
Ritagli di Fede

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Dai «Discorsi» di san Pietro Crisologo, vescovo (Disc. 108; PL 52, 499-500)
Ma ascoltiamo adesso l’Apostolo: «Vi esorto», dice, «ad offrire i vostri corpi» (Rm 12, 1). L’Apostolo così vede tutti gli uomini innalzati alla dignità sacerdotale per offrire i propri corpi come sacrificio vivente. […]
Vi prego, dice, fratelli, per la misericordia di Dio, di offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo (cfr. Rm 12, 1). Questo è quanto il profeta ha predetto: Non hai voluto sacrificio né offerta, ma mi hai dato un corpo (cfr. Sal 39, 7 volg.). Sii, o uomo, sii sacrificio e sacerdote di Dio; non perdere ciò che la divina volontà ti ha dato e concesso. Rivesti la stola della santità. Cingi la fascia della castità. Cristo sia la protezione del tuo capo. La croce permanga a difesa della tua fronte. Accosta al tuo petto il sacramento della scienza divina. Fa’ salire sempre l’incenso della preghiera come odore soave. Afferra la spada dello spirito, fa’ del tuo cuore un altare, e così presenta con ferma fiducia il tuo corpo quale vittima a Dio.
Dio cerca la fede, non la morte. Ha sete della tua preghiera, non del tuo sangue. Viene placato dalla volontà, non dalla morte.

Ho compreso veramente il significato dell’Eucarestia attraverso questo versetto della lettera ai Romani. Nell’Eucarestia noi celebriamo, facciamo memoria del sacrificio di Cristo, sacrificio santo, altro, alto, anzi altissimo, sacrificio gradito al Padre. Cristo offre il proprio corpo a Dio per noi e questo sacrificio ogni volta si rinnova. Nel fare memoria anche noi offriamo la nostra vita e siamo chiamati, all’uscita della celebrazione, ad essere noi sacrifici viventi, santi, graditi a Dio. L’Eucarestia ci dona la forza per essere caritatevoli, per fare della nostra vita qualcosa di buono, di santo, di gradito a Dio.

La cosa che più mi ha sconvolto di tutto ciò è che questo invito è veramente rivolto ad ogni uomo. Nessuno infatti potrà mai dire: “io non sono in grado, io non posso, io non ne sono capace”. Anche chi potrà offrire solo dolore e sofferenza, chi non può muovere nemmeno un arto, potrà vivere per Dio ed essere sacrificio santo a Lui gradito. Sotto questa prospettiva, sotto questa luce, ogni vita ha grande senso e valore, nessuna esclusa. Ogni uomo, in ogni stato ed in ogni condizione fisica o spirituale può fare della propria vita un dono, può rendere la propria vita preziosa agli occhi di Dio. Può rendere felice Dio.

Non hai voluto sacrificio né offerta,
ma mi hai dato un corpo

Ed allora non possiamo che ripagare con la nostra vita il grande dono che Dio ci ha fatto. Quanto è prezioso il nostro corpo, quanto è preziosa la nostra vita! Come scriveva con parole bellissime San Pietro Crisologo, rivestiamo la stola della santità, cingiamo la fascia della carità, afferriamo la spada dello Spirito e facciamo del nostro cuore un altare!

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