Quel pizzico di Internet in tasca

Sull’apertura alla fruizione completa e libera di Instapaper

Marco Castellani
Segnale Rumore
3 min readNov 2, 2016

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Con un post sul blog di Instapaper, è stata ufficializzata la apertura a tutte le funzioni avanzate a tutti gli utenti, abolendo di fatto la sottoscrizione a pagamento finora necessaria per un serio utilizzo del sito, quella chiamata Premium.

Personalmente, essendo un utente Premium da qualche tempo (e avendo letto del fatto che avrò addirittura un rimborso) l’ho accolta senza dubbio come una ottima notizia.

Instapaper infatti mi sembra una ottima risposta all’esigenza di coltivare un proprio personale archivio di Internet — o meglio, di quella piccola ma significativa fettina di Internet, di quello sezione che specificamente incontra i nostri interessi.

La cosa più intrigante, a mio modo di vedere, è la possibilità di disporre di un archivio di post e pagine web (semplificate a tutto vantaggio della lettura, anche su dispositivi mobili), dove poter lanciare ricerche testuali. A volte serve. A volte ci si ricorda appena una parola, o una manciatina di parole, di un sito interessante, di un punto di vista o di una opinione, di una visione delle cose, che magari a distanza di tempo ci piace riprendere, ci si vuole tornare.

E’ già una piccola rivolta, da quella sorta di eterno presente, un po’ infantile probabilmente, in cui ci relegano inevitabilmente i social network: ci lasciamo prendere dagli stimoli del momento, spesso imperniati su avvenimenti e cose minimali, e ci omologhiamo in una serie di mi piace più o meno convenzionali. Perdendoci in un modo di reattività e di ridotto spessore.

Ecco. Costruire una storia propria, tenere traccia di ciò che abbiamo visto o letto, di ciò che abbiamo reputato di valore, probabilmente ci costruisce addosso uno spessore più consistente. Ci fa riposare un po’ di più sulla nostra irriducibile unicità, che è ben altra cosa rispetto all’effimero sparpagliamento di opinioni, con inevitabile coda polemica, che arriva ad avvelenare il clima di qualche social.

Penso che strumenti come Instapaper, siano un valido aiuto, in questo.

Chiaro, vi sono molte alternative. Io ne ho percorse abbastanza: posso citare l’antico Delicious, poi Diigo, poi ancora Pocket, poi Memit di recente (molto interessante, quest’ultimo)… e si potrebbe continuare, non dimenticando i servizi self-hosted. Nè qui si vuole mettere a confronto le varie piattaforme: diciamo solo che Diigo e Pocket sono soluzioni veramente interessanti, ma il servizio free è pesantemente depotenziato rispetto a quelli a pagamento, vanificando di fatto molti dei potenziali vantaggi della piattaforma (non a caso, non è un reato cercare di monetizzare, per carità). Caso diverso per Memit, di sicuro interesse anche senza bisogno di sborsare un euro, e che probabilmente però merita una trattazione a parte.

Ecco, l’apertura alla piena fruizione (incluso, come dicevo, ricerca full text, ovvero in tutto il corpo dell’articolo e non solo sul titolo) per gli utenti di Instapaper, è in questo senso una ottima notizia.

Qualcosa che per molti, di certo farà storia: ma la propria, di storia.

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