Foto Simone Sanchioni

Il Gioiellino

mario albrizio
Ruvo Libera Magazine
4 min readMar 13, 2017

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La verità. Nient’altro che la verità.

La mia stima per Pasquale Chieco viene da lontano e non ha nulla a che fare con le elezioni. Gli eventi degli ultimi giorni non hanno fatto che rafforzarla.

Se si da infatti un’occhiata superficiale a questo sito e agli ultimi articoli, sembra più il sito di Chieco che il mio…;)

E chissà quanti si saranno esercitati nell’antica arte del taglio e cucito su questa evidenza— ma non avendo essa la minima importanza, passiamo oltre, come consiglia il poeta.

Tutto questo per dire che la stima e la fiducia sono solide e non intaccate. E perciò il sindaco mi perdonerà, credo, se stavolta mi tocca alzare un po’ il dito alla Francesco Rubini.

Qualche giorno fa il sindaco ha dovuto disdire un appuntamento con una delegazione della scuola elementare Bovio per ragioni di ordine superiore.

Oggetto del mancato incontro: il protrarsi dei lavori alla sede della Bovio - che sta causando disagi notevoli ad allievi, famiglie e personale.

Naturalmente l’imprevisto ci può stare.

Ma mi sono molto meravigliato di leggere il giorno dopo sulla Gazzetta un articolo di fonte comunale che diceva che la Bovio non era ancora pronta perché letteralmente vogliamo farne un gioiellino.

Ora, i due fatti magari non saranno collegati — ma è stato alquanto inelegante far sapere a mezzo stampa ciò che non si è potuto dire a voce.

Senza dubbio non sarà stata un’idea del sindaco, ma comunque sia andata, è altrettanto senza dubbio una caduta di stile.

Ma c’è di più.

La Bovio, per questa Città, essendo stata la prima scuola e perciò simbolicamente la più rappresentativa, è già un gioiellino, per non dire un gioiello e magari un gioiellone.

Insomma il gioiello ce l’abbiamo già. Ora si chiede solo di liberarlo dalle pastoie e dalle impalcature. Di renderlo nuovamente fruibile.

A che pro allora questa indoratura di pillola (e dico pillola…)?

Ho avuto un soprassalto — lo confesso. Perché sembrava un salto indietro nel tempo. Uno di quei comunicati farlocchi dell’amministrazione precedente, deliberatamente pieni di fole e raggiri della pubblica opinione quando l’argomento per così dire lo richiedeva (cioè stava a cuore a lorsignori).

Oggi infine mi segnalano che la stessa notizia, se così possiamo chiamarla, viene pedissequamente diffusa sui social — e francamente questo è un po’ troppo.

Ora - i fatti reali sono ben diversi.

I lavori alla Bovio dovevano essere già conclusi da un pezzo. Non lo sono e sicuramente non lo saranno per tutto il resto dell’anno scolastico. Con i gravi disagi di cui sopra.

Questa è la realtà e da questa bisogna partire. Ne dovrebbe seguire una chiara e franca spiegazione pubblica delle cause e, se del caso, ove vi siano eventualmente inadempienze, un’azione legale di risarcimento.

Altrimenti qualche malizioso potrebbe sospettare che le inadempienze siano del Comune…

Invece l’articoletto fatto fuoriuscire è sulla a noi tristemente ben nota filosofia di giustificare i ritardi e abbellirli con motivazioni che appaiono francamente risibili.

Un articolo la cui ispirazione potrei indicare con nome e cognome, se fosse stato scritto un anno fa.

Ma passiamo oltre, sempre come dice il poeta.

Il punto è che l’amministrazione Chieco, la figura stessa del sindaco, la sua autorevolezza e determinazione, sono di grande valore per la città.

Di grande calibro — di grande autorità.

Con un programma ambizioso che mira a un deciso cambiamento, per quanto dall’interno e con la zavorra (parola nostra, non del programma…;) del vecchio apparato.

Un programma di grande rinnovamento che merita grande rispetto. E a cui chiediamo solo che sia applicato. Nulla di più.

È proprio questo il punto.

Dire la verità

Perché a tali autorevoli esponenti e a tali ambiziosi obiettivi non si addice una comunicazione farlocca e mistificatrice come quella della scorsa terrificante amministrazione conservatrice e antidemocratica.

Non si addice questo comunicato — che speriamo rimanga una caduta isolata.

Per una buona amministrazione — e ancor di più per questa amministrazione che si è data il compito di cambiare e almeno in parte di rivoluzionare prassi consolidate ed esiti nefasti — la Comunicazione è la prima da cambiare e rivoluzionare.

A un’amministrazione seria, come questa è, non si addice indorare la pillola. Si addice dire la verità. Né più né meno.

Sappiamo bene che la situazione è drammatica e non vi chiediamo miracoli. Ci basta che si cominci a invertire la tendenza, a 360 gradi — e che ci si dicano le cose come stanno.

La verità. Nient’altro che la verità.

Vale per tutti ed è la cifra di una comunicazione alta, cioè leale, trasparente ed efficiente. La verità è il criterio universale della sana Comunicazione, e da quella discende l’autorevolezza di chi comunica.

A volte quella verità va agghindata come si deve, ma mai fino a snaturarla e vestirla degli stracci di fumosi accomodamenti semantici, del tutto impotenti rispetto alla durezza e all’evidenza dei fatti.

Se vogliamo evitare capitomboli che fanno cadere le braccia come se non fosse cambiata l’amministrazione o la sua sostanza, mentre è cambiata eccome — facciamo tesoro dell’accaduto e prendiamo un impegno generale e condiviso alla verità.

La verità è più grande di qualsiasi tornaconto.

La verità è sempre illuminante e ci aiuta ad essere coraggiosi.”

(Aldo Moro)

Verità, correttezza, trasparenza sono valori fatti propri di questa Amministrazione, ma che stridono fortemente con la cifra di questo comunicato, che rischia di trascinarne a fondo l’immagine.

Bisognerà forse rammentarlo ai collaboratori.

Perché una pubblica amministrazione non deve nascondere nulla.

Un’amministrazione corretta rispetta i cittadini, li tratta alla pari, li informa, ne chiede il parere quando possibile e insomma li coinvolge, li fa PARTECIPARE.

Questo e non altro. Non indora pillole. Informa i Cittadini e tutela in ogni sede gli interessi generali, primo fra tutti quello alla verità.

La verità. Nient’altro che la verità.

La presa in giro mai e se non si può dire la verità allora è meglio tacere.

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