L’anima nel corpo

I cristiani nel mondo

A.M
Ritagli di Fede

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Dalla «Lettera a Diogneto» Cap VI
In una parola i cristiani sono nel mondo quello che è l’anima nel corpo. L’anima si trova in tutte le membra del corpo e anche i cristiani sono sparsi nelle città del mondo. L’anima abita nel corpo, ma non proviene dal corpo. Anche i cristiani abitano in questo mondo, ma non sono del mondo. L’anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile, anche i cristiani si vedono abitare nel mondo, ma il loro vero culto a Dio rimane invisibile.
La carne, pur non avendo ricevuto ingiustizia alcuna, si accanisce con odio e muove guerra all’anima, perché questa le impedisce di godere dei piaceri sensuali; così anche il mondo odia i cristiani pur non avendo ricevuto ingiuria alcuna, solo perché questi si oppongono al male.
Sebbene ne sia odiata, l’anima ama la carne e le sue membra, così anche i cristiani amano coloro che li odiano. L’anima è rinchiusa nel corpo, ma essa a sua volta sorregge il corpo. Anche i cristiani sono trattenuti nel mondo come in una prigione, ma sono essi che sorreggono il mondo. L’anima immortale abita in una tenda mortale, così anche i cristiani sono come dei pellegrini in viaggio tra cose corruttibili, ma aspettano l’incorruttibilità celeste.
L’anima, maltrattata nei cibi e nelle bevande, diventa migliore. Così anche i cristiani, esposti ai supplizi, crescono di numero ogni giorno. Dio li ha messi in un posto così nobile, che non è loro lecito abbandonare.

La lettera a Diogneto è il più affascinante tra gli scritti dei primi cristiani. Siamo al capitolo sesto dell’epistola: dopo aver descritto chi sono i cristiani e che rapporto hanno con il mondo, l’autore paragona i cristiani nel mondo all’anima nel corpo. Questa bellissima immagine è rivolta ai cristiani di ogni tempo e ha da dire molto anche a noi oggi. Leggendo la descrizione di questa similitudine abbiamo la risposta alla domanda che ogni cristiano, in ogni epoca e situazione storica, si è sempre posto: come vivere da cristiani nel mondo? Dobbiamo conformarci al mondo in tutto e per tutto? Come trasmettere ciò che ci differenzia?

Tutto si risolve in poche parole, nella più famosa frase di questa lettera:

siamo nel mondo, come l’anima nel corpo,
ma non siamo del mondo

Siamo chiamati ad abitare questo mondo, a vivere come le prime comunità cristiane, condividendo usanze, costumi e tradizioni, vivendo insieme a chi ci è accanto, amando e perdonando anche chi ci odia. Il cristiano in fondo non è un supereroe e non è nemmeno un “diverso”, qualcuno che necessariamente deve essere sempre contro. Il cristiano non ha bisogno di mettersi da parte, non ha bisogno di alzare la voce. Usa le armi dell’amore e testimonia con la propria vita che c’è qualcosa di più grande che l’aiuta ad essere nel mondo straniero pur vivendo nella propria patria. Il vero cristiano è differente non per scelta ma per vocazione. Riesce ad avere uno sguardo che sa andare oltre le difficoltà della vita, oltre perfino alla morte, ha una meta che non è di questo mondo, è pellegrino in viaggio tra le cose corruttibili ed aspetta l’incorrutibilità celeste.

I nostri tempi sono tempi in cui dobbiamo farla finita di vivacchiare nel mondo, di essere cristiani anagrafici che poggiano poi le fondamenta della propria vita in cose futili e guardano a Dio soltanto per comodità e necessità. Lo sappiamo, Dio non ci invita a vivacchiare nel mondo, ci invita a fare della nostra vita qualcosa di grande, a volare alto!

L’anima è rinchiusa nel corpo,
ma essa a sua volta sorregge il corpo

Ecco, a questo siamo chiamati, a sorreggere il corpo, a sorreggere il mondo. Se abbiamo una speranza nel cuore, speranza che ci è stata donata, non possiamo più tenerla per noi, non possiamo permettere che la luce della nostra fede si affievolisca e che il sale diventi insipido! Siamo la luce, il sale della terra, siamo chiamati, come amava dire S.Paolo, ad essere collaboratori della gioia, portatori di pace e speranza. Dobbiamo dimorare nella terra, avendo la cittadinanza in cielo, ogni giorno della nostra vita!

Non possiamo, anche noi, essere travolti dalla paura, dallo sconforto, non possiamo anche noi essere sempre egoisti ed indifferenti: Dio li ha messi in un posto così nobile, che non è loro lecito abbandonare. Non dimentichiamolo mai!

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