Marco Castellani
Segnale Rumore
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2 min readMay 11, 2016

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Capisco,

…epperò più che “copiare” direi che il Kindle (e con lui gli analoghi lettori di ebook) tenta in realtà qualcosa di diverso. Ovvero, a mio modo di vedere, tenta di “annettersi” il paradigma stesso del libro cartaceo, rivedendolo e rinfrescandolo in versione digitale.

Con tutti i vantaggi e gli svantaggi che questo comporta.

Vero, ad esempio che un certo modo di “maneggiare” il libro di carta è (ancora) precluso al corrispettivo digitale: dare un’occhiata veloce alla copertina, in particolare, non è così semplice.

Un buon libro (anche digitale) e qualcosa di caldo… che c’è di meglio?

Nel dettaglio, è una cosa che non è tanto irrilevante, quanto si può forse credere in un primo momento. Ecco, la copertina, appunto.

Se ci pensate, nella lettura di un libro normale la copertina ha un ruolo fondamentale. E’ qualcosa che accompagna e punteggia la lettura del libro, da cima a fondo. Non fosse altro perché il libro va chiuso (di solito) dopo ogni sessione di lettura. E dunque la copertina è usualmente la prima e l’ultima cosa che si vede, in una sessione di lettura.

Sembrerà un particolare, ma forse non lo è.

Perché per me la lettura di un libro di carta è anche la storia di una progressiva ed ineluttabile familiarizzazione con la sua copertina, intesa come immagine che racchiude e riassume in pochi simboli grafici, l’intera mia esperienza di lettura.

Questo con il Kindle si perde. Anzi, come ben scritto nell’articolo, corri il rischio di perdertela proprio, la nozione di copertina. Perché chiudi il tuo device e ti ritrovi — appunto — con la cover del Kindle, che è (almeno per adesso) splendidamente ignara del libro che stai leggendo. Rimane così com’è (nera, la mia): non fa nulla per avvicinarsi al libro che stai leggendo, all’universo emotivo che stai attraversando.

Anche portandolo in giro, un libro. La copertina dice a tutti cosa stai leggendo. Una lettura in metropolitana con il Kindle è chiaramente molto più anonima. Certo, se uno non vuol far sapere a tutti cosa sta leggendo (la gente è curiosa, si sa) è un’ottima cosa. Dipende, come al solito, dai punti di vista (e dal libro che si legge).

Poi questo non è un bilancio, ovviamente. Il digitale ha dalla sua innumerevoli vantaggi (ad esempio un libro di carta se lo sogna di farti vedere i suoi passaggi più evidenziati dalla community dei lettori).

Tutto questo per dire che libro ed ebook sono — almeno per adesso — cose diverse.

E come tali, sostanzialmente non confrontabili.

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