3. Salvini all’onda

Marco Geronimi Stoll
Salvini all’onda
Published in
5 min readMay 19, 2019

Com’è andata col Macchinetta

La parte 1 è qui, in essa si racconta di come Salvini precipitò in mare durante una missione segreta.
La parte 2 è qui: Salvini continua a galleggiare; intanto il suo abile sosia (il “Macchinetta”) gira l’Italia facendo comizi, inaugurazioni e dichiarazioni provocatorie sui media.

Mi devo tenere lucido.
Non è facile qui, a galla come un sughero al largo di Lampedusa mentre nessuno viene a salvarmi, a me che sono il Ministro dell’Interno.

Calma, provo a mettere insieme i dati sicuri.

  1. Mi hanno tirato giù sabotando l’elicottero, questo è sicuro. Forse sono stati i russi perché andavo a fargli un corno col gas libico.
    Forse sono stato tradito dai miei tre angeli custodi, non gli servo più.
    Forse c’entra la sorpresina che stiamo preparando al Papa.
    Nessun altro sapeva che sarei andato a quella riunione su quella nave…
    Però forse i libici lo avevano detto a qualche islamista? è improbabile, l’elicottero è stato scelto all’ultimo momento. E poi io agli islamisti io servo, in questo gioco alla guerra, tra estremisti ci si rinforza reciprocamente: io ho ragione di esistere perché ci sei tu, tu hai ragione di esistere perché ci sono io… è un gioco antico.
    Se esce la notizia... ma uscirà la notizia? no, evidentemente: o mi salvano o mi lasciano qui e non esce la notizia.
    I nemici non hanno nessun vantaggio, se muoio adesso prima delle elezioni divento un martire, un Grande Statista Alla Memoria.
    Neanche i miei: ho diversi che mi farebbero volentieri le scarpe, ma sanno tutti che se muoio io la Lega si estingue, sono l’unico collante in quel coacervo di arrampicatori e furboni che si fanno le scarpe tra loro.
  2. Gli italiani pensano che io sia in patria presente e pimpante, leggono i miei tweet e vedono il Macchinetta, il mio sosia sorridente, che taglia nastri, stringe mani e spara cazzate. Il problema è che comincerà ad andare anche in Consiglio dei Ministri, dove di pirla ce n’è già abbastanza.
  3. Comunque in tutti i casi fino a stanotte nessuno mi viene a salvare, meglio razionare l’acqua.

In questo momento il “vero Salvini” è il mio sosia.

Lo chiamiamo Macchinetta proprio perché ha sempre le risposte automatiche: è bastato dargli quella dozzina di frasi-standard e lui ha imparato a rigirarle per ogni situazione.
Poi c’è il software che lo aiuta, coll’auricolare nascosto nell’orecchio destro per le parole chiave: i prodigi dell’Intelligenza Artificiale. Non sarebbe la prima volta che mi sostituisce anche coi pezzi grossi, coi giornalisti, in TV o anche nei ruoli istituzionali: certe volte è stato meglio, perché io mi sarei incazzato e invece lui è sempre uguale, sorride e fa incazzare gli altri.

Fa incazzare perfino me, credo che mi abbia anche sostituito nel letto con una donna, cazzo devo stare calmo. Ma mi fa proprio girare i coglioni: quando l’ho rivista faceva la miciona e mi ha detto “sono contenta che ti è tornato il fuoco dentro”; e il fuoco mi è venuto nello stomaco. Perfino mia madre ci è cascata: dopo due o tre volte che è andato lui a funerali e cresime, quando mi ha visto “vero” mi ha detto: “ oggi ti vedo un po’ strano”.

Che poi non siamo proprio uguali, apposta ci siamo sistemati la barba così, per sembrare identici. Si è fatto impiantare chirurgicamente quel bozzolo sulla faccia uguale al mio… È un discreto attore e fa la mia voce a perfezione, ci cascano tutti.

In realtà lui ha 5 anni in meno, quando qualcuno mi dice “ti vedo un po’ stanco”, prima ha visto lui. All’inizio l’avevo reclutato così, come tutti i politici quando chiamano una controfigura, per quelle situazioni all’aperto dove qualche esaltato ti potrebbe sparare o quando serve una “volpe” per tirarsi dietro i giornalisti, mentre tu esci dalla porta dietro. Presidenti, re, papi, pezzi grossi delle multinazionali… tutti adottano la prassi dei sosia. Stalin ha dovuto far uccidere il suo, che aveva saputo chissà quali segreti di stato. Qualche volta ci ho pensato anch’io, il Macchinetta mi è utilissimo eppure non lo sopporto. Ha mostrato subito di poter fare molto di più di una qualsiasi controfigura, col suo talento di copia conforme: la mia voce, le mie frasi, il mio sorrisetto sarcastico, i miei tic gestuali… e quel sorriso che sembra così franco e spontaneo, da fratello maggiore… mi faceva una certa impressione, ma devo ammetterlo, era comodissimo!
Lui si diverte e ride nei selfie, abbracciato a terrone ciccione, cassintegrati sudaticci, adolescenti lobotomizzati, vecchiacci rancidi… se la spassa così, si sente realizzato nel bagno di folla. Una pop star compiaciuta: gioca al capitano che non comanda un cazzo. Perché tanto il comando è solo un ruolo in commedia, un atteggiamento, chi decide son sempre pochi altri, dietro le quinte, che spesso sono viscidi e riservati: lobbisti, mafiosi, intermediari di chissachì… e a loro non serve la faccia simpatica. Lui non li vede neanche, si gode la parte ufficiale della faccenda.
Se c’è da dare un’intervista, il mio ufficio stampa chiede le domande prima, lui si fa rispondere dai nostri autori e impara la parte perfettamente. E la recita benissimo, tutti ci credono, è davvero formidabile.
Peccato che sniffa come un aspirapolvere; questo è uno dei due anelli deboli del sistema; l’altro è la passione per le prostitute nere: “non ti piace un po’ troppo il cioccolato, per essere leghista?” gli ho chiesto; e lui: “guarda che io uso sempre il preservativo”, detto come se fosse una risposta congrua e definitiva. L’ha imparata da me, l’arte di non rispondere rispondendo ad una domanda diversa.
Comunque non può durare a lungo: quell’uomo è stata una benedizione, ma alla lunga è un rischio, da tanti punti di vista. I miei angeli custodi non possono sostituirlo a me, questo è sicuro. Anche perché non sa niente dello scherzetto al Papa: non saprebbe gestire uno show globale come quello che stiamo preparando.
Oddio, però, chissà… è vero che un cocainomane lo si controlla meglio, molto meglio.

La quarta parte è già arrivata ed è qui
in essa si parla di un attentato al Papa

Grazie per suggerimenti, citazioni e bibliografie; continuate a scrivermi qui, su FB o alla mia mail.
Marco Geronimi Stoll

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