La polpetta avvelenata

Dabliu
Segnale Rumore
Published in
4 min readDec 13, 2016

Da oggi pomeriggio gira, fra Facebook e Twitter, una notizia corredata da screenshot, che tanto per cambiare, trasuda indignazione da ogni singolo pixel, secondo la quale l’amministrazione, tramite il sito del Comune di Roma, starebbe invitando i cittadini a trascorrere il Capodanno in altre capitali europee.

La cosa curiosa è che a rilanciare (non saprei se addirittura per primo) la notizia, evidentemente in debito di brutte figure nei confronti di Virginia Raggi, è stato Roberto Giachetti. Perché forse può sfuggire a un comune cittadino, ma probabilmente un ex candidato sindaco avrebbe dovuto sapere che la pagina in questione fa parte di una sezione riservata agli iscritti dell’ente previdenziale dei dipendenti comunali (l’IPA) che, fra i diversi benefit, propone convenzioni e tariffe agevolate per le vacanze di chi lavora in Campidoglio.

La cosa davvero sconvolgente, però, è che nessuno dei successivi indignati seriali che hanno rilanciato ciecamente la notizia si è preoccupato di andare sulla home page del Comune a cercare nella pagina, con un semplice ctrl+F o cmd+F, la voce “Capodanno”, dove avrebbe trovato il solo avviso pubblico per la ricerca degli sponsor per la notte di San Silvestro.

“Vabbè, chi ha messo in giro la notizia si sarà sbagliato in totale buona fede!”, starete sicuramente pensando. A dimostrazione della malafede di chi per primo ha messo in giro la notizia, avvelenando i pozzi di mentaniana memoria, vi elenco di seguito il percorso necessario a raggiungere la pagina “incriminata” a partire dalla home del sito del Comune.

Home>
> I.P.A. Dipendenti (nella colonna “Contatti”, in basso a destra)

> Turismo > Viaggi (scorrete in basso, colonna in basso a destra)

> Capodanno

> Destinazioni Varie

Insomma: appare abbastanza improbabile che chiunque non abbia ricevuto un collegamento diretto alla pagina ci sia potuto arrivare senza accorgersi di trovarsi in una sezione dell’ente previdenziale dei dipendenti del Campidoglio. E neanche che chi, come me, prima di oggi non aveva la minima idea di cosa fosse l’I.P.A. possa esserci arrivato senza aver scoperto dell’esistenza dell’istituto, delle sue finalità e dei servizi offerti agli iscritti.

Siamo in presenza di quella che in gergo qualcuno chiama polpetta avvelenata di cui, se non mettiamo in moto quel misto di curiosità e diffidenza necessarie a fare del buon vecchio, sano e spicciolo fact checking, rischiamo di portare in giro delle pericolosissime briciole.

È un caso che, colpendo i detrattori del M5S, i cui elettori e militanti vengono normalmente dipinti come boccaloni di fronte ai quali molti si autopercepiscono, evidentemente a sproposito, dei Carlo Rubbia in erba, ricorda anche che nessuno di noi è intellettualmente superiore o immune da questi meccanismi legati ai nuovi media.

Ci ricorda che se, da una parte, i giornalisti delle redazioni web sembrano aver abbandonato uno dei loro principali compiti, la verifica dei fatti e delle fonti, perché se “perdono tempo” la notizia la da “internet” al posto loro, dall’altra, se più della metà delle notizie ormai vengono prodotto e messe in circolazione dalla gggente, questa deve imparare a responsabilizzarsi e prendersi anche un pezzetto di “lavoro sporco” che il giornalista, ormai incantato, stile Arancia Meccanica, a copiaincollare i lanci di agenzia, non fa più.

E, soprattutto, ci ha dato una sonora sveglia dicendoci chiaramente che se vogliamo continuare ad avere la dignità di cittadini e non quella di zombie manipolati da qualche mediocre comunicatore al soldo del prossimo partito o movimento, forse dobbiamo iniziare a riallenare il nostro spirito critico.

Se avete trovato interessante questa storia vi consiglio la lettura di un approfondimento molto interessante sulle responsabilità degli utenti del web in tema di bufale e fact checking.

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