Il cinema è donna

Massimiliano Boschi
Scripta Manent
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3 min readNov 21, 2019

Il pubblico del grande schermo a Bolzano. Intervista a Dorothea Vieider e Oswald Lang, presidente e direttore del Filmclub.

Immagine da www.filmclub.it

Scripta Manent 2019. Oltre trenta interviste e quasi nulla sul pubblico del cinema. Per colmare la lacuna, abbiamo intervistato Dorothea Vieider e Oswald Lang, rispettivamente presidente e direttore del Filmclub di Bolzano, abituale ritrovo dei cinefili del capoluogo altoatesino. Da alcuni anni la fruizione dei film è in radicale cambiamento. Lo straordinario successo delle piattaforme che offrono film e serie tv in streaming sembra influenzare le scelte del pubblico come mai erano riusciti i dvd, le videocassette e forse persino la televisione.
Un successo che si inserisce nelle note difficoltà della distribuzione cinematografica in Italia e ancor più altoatesina/sudtirolese. Ma per comprendere meglio il quadro, lasciamo la parola agli esperti Dorothea Vieider e Oswald Lang: “La visione dei film in streaming — precisano — sembra riguardare soprattutto i più giovani e ormai il nostro pubblico, particolari eventi esclusi, è in gran parte con età superiore ai trenta se non ai quarant’anni. La preoccupazione principale riguarda ora i film prodotti da piattaforme come Netflix ma che non si limitano all’offerta in streaming ma escono anche nelle sale cinematografiche”.

Cosa vi preoccupa maggiormente?
“Si corre il rischio che le sale cinematografiche si riducano a vetrine per il lancio dei titoli in streaming. Purtroppo il sistema delle sale cinematografiche non è riuscito a mostrarsi compatto nel contrastare questa impostazione e ora il rischio di fa concreto”.

Il pubblico più giovane fatica a entrare in un cinema?
“Pare di sì. Hanno la possibilità di vedere i film su una varietà di schermi diversi (dal pc allo smartphone, passando per il tablet) senza doversi alzare dalla poltrona. E’ un’abitudine che sarà difficile da cambiare. Inoltre, il Filmclub prova a presentare un’offerta di alta qualità, siamo un cinema d’essai che non offre ai più giovani quei servizi, dai secchi di popcorn ai gadget, che attirano molti giovanissimi. Preferiamo concentrarci sulla qualità della proposta cinematografica, anche se non è un lavoro semplice”.

Quali sono le maggiori difficoltà legate alla distribuzione?
“Va premesso che con l’apertura delle multisale commerciali abbiamo limitato l’offerta a film d’autore perché sui titoli blockbusters non riusciamo a raggiungere gli stessi incassi. Sui film di qualità, però, riusciamo ancora ad essere più attrattivi delle sale commerciali, ma fatichiamo a farlo comprendere ad alcuni distributori”.

A tutto questo si aggiungono le difficoltà di un’offerta cinematografica in due lingue…
“Esatto, la distribuzione italiana non sempre ha titoli in lingua tedesca e quella tedesca spesso non ha i diritti per la distribuzione in Italia. Nonostante tutte queste difficoltà riusciamo ad offrire un’offerta equilibrata tra titoli in tedesco e in italiano e abbiamo un buona fetta di pubblico affezionato”.

Quanto contano gli eventi speciali da questo punto di vista?
“Sono importanti, ma ovviamente hanno un costo maggiore perché trasmettere un film particolare in lingua originale o un documentario o una produzione locale per un giorno solo ha costi di un certo tipo e incassi limitati a una sola giornata. Senza contributi pubblici non potremmo andare avanti”.

In conclusione che tipo di pubblico è quello del Filmclub?
“Due terzi se non tre quarti del pubblico è femminile. L’età media è sicuramente superiore ai trenta/quarant’anni. Per quel che riguarda la divisione linguistica, 50% italiani, 50% tedeschi”.

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Massimiliano Boschi
Scripta Manent

Collaboro con “Alto Adige Innovazione” e “FF- Das Südtiroler Wochenmagazin”. In passato con “Diario della settimana”, “Micromega” e “Il Venerdì di Repubblica”.