L’ottimo sfuggente

Massimiliano Boschi
Scripta Manent
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4 min readJul 9, 2020

Quale teatro dopo la pandemia? Le risposte in un’intervista che è stata anche un inseguimento.
Le parole di Walter Zambaldi, direttore del Teatro Stabile di Bolzano.

Quella che segue è la sintesi di un dialogo con Walter Zambaldi, direttore del Teatro Stabile di Bolzano, iniziato oltre un mese fa. I continui cambiamenti rispetto alle normative sanitarie dovute all’epidemia, la conseguente faticosa ripartenza della “gioiosa macchina di pace” guidata da Zambaldi, ha costretto Scripta Manent a una sorta di lungo inseguimento che è terminato solo quando lo Stabile è riuscito a riaprire le porte del teatro comunale di Bolzano.
Lo ha fatto con un comunicato che rivendicava la volontà di rendere saldo il “presidio del teatro d’arte”. L’intervista è partita proprio da questo.

Cosa intendi con “presidio del teatro d’arte”?

“Il Teatro Stabile è un teatro pubblico fondato 70 anni fa per dare “sostegno e diffusione del teatro nazionale d’arte e di tradizione”. In questo momento di crisi inedita non possiamo permetterci il lusso di perdere di vista le nostre linee guida. Ora più che mai progettare e pianificare il futuro significa scommettere sul teatro e sulla cultura per la rinascita, coinvolgere nuovamente il pubblico, insomma rafforzare la nostra vocazione sociale.
Con mantenere saldo il presidio d’arte intendiamo proprio questo: non abbiamo mai smesso di lavorare, di pianificare il futuro, di organizzare le produzioni. Questo significa in primis mantenere in moto il complesso sistema teatrale che è composto da operatori, artisti, maestranze e organizzatori. E abbiamo cercato di farlo, sia a livello regionale, sia nazionale. “Mantenere saldo il presidio del teatro d’arte” significa essere pronti alla ripartenza per dare lavoro anche alle maestranze e ai tecnici. Significa riabituare gradualmente i cittadini ad entrare a teatro, come abbiamo fatto a partire dal 4 giugno”.

Prevedete anche spettacoli fuori dal teatro?
“Quella che è stata presentata il 4 giugno scorso sotto forma di Wordbox è una produzione teatrale di e con Paolo Rossi, pensata per essere agile e duttile e adattarsi sia a luoghi chiusi, sia a luoghi aperti. Abbiamo deciso di aprire le prove dello spettacolo a 20 persone a sera che si sono riappropriate gradualmente del Teatro Comunale di Bolzano. Siamo convinti che sia stato necessario riportare le persone a teatro, con tutte le precauzioni del caso. Giorno dopo giorno — grazie al cambiamento delle disposizioni anti Covid-19 — abbiamo potuto consentire l’ingresso a più spettatori in Sala grande. Dai 20 spettatori dell’inizio ai 100 delle ultime recite, sempre e comunque rispettando il distanziamento sociale. Abbiamo dimostrato ostinazione nel perseguire l’intento di riaprire il teatro e ora finalmente ce l’abbiamo fatta. Per Rossi e i suoi musicisti inoltre, le prove aperte sono state un vero e proprio allenamento in cui lo spettacolo è cresciuto e si è definito, anche grazie al pubblico. Pane o libertà. Su la testa ha iniziato il suo tour da Trento e verrà presentato nell’ambito delle manifestazioni all’aperto promosse dai principali teatri della penisola, primo tra tutti il Piccolo Teatro di Milano- Teatro d’Europa, poi Genova e il Veneto. Eccoci fuori dai teatri! A settembre, sempre con Rossi nella parte di capocomico ma alla testa di un gruppo di giovani attori, scenderemo in strada in Alto Adige con un articolato progetto di Teatro diffuso”.

Per la prossima stagione cosa prevedete?

La stagione che si apre a metà settembre è molto particolare, in tutti i sensi: è la prima stagione dopo una pandemia, la prima stagione senza abbonamenti a causa dell’incertezza sul numero di posti disponibili in teatro per le norme di distanziamento sociale, e soprattutto la stagione in cui si festeggiano i 70 anni di vita dello Stabile di Bolzano, principale istituzione teatrale regionale. Abbiamo cercato di mantenere salde le iniziative progettate per quest’anno di celebrazioni, ovviamente abbiamo dovuto adattare alcune delle nostre proposte per adattarle alla “nuova” contingenza. Per lo Stabile di Bolzano onorare un anniversario così importante significa accentuare e intensificare le proprie attività sul territorio e al servizio dei cittadini, come ad esempio la predisposizione di un archivio on-line che raccolga tutto il materiale storico che sarà consultabile gratuitamente da appassionati e interessati; significa aumentare l’offerta di corsi e laboratori. Come accennavo, stiamo preparando un progetto di Teatro Diffuso che farà tappa a Bolzano e provincia. Nel ruolo di capocomico troveremo Rossi, al suo seguito un gruppo di giovani attori che sera dopo sera, piazza dopo piazza, porteranno in scena la difficile e sottile arte dei contastorie. La compagnia proporrà una serie di plot narrativi elaborati da Roberto Cavosi sulla base di brani teatrali appartenenti al repertorio storico dello Stabile. Ancora una volta un format creato ad hoc per l’occasione, capitanato da un maestro dell’improvvisazione e dell’affabulazione comica e poetica. Ci tengo a confermare che nella prossima stagione presenteremo produzioni progettate prima dello Tsunami Covid-19 che porteremo anche in tour. Sto parlando di Romeo e Giulietta dei Babilonia Teatri interpretato da Ugo Pagliai e Paola Gassman, ma anche di Peachum scritto e diretto da Fausto Paravidino e interpretato assieme a Rocco Papaleo e di Eichmann, il nuovo testo di Stefano Massini con Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon. Ci saranno anche le ospitalità, ovviamente”.

Più in generale che teatro ti piace proporre?
“Mi piace proporre un teatro che nasca da percorsi di ricerca e approfondimento, ma anche dal confronto tra personalità artistiche differenti. Parlo di ricerca del testo, di ricerca di equilibri inediti tra diverse forme espressive. Tento di proporre un teatro che avvicini, anche attraverso l’unione di visioni, storie e linguaggi differenti. Mi piace il teatro che ama rischiare e non scandalizzare, che ricerca la poetica e non indugia esclusivamente sulla forma, il teatro che coinvolge lo spettatore”.

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Massimiliano Boschi
Scripta Manent

Collaboro con “Alto Adige Innovazione” e “FF- Das Südtiroler Wochenmagazin”. In passato con “Diario della settimana”, “Micromega” e “Il Venerdì di Repubblica”.