Dovunque ci sia luce, ciò è reso possibile dall’oscurità.

Massimo Sormonta
Saudade do futuro
Published in
4 min readJan 23, 2017

Insonnia ed altre passeggiate.

“L’ insonnia fu il mio male e anche il mio bene.

Poco amato dal sonno mi rifugiai nella veglia,

nel buio che non è poi tanto nero se libera i

fantasmi della luce che li disgrega.”

( E. Montale)

Marina Cvetaeva :

“Ecco ancora una finestra,
dove ancora non dormono.
Forse — bevono vino,
forse — siedono così.
O semplicemente — le due
mani non staccano.
In ogni casa, amico,
c’è una finestra così.
Non candele o lampade hanno acceso il buio:
ma gli occhi insonni!
Grido di distacchi e d’incontri:
tu, finestra nella notte!
Forse, centinaia di candele,
forse, tre candele…
Non c’è, non c’è per la mia
mente quiete.
Anche nella mia casa
è entrata una cosa come questa.
Prega, amico, per la casa insonne,
per la finestra con la luce”

da Insonnia, il libro :

“…Nelle notti insonni, spaventato da una separazione M.va a ripensare la sua vita : riaffiorano caotici lampi di immagini e parole, decide di chiamare un suo ex amore.

I due si incontrano dopo vent’anni. Si parlano. Le loro vite hanno preso strade diverse, ma vent’anni prima, hanno fatto un lungo tratto insieme. Un percorso d’amore, fughe, liti, ricongiungimenti.

Lui fuggiva da tutto, lei lo aspettava; si scrivevano. Lui da scenari esotici dove ambientava la sua fuga, lei dalla sua città gli mandava parole d’amore, passione, accorati appelli, insulti e lacrime. Lui facili ironie e poche parole d’amore.

“Ho raccolto tutte le lettere che mi hai scritto…” le dissi, sedendomi in cucina…ed anche le altre. Lei : ”Io ti darò le tue” non capendo…”almeno quelle che mi sono rimaste….ne ho stracciate e buttate parecchie nei momenti di calo amoroso” mi disse.

Ho condiviso con lei anni di passioni, noia. Un’amicizia per me importante, fonte di grandi gioie e sensazioni dolorose. Anni di viaggi, separazioni laceranti, lunghe lettere, belle e strazianti; ritrovarsi era bello. Poi, come sempre succede, si dimentica quell’intimità su tutto, si prendono strade diverse. Un lungo tempo insieme e poi le direzioni divergono ed è tutto finito. Ci si perde di vista e si ridiventa estranei.“

Non parliamo dei vecchi tempi” dissi. Sono sempre stato terrorizzato dal passato io!…ho sempre preferito la fuga.

Lei mi ha fatto aprire gli occhi su tutto, pensavo. Mi venivano in mente le sue parole che tanto mi davano fiducia, quando tutti, in quella fetente città in cui vivevo cercavano di annichilire gli altri, tramortire ogni voglia di sentire qualcosa di più delle sensazioni da bar cui eravamo abituati…”

Come pupilla, nera; come pupilla, succhiante la luce — ti amo, perspicace notte….Notte! Ho già scrutato a sazietà nelle pupille umane.
Inceneriscimi, nero sole — notte! (Marina Cvetaeva)

Questa storia narra il viaggio di un uomo solo che esplora nella lentezza della notte e nella libertà da altri sguardi, il territorio dove vive per potere riflettere e rinnovare un dialogo con se stesso, i suoi sentimenti e i suoi ricordi. I ricordi che segnano la sua vita e che si trasformano in segni, icone, incubi imbalsamati.

Il suo occhio ascolta la sua solitudine e quella dei suoi interlocutori che non sono i marginali abitanti della notte criminale o festaiola, ma gli “habitué” di notti bianche che vedono nelle loro passeggiate notturne le strade delle città parlare un linguaggio pietrificato e assolutamente personale. Il narratore per immagini che fa da guida in questo viaggio troverà nel confine tra il giorno e la notte, tra l’essere vivo e il non essere visto, una traccia possibile: quella di sentire in una maniera originale e immobile l’eco degli avvenimenti che si svolgono altrove…

Video per la mia mostra presso le “Scuderie di Palazzo Moroni” del 2014 a Padova, Italia
I portici di via Dante a Padova
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Fotografie di Massimo Sormonta

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