SÌ, il fact-checking funziona. NO, il governo non dovrebbe legiferare sulle ‘fake news’
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3 min readOct 13, 2017
a cura di Marco Nurra
- La storia ci insegna quanto sia pericoloso avere un governo che legifera sulle ‘fake news’. “È problematico per diverse ragioni. C’è una grandissima quantità di dati empirici provenienti da differenti paesi durante la storia che dimostrano chiaramente che persino i governi democratici tendono a usare questo tipo di potere per mettere a tacere gli avversari politici e censurare le conversazioni che non gli piacciono”. Questo articolo sul Washington Post riporta esempi concreti di governi che hanno legiferato sulle “notizie false” e sulle conseguenze negative di questa decisione.
- Due nuovi studi dimostrano che si possono correggere le idee fondate su informazioni sbagliate. Dare alle persone un’informazione corretta su questioni economiche e politiche aiuta a cambiare la loro visione inaccurata, nonostante le credenze politiche. È l’ennesima conferma di quanto afferma anche Alexios Mantzarlis, direttore dell’International Fact-Checking Network: “Siamo solo ‘resistenti ai fatti’, non ‘immuni’”. In altre parole, il fact-checking funziona, come dimostrano anche altri studi.
- “Sono successe delle cose sulla nostra piattaforma che non sarebbero dovute accadere”, afferma Sheryl Sandberg, Direttore operativo di Facebook, in questa intervista pubblicata da Axios.
- Facebook sostiene che etichettando le ‘fake news’ è riuscito a ridurre la diffusione di storie false un 80%. È quanto pubblica BuzzFeed News, che è entrato in possesso di una mail mandata da Facebook alla sua rete di fact-checking partner. È la prima volta che Facebook condivide con i suoi partner dati interni relativi al suo programma contro le ‘fake news’.
- Tim O’Reilly ha pubblicato un nuovo libro su come resistere alle ‘fake news’ e su come ricostruire la fiducia online. In “WTF: What’s the Future and Why It’s Up To Us”, O’Reilly suggerisce che i social network dovrebbero reinventare le regole che reggono il dialogo. «Perché Facebook e Twitter non chiedono: ‘Sei sicuro di voler condividere quel link? Non sembra che tu abbia letto l’articolo’”, è una delle domande che si pone l’autore.
- Le elezioni tedesche non sono state pregiudicate dalle notizie false, come si prevedeva. A quanto pare, i fact-checker di #WahlCheck17 avevano dichiarato una guerra alle ‘fake news’ elettorali, ma il nemico non si è mai presentato sul campo di battaglia. Ciò nonostante, questa esperienza è servita a raccogliere dati e fare esperienza.
- Perché “l’obiettività” nel giornalismo è un’illusione ingannevole e pericolosa. In questo articolo, Rob Wijnberg (De Correspondent) sostiene che il principio dell’obiettività è probabilmente l’illusione più ingannevole, e pericolosa nella quale il giornalismo abbia mai creduto. “Ingannevole, perché viene confusa con l’indipendenza e l’imparzialità. Pericolosa, perché è la più grande bugia che si possa dire ai lettori. E un’illusione, perché non esiste”.
Il roundup settimanale sul mondo dei media è una rubrica dell’International Journalism Festival, tradotta e pubblicata in italiano da Valigia Blu.