I “marchi di fabbrica” di Kunst Merano Arte

Massimiliano Boschi
Scripta Manent
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3 min readMay 9, 2019

Intervista alla direttrice artistica Christiane Rekade

Foto di Elisabeth Hölzl

Christiane Rekade è la direttrice artistica di Kunst Merano Arte dal 2016. Nata in Svizzera, ha studiato storia dell’arte a Basilea e Dresda, si è laureata presso l’università Humboldt di Berlino e ha lavorato per molti anni alla Galleria neugerriemschneider di Berlino. Non le mancano, quindi, punti di vista “alternativi” sulla scena artistica europea. Uno sguardo “aperto” che risulta evidente in molte delle mostre ospitate a Merano Arte sotto la sua direzione. L’abbiamo incontrata per approfondire questo sguardo e per verificare le possibili differenze tra il pubblico meranese e quello del capoluogo altoatesino: “In termini generali — premette - potrei dire che il pubblico di Kunst Merano Arte si divide in due tipologie: quello affezionato che ci segue regolarmente, — soci e amici di Merano Arte e persone che abitano in regione — e i turisti. Tra questi ultimi, alcuni ci conoscono da tempo e vengono in visita ogni anno. Complessivamente, si tratta di un pubblico con età media superiore ai cinquant’anni, vale lo stesso per i soci. Per questo, abbiamo progettato iniziative che ci avvicinassero ai più giovani, ma in una provincia con una piccola università (e in una città senza sedi universitarie) non è semplice. Abbiamo fatto partire alcuni progetti con la facoltà di Design e Arte dell’Università di Bolzano e mi sembra stiano funzionando. Nell’ultimo anno, per esempio, posso dire che il pubblico che interviene alle nostre inaugurazioni si è decisamente ringiovanito”.

Quali strategie utilizzate per ampliarlo?
“Per quel che riguarda i più giovani, organizziamo workshop e progetti per le scuole, mentre l’anno scorso abbiamo inaugurato il format Familienmatinée che prevede una doppia visita guidata per le mostre. Una per gli adulti, condotta da me o dalle mie colleghe e una per i bambini che possono visitare le opere in mostra grazie a un workshop appositamente studiato da Hannes Egger. Familienmatinée ci ha permesso di avvicinare qualche famiglia di lingua italiana. Tradizionalmente, la maggior parte del nostro pubblico,soprattutto quello che ci segue regolarmente, è di lingua tedesca, ma stiamo elaborando nuove strategie, anche in collaborazione con le scuole, per coinvolgere quello di lingua italiana”.

Quasi tutti gli intervistati hanno sottolineato l’importanza della comunicazione di un’identità precisa e riconoscibile. Condivide?
“Sì, creare un’identità e avere una linea programmatica ben riconoscibile è essenziale. Credo che Merano Arte la possieda, ma possiamo ancora migliorare nel comunicarla e nel renderla evidente. Occorre essere molto precisi nella comunicazione e contiamo di farlo sempre di più e meglio in futuro. La nostra linea credo sia chiara, il nostro occhio di riguardo per l’arte emergente e i collegamenti tra l’arte e gli artisti locali e l’arte e gli artisti nazionali e internazionali sono ormai un nostro marchio di fabbrica. Un altro aspetto caratterizzante è l’attenzione all’architettura, ogni anno dedichiamo una mostra a questo tema e questo ci permette di raggiungere persone non direttamente interessate all’arte contemporanea”.

Gli artisti locali risentono dell’ambiente “provinciale”?
“Credo che il dialogo tra gli artisti locali e internazionali sia fondamentale. Tendenzialmente, organizzare una mostra con artisti locali è più facile, servono meno risorse e le visite sono garantite grazie ad amicizie e legami già consolidati nel territorio. Può anche risultare un’esperienza positiva, ma credo non sia particolarmente lungimirante, l’incontro con chi ha altre visioni è essenziale per chiunque voglia affrontare la carriera artistica, le contaminazioni sono importanti. Senza dimenticare che l’arte non ha confini e se le opere hanno qualcosa da dire non si fanno fermare dai confini provinciali”.

Che tipo di pubblico ha Kunst Merano Arte?
“Credo che il nostro pubblico sia aperto e curioso. Ovviamente, portare temi o artisti legati al territorio facilita il lavoro, ma, anche chi viene per questi motivi, non si mostra chiuso alle altre proposte e trova sempre spunti interessanti. Per quel che riguarda la quantità, vorremmo riuscire a coinvolgere anche a chi non è oggi un appassionato d’arte contemporanea. Per questo, per esempio, quest’estate organizzeremo serate di cinema all’aperto su temi artistici. Comprendere le reazioni del pubblico non è semplice, per noi svolgono un ruolo fondamentale le persone che lavorano alla cassa e all’accoglienza, sono loro che ricevono i feedback più frequenti da parte dei visitatori e ce li inoltrano”.

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Massimiliano Boschi
Scripta Manent

Collaboro con “Alto Adige Innovazione” e “FF- Das Südtiroler Wochenmagazin”. In passato con “Diario della settimana”, “Micromega” e “Il Venerdì di Repubblica”.