Le tradizioni come sostegno al processo di integrazione

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Scripta Manent
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4 min readJul 26, 2023

Un progetto di ARGE ALP pensato per favorire l’inclusione

Partecipanti al progetto “Le montagne uniscono” presso il Museo Passiria

Dalla sua fondazione nel 1972, la Comunità di Lavoro Regioni Alpine (ARGE ALP) è arrivata negli anni a riunire 10 Länder, Regioni, Province e Cantoni dei paesi Austria, Germania, Italia e Svizzera. Gli obiettivi che questa collaborazione transfrontaliera si pone sono trovare punti comuni e risolvere problemi condivisi in campo ecologico, culturale, sociale ed economico; promuovere la comprensione tra le popolazioni dell’area alpina.

Incontriamo la cordinatrice Daniela Zambaldi e Dagmar Emeri, del Servizio di coordinamento per l’integrazione della Provincia di Bolzano, per conoscere un interessante progetto riguardante le tradizioni delle comunità aderenti ad ARGE ALP e come esse possano diventare strumento di inclusione.

L’attuale progetto è la prosecuzione di Tradizione-Diversità-Cambiamento. Quali risultati aveva dato questa iniziativa?
Il quadro comune che risulta dal progetto precedente spiega come le tradizioni siano plasmate dalla cultura e dalla religione, dai rispettivi margini di azione e negoziazione, nonché dalla capacità e volontà di aprirsi e ridefinirsi. Le esperte e gli esperti delle regioni Arge Alp invitate/i a partecipare al primo progetto, realizzato negli anni 2019–2020, hanno avuto occasione di confrontarsi in diversi focus group sulla tematica delle tradizioni; i risultati principali ottenuti hanno dimostrato come le tradizioni sottostanno a un continuano mutamento e adattamento alle situazioni contingenti (sociali ed economiche), allo stesso modo della cultura di una società nel suo insieme.

Le tradizioni, che consideriamo tra i pilastri di una società, oltre che a delinearne i contorni possono anche diventarne accessi?
Il precedente progetto ha anche reso evidente come la tradizione può sostenere il processo di integrazione: offre connessione e partecipazione sociale, promuove l’attaccamento emotivo, il legame al territorio e il senso di appartenenza. I fattori che favoriscono il processo di integrazione sono: la comunicazione sulle e delle tradizioni, l‘informazione e la spiegazione, la visibilità della pluralità, il dialogo, l’auto-riflessione, così come lo sviluppo di un senso comune di appartenenza.

Perché nelle regioni alpine le tradizioni hanno ancora un ruolo così importante?
Proprio nelle regioni alpine, zone di confine da sempre interessate da movimenti migratori, le tradizioni sono impregnate di pluralità di culture, di generazioni. Da sempre le tradizioni trascendono le frontiere e sono il risultato di dinamiche sociali ed economiche nonché il prodotto di relazioni mutevoli. Ci sembra importante interpretare la tradizione come qualcosa di plurale e aperto che non viene solo tramandato, ma che viene anche creato e modificato e sviluppare aree tematiche specifiche che mostrano come “oggetti stranieri” siano divenuti parte del territorio e come la nostra società sia sempre stata aperta al cambiamento.

Quali elementi dobbiamo mettere sul tavolo perché le divisioni possano essere superate?
La comunicazione in merito ai background storici e ai contesti specifici è essenziale per garantire la comprensione di altre tradizioni e prospettive, ma anche per garantire lo scambio di informazioni sulla situazione nei paesi d’origine.

A chi si rivolge la seconda edizione del progetto “Tradizione-Diversità-Cambiamento”?
Già nel corso della prima edizione, il gruppo di progetto era consapevole del fatto che non avesse senso trattare il tema “tradizione e integrazione” solo all’interno di pool di esperti. Pertanto, sulla base dei risultati del primo progetto, il follow-up è stato concepito come un processo partecipativo al fine di coinvolgere attivamente la popolazione nelle azioni programmate.

Il primo progetto si interrogava sul ruolo delle tradizioni nella formazione di un’identità condivisa e nell’integrazione: il secondo atto cosa si pone?
Vogliamo rendere visibili i punti di vista della popolazione e creare luoghi e spazi per permettere il dialogo e il confronto. Per dare più visibilità alla pluralità alpina, i dialoghi saranno condotti in gruppi misti: saranno invitati a partecipare a questi incontri esperti e attori locali nel campo della cultura e dell’integrazione, associazioni culturali, tradizionali e di persone immigrate, moltiplicatori e moltiplicatrici in campo scolastico, culturale o sociale, oltre che la popolazione interessata.

Quali iniziative sono in programma?
Sono state pianificate due misure a livello regionale-transfrontaliero. In tutte le regioni partner, nel periodo marzo-novembre 2023 verranno organizzati due “Dialoghi” che si svilupperanno attorno a due input che saranno utilizzati in tutte le regioni come elementi centrali dei dialoghi. Verrà poi creato un percorso museale che sarà realizzato in formato video in collaborazione con 7 musei (uno per ogni regione partner) e la Scuola ZeLIG. L’inaugurazione del percorso museale avrà luogo contemporaneamente nelle sette regioni partner per la Giornata Internazionale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo, che si celebra annualmente il 21 maggio.

[Mauro Sperandio]

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