Word Wise e i tradimenti digitali

Marco Castellani
Segnale Rumore
Published in
3 min readDec 3, 2014

Più ci penso, più me ne convinco. I libri e gli ebook sono due cose diverse. Non si possono davvero mettere a confronto — non più di quanto sia utile e produttivo confrontare le mele con le pere.

Sono diversi perché esigono un approccio diverso, perché restituiscono sensazioni diverse. Lo sappiamo, è stato detto molte volte. Il libro lo puoi aprire, stirare, piegare, in un qualche modo lo rendi tuo. Lasci il segno del tuo passaggio. Puoi alterarlo, in mille modi. Se ti arrabbi per un capitolo che non ti piace, puoi perfino strapparlo via. L’ebook, di converso, vive e dimora in un mondo digitale.

Che è anche il mondo del tutto o niente.

O si legge o non si legge, non esiste più il “concetto intermedio” — così squisitamente umano — in alcune parti si legge male, oppure mancano delle pagine (per dire). Il digitale è così: piaccia o no, è drasticamente categorico. O tutto o niente: un CD non scricchiola per gli ascolti ripetuti, come faceva il Long Playing. Al massimo si incanta, salta, non si può ascoltare per niente. Se si ascolta, però, è sempre in qualità massima.

Va beh, torniamo a libri ed ebook. Essendo strumenti diversi, hanno una serie di prerogative differenti. Ed è chiaro che ognuno dei due ha dei vantaggi, delle carte da giocare.

Se mi arruolo nella Legione Straniera (non è ancora all’ordine del giorno, ma non si può mai dire), non credo proprio che mi porterò il Kindle. Di fatto, un paio di buoni libri si strapazzano molto meglio, non devono essere ricaricati (in mezzo al deserto non credo vi siano molte prese di corrente), e resistono meglio alla sabbia, alle intemperie e alle eventuali battaglie. Alle incursioni del nemico, anche.

Finché rimango in città, peraltro, mi permetto di apprezzare le innegabili comodità del mio ereader. E di riflettere sulle specificità e i vantaggi derivanti dal soggiornare nel mondo digitale. Vantaggi che appunto riposano specificamente sulla sue peculiarità: una serie di prerogative assolutamente escluse alla controparte cartacea, pur degna del massimo rispetto.

Rimanendo in ambiente Kindle (che è quello che conosco meglio), una innovazione molto recente — che mi piace più del servizio Unlimited di “noleggio” libri, di cui ci siamo occupati di recente — è stata introdotta un po’ in sordina, ma promette di dare davvero nuova linfa alla lettura di libri in lingua: si chiama Word Wise.

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Ed è una ottima, splendida idea.

In breve, è una funzione — appena introdotta da Amazon su un discreto catalogo di libri in lingua inglese — che permette di visualizzare le definizioni per le parole più difficili. La cosa attraente è che le definizioni stesse appaiono nella pagina stessa del testo, così non si deve interrompere la lettura per visitare altre pagine (cosa ovviamente distraente). Altra cosa interessante è che si può intervenire, tramite il lettore, per scegliere il “livello” dei suggerimenti (o anche disabilitarli del tutto), variando la soglia di difficoltà sotto la quale entra in gioco l’aiuto.

Questa mi sembra una strada intelligente: inutile perdere tempo a soppesare pregi e difetti dell’approccio digitale rispetto al libro cartaceo. Ci piaccia o no, sono binari che correranno paralleli per molto, moltissimo tempo. Il libro cartaceo ha una serie di vantaggi e caratteristiche peculiari, tali da consentirne a lungo la sua amichevole convivenza vicino al suo analogo digitale. Di converso, chi produce e vende ebooks deve esplorare fino in fondo le possibilità tecniche che il nuovo mondo digitale gli mette praticamente tra le mani.

Perché l’ebook non può essere più (come troppe volte ancora è) la piatta trasposizione in digitale di un libro che in origine aveva peso, consistenza, spessore e odore della carta. Deve essere ben altro, ovvero l’entrata del suo contenuto in un mondo diverso. Quasi una traduzione, quasi un tradimento (come ogni traduzione in fondo non può non essere).

E’ l’ingresso di un contenuto — che può essere vecchio di millenni — in un mondo tutto nuovo.

Da esplorare a fondo: a tutto beneficio del lettore.

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