Copenaghen: l’esagerata

Massimiliano Boschi
Scripta Manent
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5 min readApr 22, 2024

Musei straordinari, biblioteche come “diamanti” e teatri da 500 milioni di euro. Ma non è tutto

Copenaghen (foto Venti3)

In vista dell’arrivo alla stazione di Humlebaek, cittadina di meno di 10.000 abitanti che sorge 35 chilometri a nord di Copenaghen, quasi tutti i passeggeri del treno regionale partito dalla capitale danese si preparano a scendere anche se il capolinea è ancora lontano. Usciti dalla stazione in un uggioso venerdì mattina di marzo, tutti quanti si dirigono a piedi verso uno dei musei più frequentati del Nord Europa: il Louisiana Museum of Modern Art.
Nonostante il clima, il periodo e la collocazione geografica, il museo è decisamente affollato, ma, a quanto pare, è sempre così. Ogni anno infatti, oltre 600.000 persone visitano il Louisiana e bastano pochi passi tra le sale del museo per comprenderne il motivo, la collezione, le mostre temporanee, l’edificio e il suo parco meritano decisamente una visita, non solo per chi abita in Scandinavia. Dopo la visita, nessuno si stupisce del fatto che il “Louisiana” sia il museo d’arte più visitato della Danimarca. Inaugurato nel 1958 da Knud W. Jensen, un imprenditore caseario, e sostenuto da diverse fondazioni private, il Louisiana non ha mai smesso di incrementare il numero dei visitatori (anni della pandemia ovviamente esclusi).

L’esterno del Louisiana

Le ragioni di questo straordinario successo sono probabilmente figlie della sua vasta collezione di opera d’arte, dell’architettura dello splendido edificio che la ospita e dell’affascinante giardino delle sculture con vista mare. La ragione più importante, però, ha probabilmente a che fare con il contesto, con un territorio che non ha mai smesso di investire in cultura, anche attraverso teatri e biblioteche che si sono trasformati nelle principali attrazioni turistiche dell’intera Danimarca (Sirenetta esclusa).

La sirenetta (foto Venti3)

Il diamante nero

Den Sorte Diamant” (Il diamante nero), così è stata ribattezzato il nuovo edificio che ha ampliato gli spazi della storica Biblioteca Reale di Copenaghen. Completato nel 1999, “Il diamante nero” deve il suo soprannome alle ampie pareti in marmo nero, ma ad attirare i turisti e, soprattutto i cittadini della capitale danese, sono i servizi offerti. Oltre ai classici servizi bibliotecari ospitati anche negli splendidi interni del palazzo storico di inizio Novecento a cui è collegato, l’edificio viene utilizzato per concerti, eventi letterari, spettacoli teatrali e mostre d’arte. Ospita un bookshop, una caffetteria, un giardino e una terrazza da cui è possibile ammirare dall’alto gli interni del “diamante nero”.

L’interno del “diamante nero”
L’interno del vecchio edificio (foto Venti3)

Al di là della bellezza architettonica dell’edificio, va sottolineato l’impatto generale delle biblioteche danesi sulla popolazione locale. Circa il 65% della popolazione danese è iscritto a una biblioteca (In Italia il 15,2%, dato Istat) e da anni le biblioteche danesi sono organizzate come “open library”: luoghi aperti e accessibili con ampi orari di ingresso (la Biblioteca Reale è aperta da lunedì a venerdì: dalle 8 alle 21 e il sabato: dalle 8 alle 19) e servizi pensati per ogni tipo di utente, dall’aiuto per i compiti, all’assistenza legale e persino consigli per la salute.
Non è un caso, quindi, che anche l’ospedale Rigshospitalet ospiti una biblioteca per i pazienti che dispone di un’ampia selezione di quotidiani riviste, libri, audiolibri, musica e film per bambini, ragazzi e adulti. Un luogo in cui è possibile reperire testi in groenlandese e in inglese, ma anche in arabo e urdu.

Gli edifici culturali sul lungomare di Copenaghen

Ma “Il diamante nero” è solo il primo di una serie di edifici culturali costruiti negli ultimi venticinque anni sulle sponde del lungomare di Copenaghen. Poco più a nord sorge, infatti, lo Skuespilhuset, il teatro che ospita gli spettacoli di prosa. Tre palchi e una capienza totale di 1000 posti a sedere, è stato progettato dallo studio danese Lundgaard & Tranberg e inaugurato nel 2008. Nello stesso anno ha ricevuto il RIBA European Award per la sua architettura e il premio Red dot design per l’originale forma delle poltrone a sedere.
Sul lato nord dello Skuespilhuset sorge anche un “lido”, la “spiaggia Ofelia”, molto frequentata dai cittadini della capitale danese nei mesi estivi. Da lì, si può ammirare il Teatro dell’Opera che sorge dall’altro lato del canale. Un edificio da 1700 posti di capienza progettato da Henning Larsen e inaugurato nel gennaio del 2005, è risultato uno dei teatri più costosi mai realizzati, oltre 500 milioni di euro.

Il teatro dell’Opera (foto Venti3)
L’interno del Skuespilhuset (foto det kgl teater)

Nessuno si stupirà, quindi, che Copenaghen sia stata nominata dall’Unesco “Capitale mondiale dell’Architettura”. Non bastasse quanto elencato fino ad ora, si segnalano anche le residenze per studenti “Urban Rigger” che rappresentano una soluzione alternativa al problema del caro affitti che colpisce anche la capitale danese: monolocali di 23/30 mq ricavati da dei container che fluttuano sull’acqua.

Per chiudere, qualche immagine del quartiere Ørestad di Copenaghen che, nonostante qualche “esagerazione”, resta una sorta di paradiso per gli appassionati di architettura contemporanea.

In definitiva, non risultano così esagerate le parole dello scrittore britannico Richard Adams sulla capitale danese: “A me, Copenaghen apparve come la cosa più prossima alla città ideale che avessi mai visto. Non v’è città più cordiale e rassicurante di Copenhagen”.

Massimiliano Boschi

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Massimiliano Boschi
Scripta Manent

Collaboro con “Alto Adige Innovazione” e “FF- Das Südtiroler Wochenmagazin”. In passato con “Diario della settimana”, “Micromega” e “Il Venerdì di Repubblica”.