3 buoni motivi per farsi in casa le formelle di crusca

Nadia Camandona
Salutare senza addii…
3 min readFeb 10, 2015

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1. ECONOMICHE

2. SANE

3. ECOLOGICHE

Vediamo il perché

L’estate scorsa abbiamo soggiornato per lavoro a Londra e, siccome nei supermercati ne ho trovata grande varietà, ho iniziato ad acquistare per la colazione delle formelle di crusca. Estremamente economiche, a partire da 0,45 £ al pacco (da 24 formelle), dalle indubbie proprietà, particolarmente apprezzate quando si soggiorna a lungo lontani da casa, sono diventate parte integrante della nostra colazione che comprende corn flakes, pane e marmellata caserecci, biscotti o crostatine di frutta anche questi fatti in casa, accompagnati da latti vegetali.

Appena messo piede in Italia ho immediatamente cercato questo cibo che, in questo formato, non avevo mai preso in considerazione per la colazione. E ho capito subito il motivo. In Italia sono praticamente introvabili! Ma, cercando ben bene tra gli scaffali mi sono finalmente imbattuta nelle uniche formelle di crusca di una nota marca che, a quanto pare, si possono trovare in vendita nei supermercati.

24 formelle, 2,85 €! Superfluo dire che il sapore è il medesimo di quelle inglesi. E il mistero del prezzo si svela subito leggendo l’etichetta: prodotte in Inghilterra e importate in Italia da una famosa azienda!

Guardo gli ingredienti: crusca di frumento, malto d’orzo, zucchero (ahi, ahi!), sale, vitamine varie (PP, B2, B1, acido folico).

E così, un giorno, mentre vado al mulino a pietra ad acquistare la farina chiedo un po’ di crusca. Me ne regalano un sacchetto di dimensioni ragguardevoli! «Tanto che ce ne facciamo?» mi dicono. Ah, beh, io so di certo cosa farmene… e inizio così i miei esperimenti. Ed ecco il risultato.

In una ciotola con mezzo bicchiere d’acqua mescolo un cucchiaio di malto d’orzo (o di riso) e 1 cucchiaio di mandorle, noci e nocciole tritate grossolanamente.

Aggiungo crusca quanto basta per creare un pastone appena umido e comincio a lavorarne un pugno per volta schiacciandolo poi sulla carta da forno.

Il risultato lo vedete in questa foto.

Scaldo il forno a 150° poi, quando è bello caldo, abbasso a 60° e infilo le mie formelle ad asciugarsi.

Controllo ogni tanto che non si asciughino troppo, potrebbe volerci anche un’ora, dipende dal forno.

Quando sono secche le tiro fuori e le adagio sulla griglia da forno a seccare ancora, poi una volta raffreddate le posso riporre in un contenitore di vetro.

Costo approssimativo per 24 formelle: 0,40 € (e il costo è così “elevato” perché ho aggiunto la frutta secca che, come si sa, costa parecchio. E ho anche considerato il costo della crusca nel caso non me l’avessero regalata. Se produco formelle soltanto di crusca e malto il costo si aggira intorno ai 0,15 -0,20 €!).

Adesso sono chiari i 3 motivi?

  1. ECONOMICHE. Non ci vuole molto a raffrontare 0,45 £ con 2,85 €, anche senza fare il cambio. E per farle in casa mi bastano al massimo 0,40 €.
  2. SANE. Nelle mie formelle ci metto ingredienti di cui conosco la provenienza. Le vitamine e il calcio me li procuro dalle mandorle, dalle noci e nocciole, non certo da agenti chimici.
  3. ECOLOGICHE. Le mie formelle sono a km zero (ma scherziamo? importarle dall’Inghilterra come se noi non fossimo neanche capaci di coltivare il grano e produrre la crusca).

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Nadia Camandona
Salutare senza addii…

A MamManager in London, between brushes and cookers, happily in (de) growth. Una MamManager a Londra, tra pennelli e fornelli, in felice (de)crescita.