La qualità come nuova sfida collettiva

Massimiliano Boschi
Scripta Manent
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3 min readDec 5, 2019

I pubblici culturali altoatesini visti da Claudio Andolfo, direttore della Ripartizione Cultura Italiana della Provincia.

Foto Doc.bz

Scripta Manent 2019. Il ciclo di interviste dell’edizione 2019 di Scripta Manent non poteva concludersi senza l’intervento di chi ha fortemente voluto questa lunga, e speriamo fruttuosa, indagine sui pubblici culturali in Alto Adige: Claudio Andolfo, direttore della Ripartizione Cultura Italiana della Provincia.
Ovviamente, siamo partiti da un bilancio sintetico e complessivo dell’iniziativa e dalle relative considerazioni: “L’edizione di Scripta Manent di quest’anno credo abbia aperto uno squarcio sui pubblici scomponendo la parola pubblico. E’ evidente che oggi, in maniera più evidente di qualche anno fa, i pubblici sono tanti e differenziati, esistono nicchie che vanno tenute in considerazione e analizzate. Chi fa politiche culturali deve prenderne atto”.

In che modo?
“Per esempio, utilizzando il Centro Trevi come un laboratorio privilegiato in cui testare alcuni approcci e politiche. Dico privilegiato perché offre servizi differenziati: dal prestito dei libri a quello dei dvd, dal centro multilingue alle mostre. Inoltre accoglie eventi di associazioni di vario tipo e da tempo sviluppa e accoglie format pensati proprio per nicchie di pubblico. Alcuni eventi come, per esempio, le proiezioni pomeridiane del centro audiovisivi ci hanno dimostrato come esistano anche pubblici che solitamente non vengono presi in considerazioni. Nel caso specifico, coloro che guardano volentieri un film nelle ore pomeridiane perché preferiscono non uscire alla sera o col buio. Ma il Trevi mostra anche come i vari pubblici formino numeri consistenti. Nel 2019 (non ancora concluso) vi sono entrate oltre 90.000 persone. Uomini e donne che hanno varcato i portoni di via dei Cappuccini per recarsi in biblioteca, per partecipare ad eventi, per visitare mostre o per assistere a Europa Cabaret. A questi dati vanno aggiunti quelli relativi agli ottimi risultati ottenuti dai nostri canali social: 4500 followers su Facebook e oltre mille su Instagram”.

Prossimo passo?
“Credo occorra ragionare sulla qualità dell’offerta. Preso atto che i pubblici sono tanti, credo che la sfida dei prossimi anni sia quella di adeguare l’offerta delle politiche culturali ai tempi di oggi. I risultati ottenuti sono figli delle politiche culturali degli anni Ottanta, quando avevamo bilanci crescenti e autonomia in espansione. In altre parole, ai tempi occorreva creare quello che non c’era: un sistema infrastrutturato di biblioteche, centri giovanili, teatri, spazi per la musica… Oggi penso sia arrivato il momento di affrontare i temi della sostenibilità di questo sistema e della qualità dell’offerta. Credo si possano ottenere ottimi risultati aggiornando gli strumenti a disposizione. Per evitare fraintendimenti, il tema della qualità si pone come sfida collettiva da affrontare insieme e non proponendo soluzioni dall’alto”.

Il dibattito culturale è uno strumento fondamentale, ma da queste parti fatica a svilupparsi. Come mai?
“Forse c’è ancora poca fiducia tra le parti. Poca fiducia nei confronti della pubblica amministrazione, che viene troppo spesso percepita solo come ente controllore mentre invece è anche un partner. Poca fiducia tra i player culturali, percepiti come concorrenti invece che come potenziali alleati. Ciò irrigidisce il sistema e inibisce il dibattito tra addetti ai lavori. Per quanto riguarda il pubblico, vanno comprese meglio le motivazioni che spingono alla partecipazione culturale. Probabilmente il pubblico di esperti che va a teatro, al cinema o ad un concerto con la sicurezza del giudizio e l’interesse a condividerlo, non è molto vasto. Ma questo non è di per se un male, anzi, volendo, può essere un segno positivo dei risultati ottenuti dalle politiche culturali locali degli ultimi anni, politiche che sono state in grado di avvicinare nuovi pubblici alla cultura”.

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Massimiliano Boschi
Scripta Manent

Collaboro con “Alto Adige Innovazione” e “FF- Das Südtiroler Wochenmagazin”. In passato con “Diario della settimana”, “Micromega” e “Il Venerdì di Repubblica”.