Signore, tu lavi i piedi a me?

Quanto è difficile lasciarsi amare!

A.M
Ritagli di Fede
Published in
3 min readApr 17, 2014

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Dal Vangelo secondo Giovanni 13,6-9
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!».

La storia di Simon Pietro è la storia di ogni uomo. Siamo portati ad amare chi ci è accanto, ci riesce bene, è così semplice. Nel farlo rischiamo spesso di cadere in una tentazione sottile, tentazione con cui dobbiamo ogni volta combattere. È la tentazione di Pietro, quella di poter pensare al bene di chi ci è accanto solo con la propria testa ed il proprio cuore. Ed allora ci sforziamo proponendo ciò che per noi è giusto, valido e bello a chi ci è accanto. Lo facciamo in buona fede, con amore, pensando che ciò che è bello, buono, giusto per noi possa essere bello, buono e giusto anche per gli altri. Ma è proprio nella diversità che l’amore ci chiede di fare un passo in più. In fondo l’amore non può essere imposto ma solo proposto, non può essere obbligato ma solo accolto.

Ed è sull'accoglienza dell’amore, sul lasciarsi amare che mi vorrei soffermare oggi. La prima cosa da fare per lasciarsi amare, la più difficile, è quella di accettare le scelte altrui, le scelte di chi amiamo, scelte che non sono le nostre scelte, non vengono dai nostri pensieri. Quel passo in più accennato poco fa è in realtà un passo indietro: chi si lascia amare è colui che ha già fatto un passo indietro. È passato dallo stare davanti, dal decidere e pensare per l’altro, allo stare dietro, accettando umilmente le sue scelte senza proiettarle nel proprio cuore, senza avere aspettative o tornaconti personali.

Diverse volte Pietro è stato rimproverato da Gesù, proprio su questo stare davanti: “Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” (Mc 8,33).
“Tu non mi laverai i piedi in eterno!” è l’ennesima affermazione fatta da Pietro con forza e passione, affermazione che lo pone nuovamente davanti a Gesù. Pietro non poteva proprio sopportare la vista del Maestro che lavava loro i piedi: i piedi li lavano i servi! Non poteva accettare soprattutto che il Maestro lavasse i suoi piedi. Gesù infatti laverà i piedi a tutti i discepoli ma davanti a Pietro troverà il primo rifiuto. Rimanere davanti blocca le nostre relazioni, alza un muro e rende l’amore dipendente dal nostro essere e dal nostro cuore, lo lega a noi. Per l’ennesima volta Gesù dovrà usare parole forti per convincere Pietro a dargli fiducia.

Durante la passione di Gesù Pietro, di fronte a tanti eventi e disavventure personali, inizierà questo cammino a ritroso, cammino che lo porterà, alla fine dei suoi giorni ad amare e lasciarsi amare dal Signore completamente.

La scena conclusiva del Vangelo di Giovanni, quel bellissimo dialogo tra Pietro e Gesù risorto, ci mostra l’apostolo non ancora completamente abbandonato e libero di amare, non capace ancora di lasciarsi amare completamente. Ma non solo. Gesù, in questo dialogo, ci insegna e ci mostra come passare dietro, come lasciarsi amare :

Dal Vangelo secondo Giovanni 21,15-17
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse di nuovo, per la seconda volta: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pascola le mie pecore”. Gli disse per la terza volta: “Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: “Mi vuoi bene?”, e gli disse: “Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene”.

Il Signore si mette dietro a Pietro, accetta quello che Pietro può donargli, pur avendo dato la sua vita per lui, si accontenta di un “ti voglio bene” al posto di un “ti amo” e si lascia semplicemente amare.

Quanto è difficile lasciarsi amare! Ma non possiamo desistere: lasciarsi amare è, in una parola sola, Amare.

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