Il primo esame non si scorda mai

Roberto Bottinelli
Roberto Bottinelli
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2 min readApr 24, 2019

Ricordi dal futuro

Ogni anno in tutta l’Università di Pavia vengono fatti più di 100 mila esami. E’ un numero impressionante, che non tiene conto della miriade di esami parziali e intermedi che dovremmo considerare ancora una anomalia, in parte comprensibile, del sistema. Ricordo il mio primo esame, Istologia, nella tarda primavera del 1976. Eravamo 1200 matricole. Vivevamo da mesi l’attesa con molta paura, ma anche con il desiderio di misurarci finalmente con i nostri nuovi professori e gli standard dell’università. Fu una sorpresa rendersi conto di uno scoglio imprevisto, l’iscrizione all’esame e la definizione del calendario delle interrogazioni. I docenti, per dare ordine ad una marea di studenti, non potevano far altro che estrarre una lettera dell’alfabeto e da quella partire. Le interrogazioni potevano anche durare tre mesi. Una sorta di unico appello fiume nel quale la data dell’esame poteva cambiare via via e i docenti passavano, esausti, settimane e settimane a interrogare. Un prova dura per tutti, docenti e studenti. Gli esami che seguirono non furono meglio, anche se la marea di aspiranti medici si prosciugò via via per gli alti e comprensibili abbandoni. Ci si iscriveva a mano, su foglietti appesi in apposite bacheche, che nessuno aveva modo di controllare, tanto che fiorivano nomi bizzarri e inventati, giusto per strappare una risata durante l’appello o peggio per ingannare i propri colleghi circa la data del possibile esame. In più di moltissimi esami non esisteva un programma e ciò che andava studiato si tramandava da una “generazione” di studenti all’altra.

Da allora il mondo degli esami e dei programmi di studio è molto più ordinato. Gli studenti si iscrivono on line, sono molto più seguiti, le date d’esame sono più precise, per tutti gli esami esiste un “syllabus”, abbiamo un’applicazione che anche dal cellulare permette di accedere a tutte le informazioni che prima gli studenti dovevano scovare in una miriade di mini-segreterie, una per esame .

Certo abbiamo ancora spazi di miglioramento e dobbiamo continuare il percorso intrapreso senza esitazioni. Ci sono ambiti ancora in difficoltà per motivi oggettivi quali l’alto numero di studenti, il forte carico di studio, la combinazione di lezioni frontali e tirocini o laboratori. L’impegno crescente dei docenti in attività amministrative certo non aiuta. Inoltre, il mondo intorno a noi è cambiato. I nostri giovani sono più consapevoli ed informati e le loro aspettative sull’organizzazione della didattica sono molto più alte che in passato. Le università, come del resto il mondo che le circonda, possono utilizzare strumenti sempre più evoluti per semplificare la vita e ottimizzare l’utilizzo delle energie di tutti, studenti, docenti e amministrativi. Anche in questo dobbiamo essere propositivi ed innovativi nell’utilizzare quella conoscenza che noi stessi creiamo e che possiamo prima di tutto utilizzare per migliorarci.

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Roberto Bottinelli
Roberto Bottinelli

ProRettore alla Ricerca Università degli Studi di Pavia Professor of Physiology Department of Molecular Medicine University of Pavia