Vienna: la prima della classe

Massimiliano Boschi
Scripta Manent
Published in
7 min readApr 3, 2023

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I parchi, il trasporto pubblico, la qualità della vita e, soprattutto, le politiche sulla casa.

Scripta Manent continuerà a descrivere quei territori che dimostrino una particolare attenzione al proprio orizzonte, quei luoghi che siano in grado di “abbinare la sostenibilità alla bellezza, attraverso progetti inclusivi che propongono soluzioni sostenibili, innovative e accessibili coniugando cultura, ambiente e innovazione”.
Questo scrivevamo a inizio anno e attenendoci a queste regole, non potevamo non interessarci di Vienna. E’ sufficiente che digitiate sui motori di ricerca “Vienna la città più…” per comprenderne il motivo. Perchè sarete invasi da decine di risultati che indicheranno la capitale austriaca come la città più sana, più vivibile, più ecologica e inclusiva del mondo.

La qualità della vita

Per quel che riguarda la vivibilità, nella classifica stilata dall’Economist intelligence unit la società di analisi e consulenza finanziaria del gruppo editoriale del settimanale britannico che ogni anno analizzare i dati di 172 città in tutto il mondo, Vienna è stabilmente nei primi posti.
Prima nell’ultima classifica disponibile, quella del 2022, l’anno scorso ha riguadagnato la vetta dopo che nel 2021 vi era stata sbalzata dalla neozelandese Auckland solo a causa del Covid. Vienna, infatti, era risultata la città più vivibile del mondo nel 2019 (nel 2020 la classifica non è stata pubblicata) e nel 2018.
Ma è solo una delle tante graduatorie in cui Vienna risulta la prima della classe. Nel 2022, infatti, Vienna è risultata anche la città più sana del mondo secondo l’Healthy Lifestyle Cities Report, mentre per quel che riguarda il verde, ecco alcuni dati: a Vienna quasi la metà del territorio consiste in parchi, zone boschive o aree agricole. Tradotto in numeri: ogni abitante, su una popolazione di 1,8 milioni, ha a disposizione ben 100 metri quadrati di spazio verde. In totale, sono presenti 990 parchi comunali.
Ma, al di là di dati e classifiche, è sufficiente allungarsi tra le affollatissime e gratuite “sdraio” pubbliche del MuseumsQuartier, camminare tra ragazzi che fanno pic nic nei giardini antistanti al Kunsthistorisches Museum e proseguire all’interno dell’Hofburg tra centinaia di giovani che chiacchierano, giocano e si divertono, per comprendere come la capitale austriaca sia riuscita a mantenere una qualità dello spazio pubblico davvero invidiabile, soprattutto per città di quelle dimensioni.

Il MuseumsQuartier di Vienna

Tra i vari motivi che aiutano a spiegare i successi della capitale viennese, uno sembra prevalere su tutti. Come scrive il “giornale dell’Archittetura”: “Uno dei motivi del successo sta certamente nelle politiche della casa, che storicamente rappresentano una bandiera dell’amministrazione comunale. La città gode di grande autonomia amministrativa come capitale e Land (Regione) autonomo e attualmente Vienna è la maggiore proprietaria immobiliare in Europa (circa 220.000 appartamenti) ed il 62% dei suoi abitanti vive in un’abitazione comunale o sovvenzionata”.
E’ evidente che una città dalle dimensioni di Vienna non è esente da problematiche che riguardano tutte le maggiori città europee, ma a Vienna, più che altrove, appare evidente l’attenzione dedicata alle soluzioni. Per esempio, come sottolineato da Roman Mengoni: “Una delle aree più problematiche di Vienna era la linea ferroviaria di circonvallazione chiamata Gürtel (cintura): sotto agli archi portanti della struttura una volta svolgevano le loro attività numerosi commercianti, ma all’inizio degli anni ’90 non restavano che spazi abbandonati. Le strade parallele al viadotto si erano trasformate in aree poco sorvegliate e violente. Nel 1994 il municipio avviò il progetto Urban-Wien Gürtel Plus. I negozi abbandonati vennero ristrutturati e generosi incentivi furono offerti ai commercianti interessati ad aprire la propria attività in quell’area. Le strade che affiancavano il viadotto furono trasformate in spazi pedonali contornati da alberi, panchine e da una buona illuminazione per non scoraggiare le attività serali. Nel contempo, furono organizzati eventi volti a cambiare la percezione che i residenti avevano di questa zona. Fu applicato il concetto di soft planning: i progetti si concentrarono non tanto sulle infrastrutture di grande portata come ferrovie e ponti, quanto su micro interventi volti a modificare l’immagine del luogo e renderlo attraente agli occhi dei cittadini”.

La metro di Vienna

A proposito di ferrovie e trasporti, , il servizio pubblico viennese ha permesso a chi scrive di saltare da un capo all’altro della città in pochissimo tempo, con un tempo medio di attesa della metropolitana che non ha mai superato i due minuti (sei per i tram). Ancora una volta è anche una questione di numeri: cinque linee di metropolitana per un totale di 83 chilometri e 109 stazioni, 127 linee di autobus e 29 linee di tram permettono di spostare oltre un milione di persone ogni giorno in tutta l’area cittadina.

