Erano giovani e forti

Due ragazzi giovani scendono dalla bella auto sportiva…

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Sclerosi multipla

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…parcheggiata su un posto disabili!

Che può significare questo evento in un paese come l’Italia

Secondo la signora infastidita che ci ha fermato, a noi due, quei giovani scesi dalla macchina sportiva, sembrerebbe decisamente indicare un sopruso.

Lei ha diritto a quel posto perché ha il marito anziano che utilizza la carrozzella. Noi invece camminiamo entrambi sulle nostre gambe, e l’età non può mentire. Cara Signora. Arrivarci, alla vostra età, nelle vostre condizioni.

Esempio di quello che si sogna durante una giornata brutta!

A questo punto si sarebbero potute raccontare lunghe storie sorprendenti. Cose del tipo: lei ci vede oggi, allegri e mobili, perché questa è una delle giornate buone. Le giornate buone sono un numero pallido rispetto alle giornate brutte. Nelle giornate brutte, lei non vedrà i due giovani uscire di casa allegramente al sole, perché uno dei due giovani ha la sclerosi multipla, e le giornate brutte non sono molto adatte alla vista di nessuno. Infine anche nelle giornate buone, nulla vieta che Sua Maestà decida di farci tornare indietro non in grado di arrivare al portone di casa.

Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi.” diceva Roy Batty in Blade Runner. Avremmo potuto rispondere anche così alla cara Signora. Che ritiene che una persona invalida ad una certa età sia motivo di disagio. Dovrebbe vedere cos’è essere invalidi e in maniera invisibile a una giovane età, mia cara Signora.

Ma non si può rispondere così, non ti viene, non ci pensi, non ci riesci.

Allora si fa capire alla signora che la situazione è più grave di quello che sembra, che se c’è un cartellino disabili qualcuno ce l’avrà dato. Che può parcheggiare anche nella piazza con il parcheggio a pagamento, senza pagare, perché nel comune hanno istituito da poco questa regola.

La signora va via in parte contenta delle novità (si poteva anche informare….) e in parte in disappunto, come se la stessimo fregando o ci fosse qualcosa di losco sotto.

E a proposito di quel posto disabili

Cara Signora, quante gliene possiamo raccontare noi su quel posto disabili. Ad esempio le risposte o le reazioni fornite dalle simpatiche personcine parcheggiate ingiustamente su quel posto (cioè senza avere il contrassegno) nel momento in cui viene gentilmente richiesto di spostare la macchina per fare parcheggiare noi:

“Cinque minuti, devo solo andare dall’avvocato qui vicino.”

“Mio marito sta prendendo la pizza.”

“Ma scusate, chi di voi è il disabile.”

Questo il cartello che trovate in giro per l’Italia per combattere il problema

Quest’ultima, la migliore, richiede una riflessione finale: in Italia chi è nel torto, e cioè che sta violando spudoratamente la legge alla luce del sole, si sente lo stesso nel diritto di chiedere a chi arriva li con le carte in regola perché mai venga richiesta giustizia. Dimostralo davvero altrimenti mica se ne va via dal posto che occupa illegittimamente; come a dire: “aspetta un pò tu, vuoi fare il furbo ancora più di me e non mi sta bene”.

Cominciamo a pensare che chi fa un torto quasi lo faccia a vanto. E se poi viene contestato, quello è il momento di ribattere sulle virgole, per trasformare l’accusatore e moralizzatore nella persona pubblicamente derisa.

Anche se una persona non disabile ti facesse notare che stai bloccando un posto disabili, ma davvero non ti basta ad andartene? Non so voi ma quando io vengo beccato in una situazione di errore di cui non ero consapevole mi faccio viola e scappo via.

Sarà una questione di arroganza, inciviltà, maleducazione, stupidaggine, faccia tosta o cosa? Probabilmente tutte, ma a voi la scelta. La scelta è quella di non usare nessuna di queste pessime attitudini, di essere migliori e di aiutare chi sta messo peggio, anche e soprattutto nei piccoli gesti.

E basta con questa regola del sospetto.

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Un blog sulle difficoltà di desiderare una vita normale