Perché mi candido?
È la domanda che ci si deve porre, prima di partire per un viaggio impegnativo come questo. Ho trovato in me più di una risposta.

Mi candido a Rettore perché credo nell’Università come istituzione-guida dello sviluppo culturale del Paese, nella sua missione di creare e diffondere conoscenza per il progresso culturale, economico, sociale della comunità.
Ed è questo il più importante dei motivi, quello che tiene sotto
di sé tutti gli altri.
Ma mi candido anche perché credo nell’apertura dell’Università verso l’esterno. È importante che essa partecipi direttamente allo sviluppo culturale ed economico di una città come Pavia e di un territorio, che hanno moltissimo da offrire al mondo. Una interazione vera e continua può creare cultura, non solo diffonderla.
Mi candido perché credo in questo Ateneo e credo sia vitale sostenere da subito alcune iniziative utilizzando le risorse che già abbiamo: fondi di ricerca interni di vario tipo; sostegno al personale docente e amministrativo.
E credo che tutti, docenti, personale tecnico amministrativo, studenti, dovrebbero dare il loro contributo alla nostra università: nella ricerca, nella didattica, nella terza missione, nella capacità di gestione della cosa pubblica, che è la nostra casa comune.
Mi candido perché credo che l’Università sia un Bene Comune, al di là delle diverse appartenenze e degli interessi di ciascuno. E l’impegno per il Bene Comune superi qualsiasi spinta alla contesa personale.
Infine, mi candido con un sogno. Quale? Una università solidale, florida, famosa per i suoi straordinari ricercatori, che offra agli studenti corsi al passo con i tempi, che promuova l’innovazione del territorio e la “messa a sistema” delle sue tante eccellenze e si inserisca da protagonista nel contesto europeo.