Valle d’Aosta e Alto Adige: così simili, così diversi

Massimiliano Boschi
Scripta Manent
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3 min readSep 27, 2023

Intervista a Denis Falconieri autore delle guide “Lonely Planet” di entrambi i territori.

La Valle d’Aosta è una regione autonoma e bilingue in gran parte montagnosa, inevitabilmente i confronti con l’Alto Adige sono all’ordine del giorno. Ma sono territori paragonabili? Lo abbiamo chiesto a Denis Falconieri, giornalista, viaggiatore e autore per la Lonely Planet delle guide dedicate a entrambe i territori.
Prima, però, alcuni dati essenziali. La Valle d’Aosta è la regione più piccola d’Italia 3 263 km², mentre l’Alto Adige è la seconda provincia più grande d’Italia, 7398,38 km². In Valle d’Aosta risiedono 122.000 abitanti contro i 534.000 dell’Alto Adige. Notevoli anche le differenze economiche, ma su questo ci fornirà maggiori dettagli Denis Falconieri. La prima domanda riguarda, però, le differenze “fisiche”. “I due territori — premette — hanno una morfologia molto diversa, quella dell’Alto Adige, è più “facile”, quella valdostana è formata da montagne più alte con grandi pareti di roccia. Questo genera ovviamente una differente accessibilità. Per passeggiare sui sentieri delle vostre parti non serve preparazione, in Valle d’Aosta sì, perché si sale rapidamente in quota”.

Il Cervino visto dalla Conca di Cheneil (Foto Denis Falconieri)

Questo differenzia l’offerta turistica?

“E’ un aspetto che ha effetti anche sulle strutture ricettive che sono meno numerose che in Alto Adige. In provincia di Bolzano si incontra una malga praticamente ogni ora di cammino, in Valle d’Aosta no, sui sentieri si trovano quasi esclusivamente rifugi o bivacchi. Spesso tra il parcheggio di partenza e il rifugio di arrivo non vi sono luoghi di ristoro”.

Ma la Val d’Aosta ha comunque una importante offerta turistica.

“Certamente, la Valle d’Aosta vive di turismo, sia invernale che estivo. La differenze riguardo all’offerta turistica non sono, però, solo legate alla morfologia. Credo che in Alto Adige siano più bravi a comunicare e la promozione del territorio sia meglio organizzata anche sui social”.

Una delle caratteristiche più importanti dell’Alto Adige sembra essere la capacità di accontentare sia il turista tedesco che quello italiano grazie alle attività proposte, all’offerta gastronomica etc. E’ così anche in Val d’Aosta per i francesi?

“In Val d’Aosta non vedo un’offerta turistica dedicata ai francesi, ce ne sono, ma non vengono create offerte ad hoc e credo che sarebbe complicato realizzarle. In Val D’Aosta si mira innanzitutto al turismo di prossimità italiano. E’ vero, arrivano in Valle d’Aosta anche molti turisti provenienti dalla Svizzera francese, ma essenzialmente sono spinti da motivazioni economiche, qui costa tutto”.

E riguardo a bilinguismo e autonomia?

“Innanzitutto, qui la scuola è unica e bilingue, dall’asilo fino alle superiori. Un bilinguismo scolastico a cui non corrisponde, però, un bilinguismo reale. Qui non capiterà mai di entrare in un locale e di trovare qualcuno che ti si rivolga in francese. La toponomastica pubblica è bilingue anche qui, ma le si dedica molta meno attenzione che in Alto Adige. Credo, però, che il bilinguismo sia importante in Valle ‘Aosta, è una ricchezza e spero che continui a sopravvivere. Non va dimenticato che senza questa caratteristica salterebbe l’Autonomia”.

Già a prima vista, i territori appaiono molto diversi. L’Alto Adige sembra più “uniforme”. Resta da capire se è un bene…

“Sì, qui non esiste una legge come quella sul maso chiuso, terreni, ma anche edifici abitativi, finiscono frazionati nella successione agli eredi. Questo rende più complicata la cura del territorio. E’ vero, i pendii valdostani sono più severi e selvaggi di quelli altoatesini, ma anche meno curati. Ovviamente, anche qui ci sono zone meglio tenute di altre che hanno dedicato maggiore attenzione alla cura dell’architettura tradizionale, ma da questo punto di vista, è l’Alto Adige a essere sorprendente”.

Ma i valdostani conoscono l’Alto Adige?

“Non credo, ma il paragone si fa spesso, lo fanno i politici e la popolazione. Però, conoscendo meglio la realtà altoatesina, mi sono convinto che sia un errore. Le differenze sono troppe, il numero di abitanti 120.000 contro 500.000, quelle economiche, in Valle d’Aosta non c’è un forte comparto industriale come in provincia di Bolzano. Inoltre, gli agricoltori, che hanno un peso politico importante in Alto Adige, qui contano poco, hanno molto più potere gli albergatori. Credo che le differenze rendano il confronto poco utile”.

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Massimiliano Boschi
Scripta Manent

Collaboro con “Alto Adige Innovazione” e “FF- Das Südtiroler Wochenmagazin”. In passato con “Diario della settimana”, “Micromega” e “Il Venerdì di Repubblica”.