Il teatro oltre il sipario

Massimiliano Boschi
Scripta Manent
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3 min readMay 30, 2019

“L’offerta teatrale è straordinaria ma, a volte, trovo imbarazzante l’atteggiamento del pubblico”. Intervista ad Anna Cerrato, abbonata “under 26”, della stagione del Teatro Stabile di Bolzano.

Finora, Scripta Manent ha parlato del pubblico, da questa settimana allarghiamo gli orizzonti e incominciamo a parlare col pubblico. Lo facciamo intervistando una giovane abbonata del Teatro Stabile, una fotografa che incontriamo nel suo negozio-laboratorio del centro: Anna Cerrato.
E’ giovane ma di spettacoli ne ha già visti parecchi: “Ho un abbonamento under 26 per un posto in galleria da tre anni, ma frequento il teatro da molto più tempo, potrei dire da sempre. Avevo due anni quando i miei mi hanno abbonato alla stagione per bambini. Più tardi, grazie agli spettacoli a cui ci portava la professoressa di lettere ho iniziato ad assistere anche alle stagioni per adulti. Ancora oggi vado a teatro con la mia amica del liceo”.

Una tradizione di famiglia?
“No, i miei non vanno a teatro, ma, come detto, mi hanno accompagnato a molti spettacoli per bambini. Di conseguenza, il teatro mi è sempre interessato. Negli anni universitari a Firenze ho frequentato alcuni workshop al teatro studio di Scandicci, ho collaborato con alcuni performer e ho seguito la produzione di Ellepi, lo spettacolo di Fulvio Cauteruccio. Del teatro apprezzo soprattutto la sua tridimensionalità, il palco, la platea, la galleria… Non è come stare davanti a uno schermo, la profondità mi aiuta a percepire la narrazione in maniera diversa e trovo davvero divertente e suggestiva anche la tridimensionalità dell’attore, il suo districarsi tra attore, personaggio e la sua personalità. Mi piace ritrovare nel personaggio le caratteristiche personali di ogni attore, per questo trovo bellissimo ogni loro errore. Mi trasmette il senso della realtà. Senza contare il dietro le quinte, il camerino, il trucco, la macchina teatrale e quanto succede prima e dopo lo spettacolo: gli applausi ma anche le discussioni tra gli attori, mi piace immaginarmi le loro liti”.

Lo spettacolo preferito di quest’anno?
“Non amo particolarmente il circo, ma il mio preferito di quest’anno è stato senza dubbio Slava’s Snowshow e ho molto apprezzato il Macbeth diretto da Serena Sinigaglia. Delle stagioni passate mi sono piaciuti Il senso della vita di Emma di Fausto Paravidino e La Cucina diretta da Bernardi. Noto che mi trovo in sintonia soprattutto con gli spettacoli ospitati nel teatro Studio, forse perché sono quelli che ospitano gli attori più giovani, quelli della compagnia regionale”.

Altri consumi culturali?
“Oltre al teatro frequento Museion, sopratutto le inaugurazioni, non solo per lavoro, il Carambolage e in generale gli spettacoli all’aperto. L’anno passato, per esempio, ho molto apprezzato la stagione Fuori! organizzata dallo Stabile. Poi, ovviamente, le mostre fotografiche”.

Come valuti l’offerta teatrale locale?
“E’ davvero notevole, anche se paragonata a quelle di città come Firenze o Bologna. Per quel che riguarda il pubblico, devo dire che mi infastidisce parecchio la mancanza di partecipazione, sia durante lo spettacolo che dopo. Gli applausi che faticano a partire, la mancanza di un confronto su quanto appena visto una volta che è calato il sipario. Vedere il pubblico che si alza e se ne va pensando solo a cosa mangiare il giorno dopo mi imbarazza. E’ anche vero che nei pressi del teatro non esistono luoghi di aggregazione in cui ritrovarsi per discutere degli spettacoli”.

Ti sei data una spiegazione?
“Credo che manchi l’abitudine alla fruizione del teatro e dell’arte fuori dai luoghi canonici. A Bologna, per esempio, è facilissimo assistere a spettacoli di artisti di strada, qui durano poco, i regolamenti cittadini sono severi e i vigili controllano che vengano rispettati. Così, spesso, chi va a teatro lo fa perché crede che sia un dovere della sua classe sociale di appartenenza, forse persino per darsi un tono. Un discorso che credo possa valere anche per il pubblico delle mostre d’arte. Magari si godono anche lo spettacolo ma si vergognano a esprimere una propria opinione perché pensano che non si debba fare, che sia di cattivo gusto”.

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Massimiliano Boschi
Scripta Manent

Collaboro con “Alto Adige Innovazione” e “FF- Das Südtiroler Wochenmagazin”. In passato con “Diario della settimana”, “Micromega” e “Il Venerdì di Repubblica”.