Il favoloso mondo di Rebekka

Massimiliano Boschi
Scripta Manent
Published in
5 min readAug 26, 2021

Due mesi e mezzo e cinquemila chilometri di pedalate tra Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Un “altro” modo di viaggiare, un “altro” modo di sentirsi ospite.

Rebekka Moser ha percorso cinquemila chilometri in bicicletta in due mesi e mezzo di pedalate. Lo ha fatto insieme a Felix, il suo ragazzo, scalando Alpi e Pirenei, attraversando Italia, Francia, Spagna e Portogallo e passando le notti in tenda nei terreni di ospitali agricoltori.
Un viaggio figlio di un ottimo stato di salute fisica, ma soprattutto di uno straordinario sguardo sul mondo.
Mentre la pandemia e i suoi effetti stavano danneggiando pesantemente l’approccio all’altro e la convivenza sociale, Rebekka è partita per un lungo viaggio fidandosi del giudizio e dell’ospitalità di chi incontrava. Capitando ogni notte in un posto diverso e decidendo ogni mattina la meta successiva.

Il racconto

Quel particolare sguardo traspare immediatamente anche mentre racconta del suo lungo viaggio seduta in un bar del centro di Bolzano: “Mi piace viaggiare e tengo un diario — premette — ma scrivo solo per me, non ho Instagram e ho un profilo Facebook inattivo”.
Probabilmente lo precisa per mettere le mani avanti, ma è chiaro che ha molte cose da raccontare, a partire dal complicatissimo itinerario.
“E’ stato un lungo viaggio, siamo partiti da Bolzano il 23 maggio con l’idea che avremmo raggiunto la Spagna, ma senza un progetto preciso. Il primo giorno ci siamo fermati al lago di Ledro, poi abbiamo proseguito per Milano, Torino e, superata Cuneo, abbiamo valicato il confine francese”.

In rosso l’itinerario del viaggio

Rebekka prosegue descrivendo le varie tappe, ma è evidente che i nomi dei luoghi le dicono poco o nulla, mentre quando racconta delle persone incontrate, il suo sguardo si illumina e non deve concentrarsi per ricordare nomi e date. “Ho conosciuto gente bellissima e mi sono fidata di quel che mi consigliavano. In Francia abbiamo deciso di andare verso sud, ma senza raggiungere la costa, troppo trafficata”.

Le centinaia di chilometri che Rebekka e Felix hanno percorso Oltralpe, inevitabilmente, non sono state dettate dall’osservazione di una mappa, ma dagli incontri. In particolare quello con Solal un ragazzo francese dal sorriso contagioso. “E’ stato un incontro fondamentale, Solal parlava con tutti e ci ha dato una grossa mano a trovare le persone che ci hanno permesso di piantare la tenda nei loro terreni e giardini”.

Felix, Rebekka e Solal

Una tenda che non ha mai visto un campeggio: “No, in effetti, ci è capitato di dormire in albergo tre o quattro volte, soprattutto nelle grandi città o causa maltempo, ma mai in campeggio. Quasi sempre, abbiamo piantato la tenda nel giardino di chi abbiamo incontrato durante il viaggio, lavandoci nei laghi, nelle fontane o utilizzando le fantastiche docce dei lidi e delle spiagge”.

Dopo aver attraversato il Sud della Francia, la coppia è entrata in Spagna dirigendosi verso la Catalogna, restando all’interno di Barcellona e scendendo sulla costa nel tratto a est di Valencia. Lì sono saliti a bordo di un pullman per raggiungere Bilbao.
“Nel meridione della Spagna faceva troppo caldo e ci hanno consigliato di proseguire il viaggio più a nord. Così abbiamo optato per un trasferimento in bus, ma a Bilbao era fin troppo freddo, pioveva e ho perso una vite della ruota della bicicletta. Era domenica, era tutto chiuso e mi sono ritrovata a camminare trascinandomi la bici e la ruota. Abbiamo chiesto ad alcune persone se avevano una vecchia bici da cui prelevare la vite che mi serviva senza successo, poi, stremati, ci siamo seduti in un bar e una cameriera ci ha risolto il problema. E’ andata a casa e mi ha portato la vite insieme a due borse piene di dolci”.

In serata la temperatura è scesa a 5 gradi e l’ostello si è rivelato una gradevole alternativa dopo il lungo tragitto in bus. Il giorno dopo, però, nonostante il clima pessimo, hanno proseguito il viaggio verso ovest transitando tra sperduti villaggi lontanissimi dai centri turistici. “Un panorama magnifico, laghi e montagne bellissime. Dormivamo nei terreni dei campesinos, dei contadin,i e dovevamo fare la spesa per più giorni perché la zona era quasi deserta. Incontravamo qualche piccolissimo villaggio ogni tanto, ma rischiavamo di restare senza provviste”.
Dopo aver proseguito verso i Picos de Europa, Rebekka e Felix hanno raggiunto il nord del Portogallo e solo l’acqua ha fermato la loro lunghissima pedalata. “Siamo stati felicissimi di raggiungere l’oceano, soprattutto perché il caldo incominciava a farsi sentire. E’ stato davvero bellissimo”.

Il ritorno

Per rientrare a Bolzano, hanno prima pedalato verso Santiago di Compostela e poi hanno proseguito in bus fino a Barcellona dove li attendeva il traghetto per Civitavecchia. Li avevano pensato di prendere un altro traghetto per Genova o per la Sardegna, ma dopo tutto quel mare, la mancanza dei pedali si faceva sentire, per questo hanno deciso di proseguire in bici verso Saturnia, poi l’Umbria e giù verso le Marche fino ad Ancona.
“Anche in Italia abbiamo incontrato tantissime persone ospitali e gentili che ci hanno indicato i posti più belli da visitare. Abbiamo sempre deciso sul momento dove dirigerci e abbiamo scoperto un’Italia poco conosciuta ma davvero meravigliosa”.

Da Ancona hanno proseguito in treno fino a Bassano del Grappa, poi hanno proseguito pedalando perché, come spiega Rebekka. “Ci mancavano pochi chilometri in bici per superare i cinquemila totali”.
Quei pochi chilometri erano 150, ma lo dice come se fosse corsa a fare la spesa sotto casa. Sarà una questione di allenamento..

Chiudere chiedendole cosa le sia piaciuto di più di questo lungo viaggio è banale quanto inevitabile: “La cosa più bella, quella che mi ha colpito di più, è l’atteggiamento delle persone che abbiamo incontrato. Per loro eravamo sconosciuti, stranieri, eppure tutti ci hanno ospitato e aiutato senza chiedere nulla in cambio. Da quando sono tornata in Alto Adige spero che qualcuno mi suoni alla porta per chiedermi di dormire nel mio giardino. Ho voglia di contraccambiare e di aiutare gli altri come gli altri hanno aiutato me. Questo viaggio mi ha insegnato che una soluzione ai problemi si trova sempre, spesso proprio grazie agli altri, alle persone che ti danno una mano anche se non ti hanno mai visto prima”.

Attualmente Rebekka Moser sta completando un tirocinio presso l’”Ufficio Politiche Giovanili” che non ha perso l’occasione per farle tenere una rubrica sui viaggi alternativi su Instagram e Facebook.
Così per un periodo di tre settimane, a partire dal 18 agosto e ogni mercoledì e venerdì, Rebekka Moser presenta originali esperienze di viaggio.

--

--

Massimiliano Boschi
Scripta Manent

Collaboro con “Alto Adige Innovazione” e “FF- Das Südtiroler Wochenmagazin”. In passato con “Diario della settimana”, “Micromega” e “Il Venerdì di Repubblica”.