Medium, non deludermi!

Una letterina per dirti quanto ti voglio bene, ed anche…

Marco Castellani
Segnale Rumore
4 min readJan 2, 2017

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Cara Medium (al femminile, sì: intesa come piattaforma), questo 2016 che ci siamo appena lasciati alle spalle, è stato particolarmente significativo per il mio rapporto con te, lo sai. E’ stato l’anno in cui il rapporto, possiamo dire, si è approfondito superando qualche resistenza e qualche timidezza iniziale, e si è iniziato a fare sul serio.

Non ti schernire, non ti tirare indietro: tu mi hai incoraggiato, mi hai attirato, e l’hai fatto coscientemente.

E sai fin troppo bene quali armi hai usato per conquistare la mia fiducia. Le altre (piattaforme) mi passavano sotto gli occhi, esibendo la loro lunga lista di caratteristiche peculiari, vantando le loro uniche prerogative. C’era quella (piattaforma, sempre…) smanazzabile senza alcun limite di decenza, quella molto relazionale, quella che cambiava aspetto ad ogni tuo desiderio, quella dove potevi buttarci perfino dentro codice html o php e l’avrebbe silenziosamente digerito, senza storie…

Poi sei arrivata tu. E hai detto solo, guarda me, io sono semplice, sono pulita. Sono come mi vedi. Eppure ho tutto quel che fa per te. Non ti serve altro, fidati.

Lo sai bene, l’hai fatto apposta. Non serve ora dirmi, ma io non intendevo…

Lascia solo che ti ricordi qualche fase del nostro avvicinamento, qualche istante del nostro 2016 insieme, cara Medium. Vedrai come sono progressivamente caduto nelle tue braccia (e tu non mi hai fermato, non hai opposto alcun rifiuto). E’ stato l’anno in cui…

  • ho definitivamente inglobato SegnaleRumore.it qui dentro Medium (è proprio questo blog, guarda caso), liquidando la sua precedente piattaforma Wordpress self-hosted
  • ho iniziato a usare seriamente e quotidianamente la controparte Medium del mio antichissimo blog GruppoLocale.it, un sito che affonda la sua origine nella notte dei tempi informatici (i primi post su un CMS sono di maggio del 2002, benché fosse partito anche prima tramite una semplice intelaiatura di pagine HTML scritte a mano). Un blog che, per giunta, è sopravvissuto alle avventurose e complicate migrazioni su e da piattaforme (un tempo celebri, ora ampiamente dimenticate) come Zikula e PostNuke, prima di arrivare proprio a WordPress. Un blog che ho mantenuto attivo, per ora, anche perché nonostante l’ottima assistenza di Medium, non sono riuscito a migrare correttamente tutti gli archivi (scusami, ma non è esattamente un tradimento, cerca di capirmi… è che a volte non puoi troncare con un ex così facilmente e nettamente come magari vorresti)
  • ho spostato su Medium anche il mio blog personale (questa è cosa proprio molto molto recente), che era su blogspot da una decina di anni, e aveva pur resistito a qualche ideuzza vagante, di migrare su WordPress
  • infine, con altre persone del movimento Darsi Pace, ho aperto un nuovo blog collaborativo, altrascienza.it, direttamente dentro Medium.

In pratica, ho spostato praticamente la quasi totalità del mio scrivere in rete su di te, cara Medium. Cioè, ti sei guadagnata la quasi esclusiva, in questo rapporto con la scrittura in rete.

L’ho fatto perché la semplicità della piattaforma è indubbiamente molto attraente, perché mi permette di concentrarti sullo scrivere lasciando perdere tutti i fronzoli vari (giocare con le opzioni di WordPress è divertente fino ad un certo punto, poi tutto questo delirio di configurazione lo trovi quasi inappropriato, quasi superfluo, posto che non hai 2134 visitatori ogni ora).

L’h0 fatto perché la tua architettura permette in modo naturale di riunire gli interventi che faccio su diverse pubblicazioni, tutti presenti in bell’ordine sul mio profilo personale.

L’ho fatto anche e soprattutto perché da un po’ di tempo, se pensavo di scrivere un articolo di blog, pensavo Medium. Desideravo, volevo scrivere dentro la sua interfaccia, elegante e pulita. Sì, mi attiravi, mi attiravi troppo. Alla fine era quasi inevitabile arrivare qui da te, tra le tue braccia.

Ora ho ceduto completamente, mi sono aperto. Ti ho detto di sì, senza riserve.

Adesso è a te, cara Medium.

Bilancio del 2016 per il sottoscritto. Beh non è male, dopotutto, stare qui da te…

Non deludermi, non farti scoprire diversa da quello che sei. Da quello che penso che tu sia. Non scompaginarmi l’interfaccia, mantieni questa bella cosa che dal mio profilo si vede a colpo d’occhio tutti i miei interventi sui diversi blog (pardon, pubblicazioni), non mettermi pubblicità fastidiosa (e non fastidiosa), non… deludermi, insomma.

Ok, almeno per un ragionevole lasso di tempo.

Sono certo che capirai, Medium.

Ho investito tanto su di te. Tanto che ora sto per scrivere quelle parole fatidiche, quelle che sono inevitabilmente nella storia di tanti rapporti, quelle che molti di noi ricordano, per la verità non sempre con piacere.

Sì, quelle: stiamo bene insieme, mi raccomando, non deludermi.

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