Project A14 — Prologo

A Song from the Future

Valentina Bertani
Project A14

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Pedro correva sotto la pioggia. Il fiato, spremuto con affanno dai polmoni che bruciavano, si condensava in vapore, nel freddo della notte.
Il petto, le gambe, gli facevano male. Tutti i muscoli urlavano per il dolore, gli scongiuravano di fermarsi. Inciampò e cadde in una pozzanghera.
Il cellulare gli sfuggì di mano e s’inzuppò d’acqua melmosa.
Imprecò, lasciò il telefono dov’era, si rialzò e riprese a correre.

Neelam sedeva sul cornicione della Clocwork Tower; la città si stendeva ai suoi piedi, con le torri illuminate a giorno e i nastri di luce fluida dei veicoli che sfrecciavano sulle strade.
La ragazza spostò lo sguardo sul blimp che annunciava le condizioni atmosferiche. Era prevista pioggia per quella sera.
Neelam sospirò e parlò nel microfono dell’auricolare.
“Di nuovo pioggia?”
“L’algoritmo gestisce le precipitazioni in modo casuale.”
“Non potete modificarlo? Odio bagnarmi!”
“Non chiedere l’impossibile e poi quell’impermeabile ti sta una favola.”
Neelam scosse la testa, ma si concesse un sorrisetto compiaciuto.
“Mandami i dati del soggetto.”
Si alzò in piedi e descrisse un glifo nell’aria. Davanti a lei comparvero due schermi, uno con il dossier del suo obiettivo e l’altro con la mappa della città. Neelam evidenziò l’ID unico del soggetto e lo spostò sulla mappa.
“Trovato.”
“Ti rendi conto che sei a 80 metri d’altezza?”
“Che differenza fa?”
Iniziò a piovere. Neelam tirò il cappuccio sulla testa e si gettò nel vuoto.

“Pedro Ribeiro, hai commesso un’infrazione di quarto livello e ti sei rifiutato di consegnarti alle Autorità.”
L’Angelo era piombato su di lui dal cielo ma Pedro sapeva che avevano la facoltà di annullare la forza di gravità e non ne fu sorpreso. Indietreggiò, senza staccare gli occhi dalla figura dell’Angelo, che aveva parlato con la voce di una ragazzina e ne aveva anche l’aspetto — minuta, magra, la pelle olivastra colorata di una sfumatura ambrata dalla luce del lampione.
Il cuore di Pedro ebbe un tuffo quando una ciocca con riflessi amaranto sfuggì al cappuccio dell’impermeabile nero che le fasciava il corpo, mettendo in evidenza le forme acerbe. Era proprio carina. Ma lui aveva una missione da compiere e non poteva lasciarsi distrarre dal suo aspetto innocuo. Sorrise con aria di sfida e premette il pulsante del detonatore.
“Illuminati!”

Neelam si rese conto di cos’era successo solo quando si ritrovò a terra, con un taglio sulla fronte e l’auricolare che emetteva un fischio assordante nell’orecchio in cui era inserito. Si tirò sulle ginocchia e guardò nella direzione di Pedro. Il suo corpo era spalmato sull’asfalto, in una deflagrazione di sangue, frammenti di ossa e resti di organi e tessuti.
Si portò una mano alla bocca. La vista era troppo per lei.
Samuele si materializzò al suo fianco e l’aiutò a rialzarsi in piedi.
“Tutto ok?”
“Era imbottito di esplosivo! No che non è tutto ok! Lui è…morto?”
Samuele chinò il capo con un cenno d’assenso.
“Il Sistema non è riuscito a compensare il death feedback.”
Neelam si tolse l’auricolare dall’orecchio. È andato.
Si rivolse a Samuele.
“Cosa succede adesso?”
“Che i tuoi valori sono fuori scala e ti vogliono fuori dalla Simulazione.”

Nota dell’Autrice

Sono stata molto indecisa su quale versione pubblicare. Ho scritto almeno tre diverse varianti. Questa ne è una sintesi. Spero che la troverete una lettura piacevole e che vorrete seguirmi in questo progetto.
Ho creato una collezione per raccogliere tutto il materiale relativo al progetto: https://medium.com/project-a14

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