Credo proprio che questo sia un punto centrale. Dobbiamo ragionare intorno a questo, senza spaventarci. Qualcosa sta cambiando, e non è detto che giudicare con il “vecchio metro” sia la cosa più adeguata per comprendere quel che di nuovo che sta entrando nelle nostre vite.
Ed è un nuovo modo di relazionarci tra di noi, non necessariamente un impulso verso l’isolamento. Un moto in avanti, non un percorso regressivo. Ci sono certo mille pericoli e diecimila cautele da considerare, ma possiamo dirlo: siamo ora cittadini di una rete relazionale globale, dove si sono infranti tutti i vecchi schemi e le vecchie barriere.
Scrive Marco Guzzi (“La nuova umanità”), che “il processo inarrestabile di unificazione del mondo, che oggi definiamo globalizzazione, porta con sé, oltre ai problemi economici e politici ben noti, una precisa e ancora poco pensata sfida interiore…”
E’ a questo livello il gioco. E’ questa, la sfida da raccogliere.