“Il mondo di Steve McCurry” — Venaria Reale (TO), 2016

Le immagini, la mostra e “Il mondo di Steve McCurry”

Ivan D'Urso
Scrivere con la luce

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È presto per dire quanti visitatori potrà contare la mostra di Steve McCurry ospitata dalla Reggia di Venaria. Nonostante l’annuncio arrivato all’ultimo momento, il TG regionale ne abbia accennato un’intervista e sui social tutte le comunicazioni sono giunte solo qualche giorno prima, secondo me, farà grandi numeri.

Del tutto comprensibile però: il suo nome è un must-have per gli amanti della fotografia (documentaristica e non) e lo scatto per la copertina del National Geographic Magazine del 1985 lo ha reso il mostro sacro che è oggi. Quindi, a prescindere da chi visiterà o meno la mostra, direi che quasi tutti conoscono McCurry. O per lo meno qualche sua immagine.

Scostando la lunga tenda, l’ingresso è trionfale e si è subito circondati da foto che spiazzano le aspettative: ritratti di guerra in bianco e nero. Superato il trauma e questa bellissima selezione di immagini, però, ci si immerge in un trionfo di colori. Gli stessi che sono diventati il marchio di casa McCurry.

Colori di tutti i colori, tonalità che attribuivo alla semplice visualizzazione a monitor, tinte che non pensavo fosse possibile riprodurre in stampa. Sia nel digitale che nell’uso delle pellicole. E poi, davanti ai suoi ritratti capisci effettivamente che è quello il riassunto visivo della sua bravura.

Un assortimento di oltre 250 scatti in giro per il mondo, che partono dall’amato Afghanistan, passando per l’India, Cuba, un salto in Italia fino ad arrivare agli scatti del progetto ¡Tierra! (commissionato da Lavazza).

Trovo che questa piacevole serie di fotografie attragga gli appassionati e non solo, grazie soprattutto alla sua immediatezza e un’occasionale e calibrata punta di amarezza (funziona come i gattini sul web!). Tutto molto bello, quasi perfetto. Con l’audio-guida è possibile addentrarsi in alcuni degli scatti e scoprire dettagli maggiori sui protagonisti dell’immagine che abbiamo di fronte.

Forse si torna a casa con un po’ di torcicollo
(se visiterete la mostra capirete il perché!).

Le sue immagini sono così naturali come artefatte: su ogni scatto aleggia sempre quel velo di perfezione, quasi surreale. Ogni fotografia è un perfetto colpo a segno! Sono sicuramente immagini “forti” e d’effetto, ben costruite sia dal punto di vista compositivo sia da quello comunicativo. Però, diciamoci la verità, è quello che ci si aspetta da un nome noto come lui. Quindi: tutte le immagini della mostra mantengono le promesse date, (e qui non ci piove!) però, “Il mondo di Steve McCurry” forse no. A mio modo di vedere, alla mostra in sé, forse mancava quella punta di sex appeal che uno Steve McCurry avrebbe potuto osare.

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