La luce, l’acqua e l’arte

Massimiliano Boschi
Scripta Manent
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3 min readJun 13, 2019

I segreti del successo del “Water light Festival”. Intervista a Werner Zanotti, direttore di Bressanone Turismo.

E’ stato senza dubbio l’evento principale della primavera 2019. Novantaseimila visitatori hanno affollato le strade di Bressanone per il “Water light Festival” nonostante il meteo abbia fatto di tutto per “rovinare la festa”. Giunto alla sua terza edizione, il programma ha “virato” vistosamente verso l’arte contemporanea e i dati gli hanno dato ragione: un incremento del 20% rispetto all’edizione precedente. Tra il 9 e il 25 maggio scorso, il pubblico composto da turisti e cittadini di Bressanone ha potuto, infatti, ammirare le opere di 24 artisti provenienti da tutta Europa che hanno unito i temi della luce e dell’acqua riuscendo ad incantare bambini, giovani e anziani indipendentemente dalla provenienza geografica e dall’estrazione sociale.
A spiegarci storia e segreti di questo successo, non solo di pubblico, è Werner Zanotti, direttore di Bressanone Turismo: “Ovviamente siamo molto soddisfatti del successo ottenuto. Felici per l’incremento nel numero dei visitatori, nonostante le molte giornate di pioggia, per i risultati dal punto di vista turistico e dei pernottamenti, ma anche perché il festival è stato apprezzato per la sua valenza culturale”.

Partiamo dal segreto di questo successo?
“Credo che siano due. Il primo è l’acqua che è stato il vero motore del Festival. Esistono molti festival di luci in Europa ma il binomio con l’acqua ha reso l’evento particolarmente affascinante. Sui social, in particolare su Instagram, ha ottenuto risultati impressionanti, ma hanno parlato di noi le televisioni di mezzo mondo”.

L’altro?
“Abbiamo sbagliato tanto e imparato velocemente. Abbiamo creato un festival che non esisteva e abbiamo scelto la strada giusta comprendendo la lezione che ci aveva lasciato ogni edizione precedente. Allo stesso tempo, abbiamo raccolto informazioni di ogni tipo girando l’Europa per valutare gli altri festival. Così siamo arrivati al 2019 con un progetto ben definito che è stato molto apprezzato da turisti, dai cittadini di Bressanone e dal mondo culturale. Tutti si sono lasciati trasportare dalla magica atmosfera del festival”.

Indubitabilmente la confezione del festival è risultata di altissimo livello, ma come vi siete rapportati con gli artisti?
“Alcuni hanno potuto scegliere il luogo in cui posizionare l’opera, altri luoghi li abbiamo indicati noi, ma abbiamo voluto che entrassero in dialogo con la città, con luoghi precisi e con l’acqua. Credo che questo abbia permesso di presentare al meglio anche l’offerta culturale, rendendo tutto meno effimero e più profondo, permettendo ad un pubblico molto ampio di osservare opere d’arte contemporanea”.

Tutti contenti?
“Inizialmente qualcuno aveva dei dubbi. Non è semplice conciliare progetto artistico con vocazione turistica, ma siamo riusciti a lavorare con grande libertà e sono particolarmente felice della risposta dei cittadini di Bressanone che ci incitano ad andare avanti così, anche sui social, in contesti in cui, solitamente, si viene soprattutto criticati. Dal punto di vista culturale posso dire che anche il mondo della cultura locale ha mostrato grande apprezzamento. Abbiamo anche ottenuto l’”Effe”, il marchio di qualità per i festival europei di eccellenza”.

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Massimiliano Boschi
Scripta Manent

Collaboro con “Alto Adige Innovazione” e “FF- Das Südtiroler Wochenmagazin”. In passato con “Diario della settimana”, “Micromega” e “Il Venerdì di Repubblica”.