Inclusione: dalla culla alla tomba

Dal punto di vista dell’inclusione, Vienna è considerata una delle città europee più attenta alle esigenze delle donne e delle famiglie. A questo scopo sono state ampliate le fermate dei bus e dei marciapiedi, pensando al passaggio dei passeggini e dei disabili, gli attraversamenti sono stati resi più sicuri ed è stata migliorata l’illuminazione in tutta la città.
Nel 21esimo distretto, nella zona orientale della città, è stata costruita la “Frauen-Werk-Stadt 1”, il primo progetto abitativo “sensibile al genere” realizzato a Vienna. 357 appartamenti costruiti a fine anni Novanta allo scopo di facilitare la convivenza e lo scambio di servizi in cui le abitazioni sono considerate anche come luogo di lavoro. Il numero di abitazioni è limitato per evitare l’anonimato, la lavanderia comune è collocata all’ultimo piano, e non nel seminterrato, per dare accesso a un terrazzo che faciliti gli incontri e il dialogo grazie anche all’ingresso della luce naturale. Grande attenzione è dedicata a tutti gli spazi pubblici a partire dall’asilo collocato al centro del quartiere.
Visitandola oggi, a oltre vent’anni dalla sua costruzione, il quartiere mostra anche diversi limiti, ma è inevitabile, visto che era nato come progetto pilota che ha permesso di avviare altri cinquanta progetti abitativi attenti al “genere” e ha permesso di cercare soluzioni adatte ai problemi emersi a “Frauen-Werk-Stadt 1”.

“Frauen-Werk-Stadt 1”

L’Amministrazione viennese ha dedicato una speciale attenzione anche ai cimiteri, luoghi particolarmente frequentati dagli anziani. E’, quindi, intervenuta per migliore l’accessibilità, aumentando il numero di panchine, rendendo migliore la segnaletica e aumentando il numero di servizi igienici. I progetti inclusivi sono decine e non avrebbe senso elencarli tutti. Quel che appare evidente è che Vienna si è creata un’identità rispetto all’attenzione che rivolge ai propri abitanti. Non è il paradiso, ovviamente non tutti i problemi sono risolti, ma l’attenzione allo spazio pubblico e il pragmatismo riguardo alla soluzione dei problemi andrebbe presa ad esempio. Da altre amministrazioni, ma anche da imprese private. L’Ikea sembra averlo fatto, non a caso, ha aperto a Vienna negli spazi dell’ex Westbanhof un edificio particolarmente attento alla sostenibilità ambientale. A prima vista, l’edificio ricorda uno scaffale tipico dell’azienda svedese (sia all’esterno che all’interno): una struttura minimalista di acciaio e cemento (molto più visibile il primo) alimentata dai pannelli fotovoltaici posizionati sulla copertura. Ma, soprattutto, non è stato predisposto l’abituale parcheggio per le auto, le consegne sono organizzate di conseguenza e la zona è servitissima dal servizio di trasporto pubblico.

L’Ikea a Vienna Westbanhof

La “pancia” di Vienna e le immagini censurate

Altre città europee sembrano concentrarsi maggiormente su azioni simboliche e di marketing territoriale (panchine colorate su temi “sensibili”, interventi spot, campagne di sensibilizzazione etc..), ma va detto che anche da questo punto di vista Vienna si mostra all’avanguardia.
Per esempio, è stata ideata la campagna “Vienna la vede in modo diverso” in cui le immagini dei cartelli sono state invertite per quel che riguarda il genere: il cartello di lavori in corso mostra una donna con la pala, e in quello per i bagni c’è un uomo che cambia i pannolini. Non solo, mentre in mezzo mondo si discute del caso delle immagini del David di Michelangelo che avrebbero potuto turbare alcuni giovani studenti statunitensi e i social network censurano i nudi artistici a causa di qualche algoritmo, l’Ente turismo viennese ha pubblicato decine di immagini di opere d’arte ospitate dai suoi musei su OnlyFans, sito noto soprattutto per i servizi di intrattenimento vietati ai minori. Ogni abbonamento su OnlyFans garantiva l’ingresso gratuito ai musei partecipanti o una Vienna City Card gratuita.
Chiudiamo con un cortometraggio realizzato sempre su commissione dell’Ente turismo viennese. Il video è dedicato a un visitatore molto particolare: una pancia di nome “Belly”.
Vienna, ancora una volta, ha voluto dimostrare di essere “facile” per tutti. Al di là del genere, dell’età e dell’aspetto fisico.

Massimiliano Boschi

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Massimiliano Boschi
Scripta Manent

Collaboro con “Alto Adige Innovazione” e “FF- Das Südtiroler Wochenmagazin”. In passato con “Diario della settimana”, “Micromega” e “Il Venerdì di Repubblica”.